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Sandinista
La svolta cilena attraverso i mass media
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Nonostante su ogni mass media cileno e internazionale campeggi in apertura la tragedia haitiana, anche questa prevista svolta a destra di un paese chiave per l'intero continente americano ha trovato spazio sulle prime pagine
Dopo cinquant'anni, la destra figlia dell'era Pinochet torna a conquistare il Cile. Sebastián Piñera, Coalicion por el Cambio, ha strappato ieri (domenica 18 gennaio) la vittoria a Eduardo Frei, il candidato della Concertacion, la colazione di centro-sinistra che ha governato per cinque decadi e che ha riconsegnato il paese in mano ai nostalgici.
Nonostante su ogni mass media cileno e internazionale campeggi in apertura la tragedia haitiana, anche questa prevista svolta a destra di un paese chiave per l'intero continente americano ha trovato spazio sulle prime pagine.
Del New York Times un titolo ad effetto "Multimilionario si aggiudica la presidenza del Cile". Sì, perché Piñera è straricco, è un industriale, proprietario del canale tv Chilevision, del 27 percento delle azioni della compagnia aerea Lan Chile e del 15 percento della squadra di calcio della capitale Colo-Colo, che ha al suo attivo una bella serie di vittorie nazionali e internazionali. E sull'identità di Piñera punta anche la Bbc di Londra, con un "Multimilionario vince le elzioni cilene".
Sullo spettro destrorso punta invece il dito lo spagnolo El Pais: "La destra cilena torna al potere dopo 52 anni", con un sottotitolo che spiega come l'industriale si rivolga al centrosinistra appellandosi all'unità. Stesso appello fatto dallo sconfitto Frei. Medesima linea scelta dal connazionale El Mundo: stesso titolo, sottotitolo simile. E sul fatto che si tratti di "una storica vittoria" punta invece la Abc. Sempre spagnola.
Tornando al Cono Sur, il giornale Clarín, argentino, apre con la svolta destrorsa del vicino Cile, e sceglie di evidenziare "Dopo lo storico trionfo, Piñera dice che il Cile ha bisogno di più unità", marcando questo concetto con una foto che immortala un abbraccio tra i due candidati. Che sia un augurio per una sorta di governo di unità nazionale che eviti derive reazionarie? Una domanda che suona retorica, se si continua leggendo il Clarín. Emerge in ogni riga questa lettura, speranzosa, dita incrociate. "L'uomo di destra ha rotto i 21 anni di governo della coalizione di centrosinistra, ma si è mostrato a favore di una democrazia fatta di accordi".
Altri toni vengono usati dall'argentino La Nación, da sempre in odor di reazione. "La destra è tornata è tornata al potere in Cile" e ancora "Sotto il comando dell'industriale, ha ottenuto la prima vittoria in più di mezzo secolo, avviando l'alternanza nel potere".
E che dire del Perù? El Comercio tenta di trovare una chiave di lettura positiva a questa svolta, precisando che "Michelle Bachelet si è felicitata con Sebastián Piñera per la sua elezione come presidente del Cile". Mentre la parola "destrorso" campeggia a tutto titolo ne Los Tiempo de Chochabamba, giornale boliviano, che presenta tutt'altra lettura rispetto a un colombiano El Tiempo, il quale spiega come Piñera abbia promesso di "buttar giù le pareti divisorie e di costruire ponti di incontro".
Di tutt'altro avviso è, naturalmente, Telesur.tv, notiziario venezuelano, ma che riflette la linea di tutti i governi progressisti della regione. Dando seccamente la notizia della vittoria della destra, corrono a sottolineare come Frei abbia invitato a "continuare la lotta" per riprendere il paese. Le parole che campeggiano sul sito del giornale sono quelle pronunciate dal candidato sconfitto e che esprimono il pensiero di qualunque progressista latinoamericano che apprende del risultato delle elezioni cilene: "Spero che prevalga il dialogo, la ricerca dell'accordo, le conquiste sociali che tanto ci è costato recuperare e che si sono trasformate in un simbolo della nostra relazione con il resto del mondo". Quindi, enfasi all'appello un po' 'populista' di Piñera: "In alto i cuori, perché stanno arrivando tempi migliori per il Cile". Migliori per quale Cile?
Stella Spinelli
PeaceReporter - La svolta cilena attraverso i mass media