veramente vergognoso inneggiare a un tiranno. Il passato (non tanto) remoto dei DS, dei rifondaroli e dei comunisti italiani è nero come la pece...
veramente vergognoso inneggiare a un tiranno. Il passato (non tanto) remoto dei DS, dei rifondaroli e dei comunisti italiani è nero come la pece...
fammi kapire....Originariamente Scritto da Dreyer
Addio Tomàs
siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i 5 stelle
Originariamente Scritto da Felix
: quoto
anche hitler lo è stato e pure bin laden... è in buona compagniaOriginariamente Scritto da Red Shadow
IL COMMENTO
Usare stalin come una clava
di MASSIMO GIANNINI
NELLA sua livida performance televisiva di fine d'anno, il presidente del Consiglio ha sfoderato un inesauribile repertorio di provocazioni politiche, di gag tragicomiche e di manipolazioni storiche. Più vasto del solito, bisogna riconoscere. La campagna elettorale, com'è ovvio, impone l'obbligo di arricchire un copione che, negli ultimi mesi, era diventato sempre più noioso, sempre più ripetitivo. Lo spettacolo, com'è altrettanto ovvio, non è stato edificante. Anzi, in tutta onestà ci è parso uno show obiettivamente indegno per un uomo di governo.
Usare lo Stalin di allora per combattere il Fassino di oggi è operazione becera sul piano umano. Agitare l'Unità di allora per condannare la Quercia di oggi è distorsione miserabile sul piano culturale. Nello stesso giorno in cui "Baffone" morì, fatte le dovute proporzioni, anche i quotidiani "borghesi" furono altrettanto enfatici. Il Popolo riportava questa dichiarazione ufficiale: "... Con questa grave riflessione noi chiniamo la testa pensosi innanzi alla scomparsa di un uomo che senza dubbio lascia nel mondo un grande vuoto". A firmarla non era il trinariciuto Palmiro Togliatti, ma nientemeno che il democristiano Alcide De Gasperi. Il Nuovo Corriere della Sera usciva con un editoriale non firmato, in cui si poteva leggere: "Quando suonò l'ora della prova suprema, l'uomo si mostrò pari a se stesso e ai grandi compiti che aveva cercato e che la storia gli aveva assegnato... ". La Gazzetta del Popolo, nel fogliettone di prima pagina, riferiva: "Il Papa prega per Stalin". Pio XII simbolo del cattolicesimo occidentale, non un pope ortodosso di rito moscovita.
Ma c'è di peggio, in questa sortita berlusconiana che volutamente cancella il "contesto". Il Cavaliere che ieri ha denunciato gli orrori del comunismo è lo stesso che, appena tre giorni fa, si è lanciato in questa stupefacente apologia del Ventennio davanti agli attoniti corrispondenti della stampa estera: "Il fascismo in Italia non è mai stato una dottrina criminale. Ci furono le leggi razziali, orribili, ma perché si voleva vincere la guerra con Hitler. Il fascismo in Italia ha quella macchia, ma null'altro di paragonabile con il nazismo e il comunismo". Come se le leggi razziali non fossero già di per sé un vergognoso "crimine". Come se "vincere la guerra con Hitler", demonio incarnato cui si deve il secondo conflitto mondiale e la Shoah, fosse appunto solo una banalissima "macchia".
Sondaggi alla mano, può anche darsi che il premier, agitando il fantasma di questo anticomunismo così strumentale e inattuale, sia persuaso di pescare comunque consensi tra le fasce elettorali più spaventate e impreparate. Ma è penoso vedere che un sedicente "uomo di Stato" sia capace di tanta irresponsabile disinvoltura. Ed è triste constatare ancora una volta che una destra priva di scrupoli, mettendo nello stesso calderone anticomunismo e antifascismo, e rifiutando il secondo in nome del primo, finisce per realizzare quella che Bobbio definiva "l'abominevole equidistanza": quella tra fascismo e antifascismo.
Chi lo ha detto?
