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Risultati da 21 a 30 di 52

Discussione: E al referendum?

  1. #21
    Razza Piave
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    Citazione Originariamente Scritto da cabernet
    Gli unionisti voteranno NO .
    Sveglia! state certi che se in Padania vinceranno i NO non diranno certo che sarà stato merito degli indipendentisti!
    Voterò SI nonostante la riforma non mi entusiasmi , ma il SI sarà sarà soprattutto per il significato politico che verrà attribuito.
    L'importante è che in Padania vincano i SI
    Concordo, sante parole, non facciamoci del male da soli. se passa il no nel lombardo- veneto, la tematica non dico indipendentista, ma solamente federalista, verrà accantonato per i prossimi decenni

  2. #22
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    Non so se l'avete capito ma qualsiasi tematica autonomista non ha più cittadinanza per il semplice motivo che il maggior partito "in Italia" che si dichiarava autonomista è diventato romano. Ergo, meglio ricominciare da Zero.
    Gli indipendentisti non cercano il No per il loro tornaconto personale ma per allontanare dal campo indipendentista tutti quei parassiti che in questi anni hanno figliato sulla carcassa leghista.

    Luca
    Comunità Antagonista Padana

  3. #23
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    Per ccudega: la base lavora ma è la dirigenza a decidere la linea politica, e se la dirigenza scontenta la base ritengo che farle mancare l’appoggio sia una strategia più che ragionevole.
    Se io fossi un capo di partito e per ragioni di interesse cominciassi a slegarmi dai miei legami con la base per "flirtare" assieme a partiti propugnatori di ideali diversi, se non addirittura antitetici, e la base continuasse a lavorare duro e a non farmi mancare i consensi, io continuerei bellamente il mio flirt, perché alle mie orecchie suonerebbe come una condivisione. Se invece la base si mostrasse riluttante a seguirmi nelle mie "oscillazioni" farei un passo indietro e cercherei di recuperarne la fiducia, ristabilendo un forte legame.

    Riguardo ad alleanze con altri partiti muovo qualche obiezione: due anni fa, quando ormai il mio distacco dalla Lega procedeva sempre più verso un punto di non ritorno, inviai una lettera a "La Padania" e a "Il federalismo" (poi pubblicata anche sul sito e sul forum dei Giovani Padani) nella quale proponevo che si mettesse al centro il federalismo e si lasciasse più libertà sugli altri temi (immigrazione, diritti civili, lavoro, ecc.); in concreto anziché proporre l’immagine della Lega come un partito fermamente attestato su posizioni di destra, occorreva invece riconoscere il pluralismo esistente nella base, anche per non entrare in contraddizione con uno degli slogan più ripetuti sulla radio, "Contro il pensiero unico, le idee". Sostenevo che sotto il cappello del federalismo avrebbero potuto trovare espressione diversi orientamenti, consapevole del fatto che non tutti i federalisti sono pronti a militare o votare un partito di destra.
    In buona sostanza per cercare alleanze occorre evitare di propugnare un pensiero unico, come la Lega ha fatto nel precedente governo.
    Potresti replicare affermando che la Lega faceva parte della Cdl e che quindi volente o no le toccava portare avanti certi ideali, e potrei risponderti che fino a qualche anno fa una strategia del genere sarebbe stata avversata, dato che la priorità è quella di rappresentare un territorio, e questo territorio è abitato da persone con idee diametralmente opposte.
    Ritengo che se a livello governativo si fosse adottata una strategia unitaria (senza estremismi di sorta), controbilanciata da una maggiore libertà alla base, la causa del federalismo avrebbe trovato maggior fortuna. Può sembrare strampalato come ragionamento ma non lo è per niente. So di cosa parlo.

