CAGLIARI - "Prima rientrano a casa meglio è. L'Iraq è un posto dove la vita umana non conta, mentre la popolazione è da aiutare". A parlare con i giornalisti, fuori dalla casa di Selargius, è Marco Pibiri, padre di Alessandro, il militare ucciso ieri sera in Iraq. A comunicare la tragica notizia alla famiglia è stato il cappellano militare della Brigata Sassari, padre Mariano.
A casa Pibiri è un continuo via vai di parenti e amici, fin dalle prime ore del mattino: davanti all'ingresso principale della villetta nel centro del paese, staziona un picchetto del 151/o reggimento della Brigata Sassari, di stanza a Cagliari. Sono arrivati, nella notte, anche i genitori dell'altro militare di Selargius ferito nell'attentato. In visita alla famiglia anche il presidente della regione Sardegna, Renato Soru.
Ricordando l'attività del figlio in Iraq, il genitore ha svelato che Alessandro gli raccontava diversi particolari della sua missione: "Mi diceva che faceva la scorta ai convogli che andavano in Kuwait - ha detto ai giornalisti - perché lì avvenivano gli sbarchi di armi".
Alessandro Pibiri, 24 anni, si era arruolato nel 2000. Era in servizio presso la compagnia contro carri della Task Force 'Alfa', presso il 152esimo reggimento fanteria 'Sassari'. Il suo rientro in Italia era previsto per il 28 giugno.