Mastella nella morsa rossa.
I giustizialisti contro l’Udeur e gli appetiti della sinistra sul ministero della Giustizia
di Ruggiero Capone da l'opinione
La fronte del neo guardasigilli è madida d’un freddo sudore. Ma cosa preoccuperà il leader dell’Udeur (Clemente Mastella) che ha ottenuto la Giustizia nel governo Prodi? A questa domanda si può rispondere solo dopo aver analizzato le posizioni delle varie anime del centro-sinistra. Infatti non è un mistero che Rifondazione Comunista, Comunisti italiani e Verdi abbiano storto il naso per l’assegnazione in mani moderate (e garantiste) d’un dicastero che la sinistra radicale voleva per se: per consolidare e rinnovare quel sodalizio comunista con gran parte della magistratura, che consente di far ascoltare ai nemici politici il tintinnio di manette. Oggi la sinistra tutta ha ottenuto un grande risultato: Mastella è nell’angolo, teme il coinvolgimento in inchieste giudiziarie dei suoi sodali di partito e dei suoi familiari. Rifondazione comunista e Comunisti italiani gongolano, perché reputano che il ministro (leader Campanile, unica forza di centro nell’Unione) ora sia più controllabile e piegabile alla linea della sinistra. E del resto, sollevando un polverone giudiziario intorno al ministro Mastella, è possibile giustificarne alla prima buona occasione un avvicendamento. Ed in questa logica rientra l’intervista rilasciata dal professor Pardi (il girotondino) al Corriere della Sera: intervista in cui si dice chiaramente che Mastella non può essere ministro.
Ma girotondino, disobbedienti e rifondaroli battono la gran cassa per strappare il ministero della giustizia da mani mastelliane. E per riuscirci sono pronti a tutto. E voci di corridoio ci dicono che gli occhi di certi giornalisti di sinistra siano oggi puntati sul “Benevento Calcio”, la squadra che ha perfezionato la trattativa per riprendersi il calciatore Carmelo Imbriani dal Catanzaro grazie al procuratore Pellegrino Mastella (figlio di Clemente). “Il giovane Mastella è un procuratore calcistico capace e, bazzicando con squadre campane, calabresi e pugliesi, potrebbe aver trattato, in buona fede, con presidenti in odore di ‘ndrangheta, camorra o mafia - ci spiega un esperto - su questo puntano per alzare il polverone e mettere in difficoltà sia il padre ministro che la madre presidente del consiglio regionale della Campania”. E l’ignavia dell’ultrasinistra non si ferma qui. Infatti i giornali britannici Guardian ed Economist, che notoriamente attingono dalla fonte giustizialista Marco Travaglio, tornano a parlare di “rapporti tra i politici italiani e la mafia”: lo fanno tirando in ballo il neo ministro Mastella che partecipò, in località Villabate ed in qualità di testimone di nozze, al matrimonio del mafioso (poi pentito) Francesco Campanella. E Travaglio, non certo pago, nella sua rubrica “Uliwood party” (sull’Unità) elenca una serie di capi d’accusa contro il Guardasigilli: ricordandogli che non più d’otto mesi fa Mastella si definì “il Moggi del centrosinistra”. E Travaglio, noto amico di magistrati e uomini dell’ultrasinistra, ricorda l’amicizia di Mastella con Campanella: sottolineando che quest’ultimo è “il mafioso che nel 2003 procurò documenti falsi a Bernardo Provenzano”.
E contro Mastella tuonano anche gli amici di Gerardo D’Ambrosio, il magistrato di “Mani Pulite” approdato a Montecitorio con i Ds. “Ho già chiarito tutto con i magistrati - ribatte Mastella ormai nell’angolo - sono stato solo al matrimonio di un ragazzo di 24anni”. Ma l’implacabile mano giustizialista della sinistra ha ormai circondato il Campanile mastelliano: nell’occhio del ciclone ci sono oltre a Clemente ed al figlio Pellegrino anche la moglie Sandra Lonardo Mastella (presidente del consiglio regionale della Campania) e tutti gli uderrini inseriti negli enti locali campani (per la maggior parte cugini e lontani parenti dello stesso Mastella).