    per Maxadhego: condivido in toto quello che hai scritto, è proprio quello che intendo dire

    per Guerjèr Pramzàn: innanzitutto non ho insultato nessuno e gradirei un pari trattamento, se è possibile.
    Riguardo alle autonomie ormai non vedevo più nella Lega un soggetto credibile (giacché troppo compromesso con chi autonomista non era) per portare avanti certe istanze, e dato che la Lega era l’ultimo baluardo su cui appigliarsi,
    le misi in un cassetto.
    Sulle identità invece la mia posizione andava sempre più divaricandosi da quella leghista. Recentemente ho trovato un testo in cui le mie concezioni vengono sintetizzate in modo esemplare.
    Questo testo si chiama "Eccessi di culture", è curato dall’antropologo Marco Aime e pubblicato da Einaudi.
    Riporto qualche riga:
    "Sebbene i genetisti del periodo nazista si siano impegnati nella ricerca della razza pura, oggi, per fortuna, sappiamo che è stato uno sforzo vano. Altrettanto vano sarebbe cercare di individuare una purezza originale nelle culture, che sono somma e sottrazione di tutti gli elementi che le hanno attraversate nel tempo. Se questo accade è solo perché ci fermiamo allo sguardo superficiale che ci porta ad affermare che alcuni di noi sono simili, e pertanto sono esponenti di una cultura specifica e diversa da quella degli altri. Quali "noi" e quali "altri" dipende da scelte più o meno arbitrarie, perché, come scrive Francesco Remotti, "l’identità è un fatto di decisioni"."
    Un errore che si fa spesso è quello di vedere le culture come blocchi monolitici e sottratti al divenire, laddove invece uno sguardo critico rileverebbe un florilegio di differenze più o meno pronunciate, e uno continuo mutare.
    Inoltre molto spesso la valorizzazione di certe culture finisce per alimentare complessi di superiorità o quantomeno di esclusivismo, due fenomeni che reputo deleteri e pericolosi.
    Mi sono iscritto a Rifondazione perché cercavo un partito di sinistra radicale che portasse avanti le cause della laicità, dell’ampliamento dei diritti civili, del pacifismo, dell’antiproibizionismo, dell’egualitarismo e della critica al capitalismo.
    La scelta è caduta proprio sul PRC perché ha svolto una certosina operazione di autocritica e ha abbandonato propositi rivoluzionari, adottando invece una posizione governista da un lato e movimentista dall’altro (cercando di tenere lontano le teste calde) , realizzando così un orizzonte di democrazia partecipativa che costituisce una novità.
    Ecco motivata la mia scelta. Maturando politicamente e culturalmente anche le mie posizioni pian piano sono cambiate, e ho tratto le logiche conseguenze.

    Per ZENA: credo che la possibile costituzione di un partito unico rappresenti la pietra tombale per chi si riconosce nel programma della Lega.
    Tuttavia dubito che questo possa accadere, presumo che siano semplicemente proclami scanditi per alimentare il dibattito e intorbidire le acque.

    Per Silvioleo: esatto, non credo che l’indipendentista possa gioire per questa riforma, a meno che non abbia subito un lavaggio del cervello.

    Per Dragonball: questo è quanto dicono dai vertici, poi chissà…
    Elargire il proprio consenso per una riforma che di federalista ha ben poco (e che è "costata" ben 5 anni di governo), come già scritto in precedenza, a mio avviso rappresenta il nulla osta che viene dato ai rappresentanti altolocati per adottare una linea di desistenza.
    Meglio svegliarsi o continuare a prolungare l’incubo? Pensaci.

    Grazie per le vostre risposte, a presto!
    Saluti,
    Marco

  4. #24
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    Citazione Originariamente Scritto da Luca
    Non so se l'avete capito ma qualsiasi tematica autonomista non ha più cittadinanza per il semplice motivo che il maggior partito "in Italia" che si dichiarava autonomista è diventato romano. Ergo, meglio ricominciare da Zero.
    Gli indipendentisti non cercano il No per il loro tornaconto personale ma per allontanare dal campo indipendentista tutti quei parassiti che in questi anni hanno figliato sulla carcassa leghista.

