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  1. #1
    Fieramente Leghista
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    Thumbs up Blondet: Internet seppellisce la disinformazione

    da La Padania

    Internet seppellisce la disinformazione


    MAURIZIO BLONDET

    “Stella gialla per gli ebrei in Iran!”, così strillava Il Foglio qualche giorno fa. L’articolo spiegava che in Iran sta per passare una legge che obbligava gli ebrei iraniani a portare sugli abiti una fascia gialla, i cristiani rossa, gli zoroastriani azzurra. Notizia atroce. La conferma agghiacciante di quel che ripete da mesi il governo israeliano: che il premier iraniano Ahmadinejad è “il nuovo Hitler” e la repubblica degli ayatollah, che presto avrà la bomba atomica, «un pericolo non solo per Israele, ma per il mondo intero», il nuovo Quarto Reich. Il tg di Mimun ha dato la notizia con giusta indignazione, e così tutti i cosiddetti grandi giornali di tutto l’Occidente. Il Centro Simon Wiesenthal che veglia contro l’antisemitismo, interpellato al telefono dal giornalista americano Taylor Marsh, confermava: «Tutto vero, e spaventoso. Un rigurgito di nazismo».
    Ebbene, in 48 ore, la notizia si è rivelata falsa. Una classica invenzione da propaganda bellica, per cui l’informazione e la disinformazione diventa un’arma come le altre.
    Nel 1914, i nostri bisnonni credettero alla storia, inventata di sana pianta dai servizi anglo-francesi, che i soldati tedeschi tagliavano le mani ai bambini belgi. Nel 1991, quando Saddam invase il Kuwait, le tv ci raccontarono che i soldati iracheni gettavano fuori dalle incubatrici i neonati kuwaitiani e li lasciavano morire sul pavimento: la notizia fu agitata con grandi interviste televisive ad una “profuga dal Kuwait” che risultò essere la figlia dell’ambasciatore kuwaitiano in Usa, istruita da una nota agenzia americana di pubbliche relazioni che aveva un contratto col Pentagono per inventare storie per la propaganda.
    Ma molta gente continua a credere a queste vecchie invenzioni. Come mai invece la notizia della stella gialla in Iran è colata a picco in poche ore? Grazie a Internet. E alle migliaia di investigatori volontari che, su Internet, non credono alle “versioni ufficiali”. La storia è istruttiva, e va raccontata.
    In breve, su Internet, questi complottisti hanno scoperto la prima fonte della notizia: il National Post, un piccolo quotidiano canadese molto filo-israeliano. Il National Post diceva di aver ricevuto l’informazione da “esiliati iraniani”, di cui non faceva i nomi.
    Ma per i diffidenti di Internet, non è stato difficile risalire alla identità dell’informatore. Sul giornale canadese, infatti, scrive regolarmente un “esiliato iraniano” che vive in Usa da decenni. Questo personaggio si chiama Amir Taheri. Ora, basta battere il nome “Amir Taheri” su un motore di ricerca, e si scopre che questo prolifico esule scrive regolarmente anche sul Jerusalem Post - il giornale israeliano vicino al Likud - e sul Weekly Standard, che è l’organo ufficiale americano dei cosiddetti “neoconservatori”, ossia dei falchi che, come vice-ministri del Pentagono, hanno voluto e teorizzato la guerra all’Iraq.
    Ma intanto, altri ricercatori su Internet scoprivano altri particolari. Per esempio, che Amir Taheri è uno dei clienti di un’agenzia di pubbliche relazioni chiamata “Benador Associates”. Quest’agenzia si occupa di “piazzare” sui grandi giornali gli articoli di tutti i più famosi neoconservatori americani: da Michael Leeden (già noto come diffusore della falsa informazione secondo cui Saddam si era procurato minerale di uranio dal Niger, faccenda in cui sono coinvolti anche i servizi italiani) a Richard Perle, il capo dell’ufficio di consulenza speciale del Pentagono che ha architettato l’invasione dell’Iraq; da James Woolsey, ex direttore della Cia, ad A. M. Rosenthal, già direttore del New York Times, a Charles Krauthammer, editorialista dello stesso giornale... questi nomi diranno poco al lettore italiano. Ma si tratta del Gotha dei bellicisti Usa. E va notato che molti di loro hanno doppia cittadinanza, americana e israeliana. La Benador Associates, fondata da Elena Benador, essa stessa vicina al partito israeliano Likud, si occupa non solo di caldeggiare la pubblicazione degli articoli di questi suoi clienti, ma soprattutto di farli invitare nei talk-show televisivi dove essi ripetono che Ahmadinejad è “il nuovo Hitler”, che a Teheran c’è “il Quarto Reich”, e che perciò bisogna bombardare l’Iran prima che si faccia la Bomba.
    Intanto un tale Jim Henley, che ha un blog su Internet, aveva fatto un’altra scoperta. Amir Taheri, sul giornale canadese, citava come autore del decreto sulla stella gialla un “ministro per l’Orientamento islamico” iraniano di nome “Mostafa Pourhardani”. Rapida ricerca sulla lista dei ministri in carica a Teheran, e Henley appura che non solo non esiste un Pourhardani, ma nemmeno un ministero per l’orientamento islamico.
