Domenica, 04 giugno
''Il no al referendum sarebbe una iattura anche per la sinistra riformista e rischia di creare una frattura geografica insanabile nel Paese'': il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, interviene sulla questione del referendum per confutare il no di Fassino all' ipotesi di dialogo sulla riforma federalista lanciata da Bossi e Tremonti. Conversando con l'Ansa, Calderoli respinge anche la posizione di Giovanni Sartori che, in un editoriale sul Corriere della Sera, oggi sostiene che il no al referendum aprirebbe ''una speranza credibile di buone riforme'' mentre il si' ''inchioderebbe invece senza scampo a una Costituzione disastrosa''.
''Semmai e' l'esatto contrario - sostiene Calderoli -, le aperture del centrodestra sono oggi un impegno solenne e non trattabile. Mentre il no, sostenuto strenuamente solo da chi non vuole cambiare nulla, renderebbe impossibile qualsiasi riforma per decenni, oltretutto con la forza della legittimazione popolare. E' possibile che Fassino e altri non si rendano conto che il no a priori, e quindi un referendum muro contro muro, e' una trappola che renderebbe vana qualsiasi ipotesi di riforme, spezzando il Paese in due?''.
A che proposito parla di frattura geografica oltre che politica nel caso non si aprisse il dialogo? ''Questo e' un pericolo reale e che deve far riflettere - risponde il coordinatore delle segreterie della Lega Nord - gia' alle politiche il voto ha diviso in due l'Italia, da una parte l'area produttiva del nord e la Sicilia, dall'altra il Paese che non si e' affrancato dall' assistenzialismo. Situazione che si e' replicata nella formazione del governo dove il nord non e' rappresentato. Adesso se il si' vincera', come e' certo, nel nord e nelle zone produttive del sud come la mettiamo? C'e' la possibilita' che i cittadini non si riconoscano piu' nelle istituzioni. E in una situazione economica che richiede al Paese uno sforzo reale, come fara' il governo a chiedere al nord di tirare la carretta senza quelle riforme che la gente reclama da anni?''.
''E' evidente - aggiunge - che di fronte a una situazione di questo tipo potrebbero partire proteste forti, con la gente che scende in piazza, per arrivare fino allo sciopero fiscale''. ''Quelli che si definiscono riformisti nella sinistra - conclude Calderoli - oggi hanno una grande responsabilita': dimostrino che sono tali aprendo al dialogo a partire dal si' al referendum. Altrimenti possono considerarsi solo utili portatori d'acqua degli statalisti-centralisti che non vogliono cambiare nulla, condannando il Paese a una instabilita' assai pericolosa''.
Ottimo allora votiamo in massa NO...