Mafia: boss libero per un cavillo
In ordinanza custodia mancava pagina
Vincenzo Di Lauro, condannato a 8 anni di carcere per associazione mafiosa, da martedì è tornato a essere un uomo libero. La decisione è stata presa dal tribunale del Riesame di Napoli, che ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Di Lauro lo scorso maggio: nell'ordinanza infatti mancava una pagina e il ricorso dei difensori del boss è stato accolto.
Erede designato dell'impero di Paolo Di Lauro, detto "Ciruzzo 'o milionario", il figlio Vincenzo era stato arrestato nell'aprile di due anni fa. Il suo nome rientrava nella lista dei 500 latitanti più ricercati d'Italia. Dopo un anno e mezzo di irreperibilità era stato scovato a Chivasso, a mille chilometri da casa sua. Il suo arresto era stato a dir poco rocambolesco, con scene da film: Vincenzo che fugge sui tetti, sgattaiolando da un balcone all'altro fino ad avvolgersi in un tappeto sperando di fuggire ai quaranta militari in assetto antisommossa che gli davano la caccia.
Suo fratello Cosimo avrebbe scatenato la faida di Secondigliano tra i fedeli del clan Di Lauro e gli scissionisti: 50 morti in un anno e mezzo. Ma Vincenzo non c'entra: lui era giù in carcere e comunque, per indole, cerca sempre di evitare la violenza. E' stato arrestato il 1° aprile del 2004: un bel pesce di aprile, come quello, fuori tempo massimo, di una scarcerazione che arriva per mancanza di una pagina. La procura aveva la possibilità di chiedere un'altra ordinanza, ma questo non è avvenuto.