    A quel punto il corrispondente dell’agenzia Reuters a Teheran va a leggersi il progetto di legge discriminatorio di cui aveva parlato Taheri. E scopre che esiste sì un progetto che promuove l’uso di abiti e tessuti tradizionali persiani, “ma nessuna proscrizione delle minoranze religiose”. E non basta: un deputato iraniano, Moris Motamed, rilascia alla Reuters una smentita infuocata. «Nel progetto di legge non c’è una sola parola a proposito di uno speciale disegno o colore per le minoranze religiose», dice: «I nostri nemici cercano di creare tensioni tra le minoranze religiose e di sfruttare la situazione a loro vantaggio».
    Il bello è che questo deputato Motamed è ebreo. Si scopre così non solo che gli ayatollah non obbligano gli ebrei dell’Iran (circa 250 mila) a circolare con una stella gialla, ma che questi hanno perfino dei loro rappresentanti nel parlamento islamista. Alla fine il National Post canadese, subissato da e-mail del popolo di Internet, deve ammettere che la notizia è falsa, e fare le sue scuse.
    Salvo errori, non ci risulta che né il Foglio di Ferrara né il tg di Mimun, né gli altri “grandi giornali” italiani, abbiano dato alla smentita il rilievo che hanno dato alla notizia falsa. Ma ormai i complottisti di Internet hanno colato a picco la manovra, e reso la notizia inutilizzabile per la propaganda.
    Perché questo è: propaganda bellica, in preparazione e a giustificazione dell’attacco forse imminente alle installazioni nucleari iraniane. Con il forte sospetto che la faccenda sia stata orchestrata dal Mossad, che di simili operazioni è maestro. Ed anche di peggiori.
    Qualche esempio storico? Il 14 gennaio 1951, in Iraq, un attentato dinamitardo fece saltare l’antica sinagoga Masauda Shemtov: morì un bambino ebreo di sette anni, ed altri 27 fedeli rimasero feriti. Nel panico, migliaia di famiglie israelite - membri della più antica comunità ebraica del mondo, quella babilonese, che abitava in Iraq indisturbata da 2.500 anni - chiesero di emigrare in Israele. Solo nel 1977 uno storico israeliano rivelò che a fare l’attentato erano stati “elementi sionisti” proprio allo scopo di costringere gli ebrei iracheni a riparare in Israele, che aveva bisogno di una popolazione crescente per contrastare la potenza demografica dei palestinesi.
    Nell’estate 1954, al Cairo e ad Alessandria d’Egitto, terroristi ignoti misero una serie di bombe nelle sedi dell’Usis e contro locali pubblici di proprietà di inglesi. Nasser, appena arrivato al potere, sospettò degli attentati i Fratelli Musulmani. Ma il 4 luglio, accadde che al cinema Rio di Alessandria (di proprietà di un inglese) un attentatore si fece scoppiare la bomba in tasca; ferito ma vivo, risultò trattarsi di Philip Natanson, cittadino egiziano di religione ebraica. In breve, si scoprì che tutti gli attentati erano stati orchestrati da un colonnello del Mossad di nome Avraham Dar, che aveva arruolato un gruppetto di ebrei egiziani convincendoli che occorreva fare qualcosa per il bene d’Israele; Nasser infatti era troppo benvisto da Washington. Il colonnello se la squagliò in tempo, lasciando in mano alla polizia egiziana i poveri terroristi dilettanti, alcuni dei quali furono condannati a morte. La storia è nota come “l’affare Lavon” perché l’allora ministro israeliano della Difesa, Pinhas Lavon, dovette dimettersi come mandante dei falsi attentati “islamici”. Anche se probabilmente era all’oscuro di tutto e il Mossad aveva agito di propria iniziativa.
    La differenza è che a quei tempi non c’era Internet. Allora era facile far durare le false notizie anche per anni, o sopprimere le smentite fattuali che le rivelavano come provocazioni. Dopotutto, a controllare i giornali che contano sono, in ogni paese, una decina di direttori di quotidiani; ed anche da quando c’è la tv, basterà aggiungere un’altra decina di direttori di “grandi” tg. Persone che sono state messe a quel posto perché sono abili a capire da sé, senza bisogno di ordini, quali notizie “sparare”, e quali è prudente tacere.
    Poi, anni dopo, la verità viene a galla. Quando ormai non serve più a contrastare la politica che la provocazione o la disinformazione aveva lo scopo di promuovere. Per esempio, solo di recente Cossiga ha rivelato che, quando Moro fu rapito dalle Brigate Rosse, “un servizio segreto estero” prese in mano la faccenda e trattò con le Br per la liberazione di Moro. Al senatore Giovanni Pellegrino, capo della Commissione Stragi, Cossiga ha confidato che quel “servizio” era il solito Mossad. Se l’avesse detto subito, forse Moro non sarebbe finito ammazzato? Forse le conseguenze politiche sarebbero state diverse?
    Non sappiamo. Sappiamo però che ora, con Internet, le centrali che fabbricano le notizie false non possono affidarsi ad una ventina di direttori importanti. Devono passare al vaglio di migliaia di investigatori complottisti, che le sbugiardano in tempo reale, e che poi sparano migliaia di e-mail ai giornali, facendo saltar fuori la verità un po’ prima del necessario. Anche la “verità ufficiale” sull’11 settembre viene demolita a poco a poco sulla Rete; e già i “grandi” media cominciano a doverne prendere atto, e a fare trasmissioni, per esempio, sul fantomatico aereo che quel giorno colpì il Pentagono, e che forse era un missile...