    Luca
    Comunità Antagonista Padana

    Se il referendum ci fosse stato 2 anni fa, quando ero ancora in Lega, avrei fatto il medesimo ragionamento

  5. #25
    BraveHeart
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    Il votare No per fare dispetto alla Lega non è intelligente. Si sono accettati coalizioni accordi che penalizzavano per raggiungere questo referendum e voi lo volete bocciare per poi proporre chissàcosa. Ragionate, non siate solamente antileghisti.

  6. #26
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    Direi che anzi il nostro No da un certo punto di vista è eminentemente FILO-LEGHISTA.

    Luca
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  7. #27
    giovanni.fgf
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    Citazione Originariamente Scritto da M.Machiorletti
    Per ccudega: la base lavora ma è la dirigenza a decidere la linea politica, e se la dirigenza scontenta la base ritengo che farle mancare l’appoggio sia una strategia più che ragionevole.
    Se io fossi un capo di partito e per ragioni di interesse cominciassi a slegarmi dai miei legami con la base per "flirtare" assieme a partiti propugnatori di ideali diversi, se non addirittura antitetici, e la base continuasse a lavorare duro e a non farmi mancare i consensi, io continuerei bellamente il mio flirt, perché alle mie orecchie suonerebbe come una condivisione. Se invece la base si mostrasse riluttante a seguirmi nelle mie "oscillazioni" farei un passo indietro e cercherei di recuperarne la fiducia, ristabilendo un forte legame.

    Riguardo ad alleanze con altri partiti muovo qualche obiezione: due anni fa, quando ormai il mio distacco dalla Lega procedeva sempre più verso un punto di non ritorno, inviai una lettera a "La Padania" e a "Il federalismo" (poi pubblicata anche sul sito e sul forum dei Giovani Padani) nella quale proponevo che si mettesse al centro il federalismo e si lasciasse più libertà sugli altri temi (immigrazione, diritti civili, lavoro, ecc.); in concreto anziché proporre l’immagine della Lega come un partito fermamente attestato su posizioni di destra, occorreva invece riconoscere il pluralismo esistente nella base, anche per non entrare in contraddizione con uno degli slogan più ripetuti sulla radio, "Contro il pensiero unico, le idee". Sostenevo che sotto il cappello del federalismo avrebbero potuto trovare espressione diversi orientamenti, consapevole del fatto che non tutti i federalisti sono pronti a militare o votare un partito di destra.
    In buona sostanza per cercare alleanze occorre evitare di propugnare un pensiero unico, come la Lega ha fatto nel precedente governo.
    Potresti replicare affermando che la Lega faceva parte della Cdl e che quindi volente o no le toccava portare avanti certi ideali, e potrei risponderti che fino a qualche anno fa una strategia del genere sarebbe stata avversata, dato che la priorità è quella di rappresentare un territorio, e questo territorio è abitato da persone con idee diametralmente opposte.
    Ritengo che se a livello governativo si fosse adottata una strategia unitaria (senza estremismi di sorta), controbilanciata da una maggiore libertà alla base, la causa del federalismo avrebbe trovato maggior fortuna. Può sembrare strampalato come ragionamento ma non lo è per niente. So di cosa parlo.

    per Maxadhego: condivido in toto quello che hai scritto, è proprio quello che intendo dire