1) «Quella di Stalin è una personalità che, da qualunque livello la si misuri, si leva alta sugli altri uomini di questa generazione come colui che ha esercitato la propria influenza su moltissimi esseri umani... Grande guerriero e grande costruttore, la maggiore impresa per cui verrà ricordato sarà l'edificazione da lui attuata, in quanto ha realizzato un cambiamento stupefacente nel suo paese che ha ricostruito quasi dal nulla... Ritengo giusto affermare che il peso e l’influenza della personalità di Stalin sono stati adoperati a favore della pace... ritengo che è stato in gran parte suo il merito se numerose crisi che avrebbero potuto sfociare in una guerra non lo hanno fatto »
1-Mao 2- Togliatti -3 Pandit Nehru primo ministro indiano davanti al parlamento indiano
2) «Se fosse vera l’opinione di chi attribuisce al suo influsso personale l’esitazione dell’Urss a scatenare una nuova conflagrazione mondiale dovremmo mettere al suo attivo questo suo rifuggire dalla responsabilità estrema e augurarci che i suoi successori lo accettino come norma di saggezza... Grave rimane l’incognita del domani e se in mezzo a tante parole di esaltazione e di condanna, possiamo trovare un accento semplicemente umano, vorremmo dire che questo tragico trapasso deve ammonirci tutti intorno ai limiti della persona umana... con questa grave riflessione chiniamo la fronte pensosi innanzi alla scomparsa di un uomo che senza dubbio lascia nel mondo un grande vuoto»
1- Togliatti 2-Napolitano 3- De Gasperi
3) «Per un quarto di secolo Stalin governò un vasto imperio con metodi di un despota orientale... Aveva spinto spietatamente il suo paese in prima fila tra le potenze industriali del mondo. Contro ogni aspettativa aveva smosso l’eroismo del popolo russo e lo aveva trascinato agli indicibili sacrifici che resero possibile la disfatta dell’invasore tedesco. Una volta vittorioso non diede tregua. Estrasse dai suoi compatrioti esausti fino all’ultima oncia di forza per ricostruire il paese devastato... Per quanto terribile il suo scopo, la grandezza dell’opera di Stalin era sorprendente , diminuita solo dal prezzo delle sofferenze umane»
1-Togliatti 2- Walter Veltroni 3.Anthony Eden, conservatore, Primo Ministro del Regno Unito dal ‘55 al ‘57.
4) «Il maresciallo Stalin è morto... Vi è un ricordo da cui non possiamo prescindere: quello della parte svolta dal maresciallo Stalin per porre fine alla guerra e preparare la vittoria. Ci si rende conto di ciò tra le rovine di Stalingrado o studiando quella battaglia di Mosca in cui il genio militare di Stalin si manifestò in modo così evidente. Questo ricordo mi induce a rivolgere, nel giorno della sua scomparsa , un saluto e un omaggio a colui che, con l’eroico esercito sovietico, ha contribuito alla nostra liberazione e rafforzato i vincoli creati tra i nostri due popoli dal sangue versato insieme».
1- Togliatti 2- Fassino 3- Edouard Herriot, leader radicale presidente dell’Assemblea nazionale .
5) «Josip Stalin è morto alle 9.50 pm di ieri al Cremlino, all'età di settantrè anni. La notizia è stata ufficialmente annunciata questa mattina. E' stato al potere 29 anni. L'annuncio è stata fatto a nome del comitato centrale del partito comunista, del consiglio dei ministri e del presidium del Soviet supremo. Nell'appello al popolo sovietico affinché si raccogliesse attorno al partito e al governo, l'annuncio ha chiesto di mostrare unità e la più alta vigilanza politica, contro i nemici interni ed esterni. Nessuna dichiarazione invece è stata resa circa il nome del successore di Stalin»
1-L'Unità 2- La repubblica 3- New York Times.
6) «Reverente dinnanzi agli imperscrutabili disegni di Dio, il popolo italiano ha appreso con viva commozione la notizia della dipartita del maresciallo Stalin, dell'uomo che così importante e vasta parte ha avuto negli avvenimenti mondiali di questi ultimi decenni. Il governo invia al governo dell'Urss l'espressione della sue condoglianze».
1- Bertinotti 2-Nilde Iotti 3-Paolo Emilio Taviani, sottosegretario agli Esteri, democristiano, discorso alla Camera
7) «In questo momento della storia in cui tanti russi sono in profonda ansia per la malattia del capo dell’Unione sovietica, il pensiero dell’America va a tutta alla popolazione dell’Urss - agli uomini, alle donne ai giovani e alle ragazze- nei villaggi nelle città, nelle fattorie, nelle industrie della loro patria. Sono tutti figli dello stesso Dio, che è padre di tutti i popoli»
1- Napolitano 2-Romano Prodi 3-Dwight Eisenhower, presidente repubblicano degli Stati uniti il 5 marzo 1953
8) «Quando Stalin morì nel mese di marzo del 1953, Eisenhower era in carica da soli due mesi. Le strategie in discussione erano tre: contenimento, rappresaglia dura e roll-back, ovvero l'uso preventivo della forza per sottrarre l’europa orientale alla dominazione sovietica. La scelta di Eisenhower fu quella del contenimento,.. usando modi militarmente fermi ma civili. Mai il presidente parlò con disprezzo o in termini minacciosi dei popoli sovietici. Egli ebbe sempre una sensibilità profonda per le sofferenze sofferte durante la guerra, la loro capacità di resistenza e il ruolo immensamente importante svolta nel raggiungimento della vittoria contro il nazismo» .
1- Scalfari 2-Enzo Biagi 3-Convegno promosso dalla Congress Library nel 2003 su Eisenhower e la morte di Stalin
su Stalin molti si sbagliarono. Anche su Mussolini del resto (non era quel liberale un po' autoritario ma pacifico che si credeva sino agli anni trenta).
giàOriginariamente Scritto da Felix
croce si pentì quasi subito dell'errore, ma purtroppo era troppo tardi, amendola (padre) docet...