  2. #2
    kalashnikov47
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    Non mi pare che i media che si sono scagliati contro l'Iran, cavalcando la bufala, abbiano fatto marcia indietro. Non mi stupirei fra qualche tempo, qualcuno di questi signori filo-usrael, contando sulla smemoratezza degli italiani, ritirasse tranquillamente fuori la balle della stella di David da indossare in Iran

  3. #3
    Fieramente Leghista
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    Citazione Originariamente Scritto da kalashnikov47
    Non mi pare che i media che si sono scagliati contro l'Iran, cavalcando la bufala, abbiano fatto marcia indietro. Non mi stupirei fra qualche tempo, qualcuno di questi signori filo-usrael, contando sulla smemoratezza degli italiani, ritirasse tranquillamente fuori la balle della stella di David da indossare in Iran
    infatti puoi stare sicuro che ci riproveranno, tempo qualche mese o qualche anno al massimo.

  4. #4
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    Wink

    Citazione Originariamente Scritto da kalashnikov47
    Non mi pare che i media che si sono scagliati contro l'Iran, cavalcando la bufala, abbiano fatto marcia indietro. Non mi stupirei fra qualche tempo, qualcuno di questi signori filo-usrael, contando sulla smemoratezza degli italiani, ritirasse tranquillamente fuori la balle della stella di David da indossare in Iran


    la comunità cristiana della persia è crollata del 95% dal 1979 al 2005, a causa dell'odio e del razzismo degli islamici contro i cristiani o contro chiunque non creda in allah

    neanche i nazisti erano riusciti a sterminare il 95% degli ebrei d'europa,
    i muslim , con i cristiani, sono riusciti a fare meglio dei nazisti

  5. #5
    kalashnikov47
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    Citazione Originariamente Scritto da MEROVINGIO
    la comunità cristiana della persia è crollata del 95% dal 1979 al 2005, a causa dell'odio e del razzismo degli islamici contro i cristiani o contro chiunque non creda in allah

    neanche i nazisti erano riusciti a sterminare il 95% degli ebrei d'europa,
    i muslim , con i cristiani, sono riusciti a fare meglio dei nazisti
    Io non so quale sia la situazione numerica dei cristiani in Iran. So che sono rappresentati in parlamento.
    Comunque non capisco questo odio sfrenato contro gli iraniani. Ci hanno per caso bombardato? Hanno massacrato dei padani?
    Se dobbiamo odiarli perchè ce lo ordina Condoleeza Rice, accomadati pure. Io non vengo.

  6. #6
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    io opterei per l'odio contro gli usa.

 

 

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