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Dragonball
Il comandante dell’Octopus: 20 mila euro? Non so se verremo
Sardegna, tassa del lusso. Gates non prenota
Via all’imposta tra proteste e minacce di disdetta
PORTOROTONDO — Il primo a chiamare è stato il comandante di Octopus, megayacht (120 e più metri) che da anni in agosto incrocia fra la Costa Smeralda, Capri e Montecarlo con a bordo Bill Gates e Paul Allen, cofondatori di Microsoft: «E’ vero che se attracchiamo anche un sol giorno in Sardegna pagheremo una tassa di 20 mila dollari?». Difficile che l’uomo più ricco del mondo batta ciglio per una somma una tantum cinque volte meno di ciò che costa, giustappunto in un giorno, la gestione di Octopus. Però... Il comandante ha confermato la crociera nel Mediterraneo, lasciando in sospeso gli scali in Sardegna. «Vi faremo sapere», ha comunicato all’agenzia che cura il supporto al megayacht.
Proteste, paura di disdette, operatori nautici in rivolta: da ieri i non residenti pagano la «tassa sul lusso», barche e aerei devono versare da 150 a 15 mila euro, come prevede la legge fortemente voluta dal governatore Renato Soru. Una giornata tranquilla; mugugni, gran confusione, ma non l’annunciata rivolta dei turisti, sbarcati a migliaia per il primo ponte di giugno. Pochi sapevano e non c’era obbligo di pagamento immediato. Per versare c’è tempo 60 giorni, la Regione Sardegna ha diramato mercoledì sera a porti e aeroporti un fax con le prime istruzioni: si dovrà versare alle Poste, conto corrente 72729809.
Ma nessuno, che si sappia, si è preoccupato di pagare; meglio attendere il regolamento che verrà emanato nelle prossime settimane. Le proteste. «E’ comunque un colpo durissimo - è convinto Gian Battista Borea d’Olmo, direttore della Marina di Portorotondo - e cancella 30 anni di lavoro. E’ un regalo a Croazia e Grecia. I diportisti, spaventati, andranno là». Al largo di Portorotondo è all’ancora «Tatoosh», panfilo di 93 metri: se entra in porto pagherà? Nell’incertezza, è rimasto fuori. Lamentele anche da Carloforte, Alghero e soprattutto dalla Gallura. Renato Azara, titolare della Sardinia Yacht Service, a Porto Cervo, ha impugnato la legge al Tar: «Noi consigliamo: non pagate, almeno per ora». Rivolta fiscale? «No. Amarezza. Ora sarà crisi». Le disdette. Poche già pervenute, molte annunciate. «A giorni dovevano arrivare 26 barche francesi — lamenta Piero Bardanzellu, sindaco di Santa Teresa di Gallura — hanno telefonato: «Non veniamo, c’è la tassa. Speriamo ci ripensino» Più bellicoso Franco Cuccureddu, sindaco di Castelsardo e presidente di un consorzio di 11 porti turistici: «Così ci annientano. E allora sa che cosa faccio? Aumento le tariffe per i sardi e le diminuisco per i non residenti e studierò il modo di rimborsargli la tassa».
Olbia (13.358 movimenti in un anno) d’estate è il primo scalo in Europa per traffico di aerei privati. Ieri nel piazzale c’erano più di 10 jet executive. «Immaginate i piloti che fanno la coda all’ufficio postale per pagare?» ironizzava il titolare di una società di aerotaxi. Fra i favorevoli alla tassa sul lusso, due voci autorevoli. L’uomo d’affari americano Tom Barrack (proprietario della Costa Smeralda) e l’armatore Vincenzo Onorato (Moby Lines, Mascalzone Latino): «Le barche a vela pagano la metà? E’ giusto - afferma Onorato - e poi, se gli importi sono ragionevoli, che male c’è?».
Alberto Pinna
02 giugno 2006
Complimenti a Soru.
E' molto bravo a far scappare i turisti.