Cannes, il trionfo di Ken Loach

Cannes premia Ken Loach. The Wind That Shakes The Barley, il nuovo film del regista inglese, si è aggiudicato la Palma d'Oro sconfiggendo la concorrenza del favoritissimo Volver di Pedro Almodovar. Il film di Loach racconta la rivoluzione irlandese degli anni Venti utilizzandola come metafora della situaziuone attuale: l'Iraq, Guantanamo e l'«esportazione della democrazia», che vede la Gran Bretagna di Tony Blair in prima linea accanto all'alleato statunitense.
«È bello ed eccitante che una storia vera che parla di lacerazioni ma anche di desiderio di pace possa uscire da questo festival con un premio importante come la Palma d'Oro - ha commentato il regista - il mio film parla della storia, ma si rivolge alla realtà di oggi e per questo spero sia utile». La decisione di premiare Loach, presa all'unanimità dalla giuria, non ha provocato polemiche fra gli sconfitti. «Se vi sono sembrato teso e troppo serio - ha detto Almodovar - è anche perché il film candidato alla vigilia porta con sé, quasi per una maledizione, la garanzia della sconfitta. Se posso esprimere un auspicio è che in futuro il Festival non ci chiami più, come mi è successo stamane, per convocarci alla premiazione. Vi garantisco che prima si passa una notte d'inferno. Detto questo, sono onorato per il premio alla sceneggiatura perché una buona storia è la pietra miliare del nostro lavoro di registi e sono profondamente felice del premio collettivo alle mie attrici perché lo interpreto anche come un riconoscimento ai tanti, straordinari interpreti del cinema spagnolo di oggi che non sempre hanno il giusto riconoscimento. Io ho la fortuna di avere i miei film visti in tutto il mondo e di lavorare con attrici fantastiche come Carmen Maura, con cui sono ritornato sul set diciassette anni dopo la prima volta, o la fantastica Penelope Cruz. Per tutte le mie attrici mi sento questa sera una specie di mamma e vorrei anche sottolineare che è bello essere premiati in un'edizione del Festival che molto spesso ha parlato la lingua spagnola, di qua e di là dell'Oceano».
Almodovar ha infatti ricevuto il premio per la miglior sceneggiatura e le sue sei attrici (Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Chus Lampreave, Yohana Cobo e Blanca Portillo) si sono divise quello per la miglior interpretazione femminile, così come gli Indigenes di Rachid Bouchareb (Jamel Debbouze, Samy Naceri, Sami Bouajila, Roschdy Zem e Bernard Blancan). Babel di Alejandro González Iñárritu ha vinto il premio per la miglior regia, mentre il cinema italiano, rappresentato da Il caimano di Nanni Moretti e L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino, è rimasto a bocca asciutta. «Non è per la forma se dico che mi porto dentro un grande dolore per il risultato - ha detto Monica Bellucci, membro della giuria, a proposito di quest'ultimo film - e la stessa considerazione dovrei farla per Nanni Moretti perché il fatto di aver già vinto la Palma d'Oro non è una ragione sufficiente per non averne titolo una seconda volta. Purtroppo alla fine si trattava di fare delle scelte e nessuno di noi, a cominciare dal presidente, si è limitato all'orgoglio del proprio cinema».
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