Originariamente Scritto da
Léon Degrelle
Forza Nuova ha deciso di testimoniare con una presenza in piazza l’opposizione al gay pride di Torino.
Abbiamo deciso di farlo nonostante lo scarso riscontro elettorale per l’area della destra radicale e l’insediamento di un governo che, quanto a libertà di espressione e di manifestazione, non promette nulla di buono (li corteo di Verona è il primo sintomo di questa situazione).
Quanto al consenso, c’è da dire che, a fronte di uno scarso risultato della nostra “area”, è anche vero che nelle ultime politiche il centro destra ha recuperato molti punti rispetto alle previsioni proprio con una campagna fortemente incentrata sui nostri temi: famiglia, immigrazione, riduzione delle tasse per il ceto medio, ecc…
Quindi una larga parte dell’elettorato è sensibile a questi temi, ma ora, passate le elezioni, il centro destra ha abbandonato gli slogan e non intende muoversi.
Quanto al gay pride in particolare, l’opposizione di Forza Nuova è politica più che morale. Noi riteniamo che ognuno a casa propria può fare quello che vuole, ma non è questo il punto. Il punto è: PER LA COMUNITA’ NAZIONALE, PER LO STATO, PER IL FUTURO DELL’ITALIA, è meglio privilegiare la famiglia o gli omosessuali, i figli o i transessuali? E’ meglio sostenere economicamente chi fa figli o permettere, per esempio, a Vladimir Luxuria di godere della pensione di reversibilità del fidanzato?
E’ chiara una cosa: oggi nessuno perseguita gli omosessuali, e il gay pride non rivendica diritti ma privilegi che nessun altro cittadino può vantare. Gli omosessuali pretendono agevolazioni rispetto agli altri cittadini solo per il loro orientamento: “Sono omosessuale, voglio la casa! Voglio la pensione!” Altro che discriminazioni, oggi essere omosessuali conviene, ci manca solo che richiedano il 5 per mille…
Il senso della presenza di FN in piazza contro il gay pride quindi, non è quello di raccogliere voti o consensi, ma, nel silenzio di tutti, di testimoniare che esiste ancora un’avanguardia che sa distinguere cosa è bene e cosa è male, cosa si deve fare e cosa non si deve fare per la grandezza delle Istituzioni e dello Stato.