Originariamente Scritto da
Titus Tatius
Prendo spunto da un commento di ‘anconetano’ al mio primo post di presentazione su questo forum, per suggerire il tema di un dibattito.
‘anconetano’, infatti, augurandomi il benvenuto, ha così voluto commentare: “Mi sembri uno che ragiona bene, oltre le bandiere di partito”.
Difficile stabilire, da me stesso, se io sia un essere umano che ragioni bene, oppure no…
Il fatto, però, che anconetano, a partire dal mio post di presentazione, abbia immediatamente individuato la mia collocazione politica (oltre le “bandiere di partito”), lascia trasparire due aspetti direttamente legati a quello specifico commento:
1. da un lato, mette in evidenza la perspicacia dell’autore di quella frase;
2. dall’altro, mi da la certezza che non sono il solo a pensarla in quello stesso modo.
E’ vero, dunque, lo confesso: sono qualcuno che – pur serbando nel suo cuore le stesse convinzioni, gli stessi aneliti ideali e le medesime passioni politiche della maggior parte degli iscritti a questa lista di discussione – ritiene che le idee, tutte le idee (anche le più inusuali ed astruse…), siano valide; mentre i partiti (intesi come elementi di frazionamento o di suddivisione di una qualsiasi realtà nazionale), sono sempre ed invariabilmente dannosi.
A mio giudizio, infatti, i partiti (qualunque essi siano o possano essere), sono dannosi, per tre ragioni principali:
a. frazionando intenzionalmente l’unità di una Nazione, pretendono interpretare e/o surrogare le idee di tutti;
b. limitandosi esclusivamente ad analizzare i problemi di una società da una “angolatura di parte”, non tengono mai conto della tridimensionalità della realtà;
c. rinchiudendosi volontariamente in una “gabbia”, sono convinti che l’emancipazione di una società, passi irrimediabilmente dall’adescamento continuo e costante dei “clienti di altre gabbie”, per incitarli a trasmigrare (idealmente o fisicamente, momentaneamente o definitivamente, alternativamente o una-tantum), da una “gabbia” all’altra.
Se a questo aggiungiamo la situazione particolare dell’Italia che – da più di 63 anni (esattamente dal 3 Settembre 1943) – è costretta a vivere nel contesto di uno Stato a sovranità limitata (quello “steccato” che gli USA, a causa della nostra sconfitta militare, hanno imposto alla nostra Nazione e che continuano ad auto-garantirsi con ben 107 basi militari e logististiche sul nostro territorio!), la mia avversione ai partiti, è ancora più forte e determinata.
Potrei perfino affermare e sottolineare che quella mia insofferenza ha ogni giorno di più tendenza a manifestarsi come un’inesorabile ed irriducibile repulsione, in quanto sono convinto che – nella situazione in cui versa l’Italia da 63 anni – non abbia proprio nessun significato e nessun senso essere favorevoli o contrari al punto di vista di questa o di quella “gabbia”, quando l’insieme delle “gabbie nostrane” (siano esse di destra, di sinistra, di centro, di estrema-destra o di estrema-sinistra), sono tutte tragicamente e pietosamente rinchiuse all’interno di un’invalicabile ed impacciante “gabbia straniera”: quella che i cosiddetti “liberatori” hanno imposto e continuano sadicamente ad imporre alla nostra Patria!
In altre parole, ha ancora un senso combattere delle battaglie particolari, settoriali e marginali all’interno di una serie di “steccati” partitici a tenuta stagna, quando tutti insieme – Italiani ed Italiane di ogni età, idea, fede, sesso, condizione, situazione – siamo costretti a vivere nel contesto di un’umiliante ed opprimente tutela straniera?
Il dibattito è lanciato. Sono curioso di conoscere le vostre opinioni in proposito.
Grazie per l’ospitalità e l’occasione che mi è stata inaspettatamente offerta.
Tito Tazio