    per Guerjèr Pramzàn: innanzitutto non ho insultato nessuno e gradirei un pari trattamento, se è possibile.
    Riguardo alle autonomie ormai non vedevo più nella Lega un soggetto credibile (giacché troppo compromesso con chi autonomista non era) per portare avanti certe istanze, e dato che la Lega era l’ultimo baluardo su cui appigliarsi,
    le misi in un cassetto.
    Sulle identità invece la mia posizione andava sempre più divaricandosi da quella leghista. Recentemente ho trovato un testo in cui le mie concezioni vengono sintetizzate in modo esemplare.
    Questo testo si chiama "Eccessi di culture", è curato dall’antropologo Marco Aime e pubblicato da Einaudi.
    Riporto qualche riga:
    "Sebbene i genetisti del periodo nazista si siano impegnati nella ricerca della razza pura, oggi, per fortuna, sappiamo che è stato uno sforzo vano. Altrettanto vano sarebbe cercare di individuare una purezza originale nelle culture, che sono somma e sottrazione di tutti gli elementi che le hanno attraversate nel tempo. Se questo accade è solo perché ci fermiamo allo sguardo superficiale che ci porta ad affermare che alcuni di noi sono simili, e pertanto sono esponenti di una cultura specifica e diversa da quella degli altri. Quali "noi" e quali "altri" dipende da scelte più o meno arbitrarie, perché, come scrive Francesco Remotti, "l’identità è un fatto di decisioni"."
    Un errore che si fa spesso è quello di vedere le culture come blocchi monolitici e sottratti al divenire, laddove invece uno sguardo critico rileverebbe un florilegio di differenze più o meno pronunciate, e uno continuo mutare.
    Inoltre molto spesso la valorizzazione di certe culture finisce per alimentare complessi di superiorità o quantomeno di esclusivismo, due fenomeni che reputo deleteri e pericolosi.
    Mi sono iscritto a Rifondazione perché cercavo un partito di sinistra radicale che portasse avanti le cause della laicità, dell’ampliamento dei diritti civili, del pacifismo, dell’antiproibizionismo, dell’egualitarismo e della critica al capitalismo.
    La scelta è caduta proprio sul PRC perché ha svolto una certosina operazione di autocritica e ha abbandonato propositi rivoluzionari, adottando invece una posizione governista da un lato e movimentista dall’altro (cercando di tenere lontano le teste calde) , realizzando così un orizzonte di democrazia partecipativa che costituisce una novità.
    Ecco motivata la mia scelta. Maturando politicamente e culturalmente anche le mie posizioni pian piano sono cambiate, e ho tratto le logiche conseguenze.

    Per ZENA: credo che la possibile costituzione di un partito unico rappresenti la pietra tombale per chi si riconosce nel programma della Lega.
    Tuttavia dubito che questo possa accadere, presumo che siano semplicemente proclami scanditi per alimentare il dibattito e intorbidire le acque.

    Per Silvioleo: esatto, non credo che l’indipendentista possa gioire per questa riforma, a meno che non abbia subito un lavaggio del cervello.

    Per Dragonball: questo è quanto dicono dai vertici, poi chissà…
    Elargire il proprio consenso per una riforma che di federalista ha ben poco (e che è "costata" ben 5 anni di governo), come già scritto in precedenza, a mio avviso rappresenta il nulla osta che viene dato ai rappresentanti altolocati per adottare una linea di desistenza.
    Meglio svegliarsi o continuare a prolungare l’incubo? Pensaci.

    Grazie per le vostre risposte, a presto!
    Saluti,
    Marco

    Grazie per queste fini ed esaurienti precisazioni su cui concordo completamente e che con un pò di invidia non avrei saputo esporre.

    D'altronde , il Suo nome e sinonimo di intelligenza e perspicacia.

    con ossequi.

  8. #28
    ilariamaria
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    Citazione Originariamente Scritto da Luca
    Direi che anzi il nostro No da un certo punto di vista è eminentemente FILO-LEGHISTA.

    Luca
    Comunità Antagonista Padana
    ohhh le prime capriole... o piroette...

  9. #29
    ilariamaria
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    Ho trovato un sito mentre cercavo materiale...

    ve lo segnalo così uscite dall'idea che votare Si opure NO sia a un voto pro o contro la lega nord
    http://www.giovanivotanosi.com

  10. #30
    Forumista esperto
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    Citazione Originariamente Scritto da ilariamaria
    ohhh le prime capriole... o piroette...

 

 
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