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  1. #21
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    Nature biotechnolgy, Science...te le devo elencare tutte????

    Inatnto guarda cosa dice Bruno Dalla Piccola, genetista di fama mondiale....

    Lei privilegia la ricerca sulle staminali adulte, mentre uno dei temi più forti della campagna dei promotori del referendum è la "necessità" della ricerca sugli embrioni per ottenere staminali embrionali, indispensabili per vincere l’Alzheimer o il Parkinson.
    Questa è propaganda. In realtà, le staminali adulte hanno 30 anni di ricerca alle spalle; si sa con certezza che hanno la facoltà di ricostruire midollo, muscolo cardiaco e pelle. Esiste una logica nella biologia: se in tutti gli organi queste cellule sono selezionate e presenti, vuol dire che hanno un vantaggio selettivo, cioè che qualche ragione funzionale ne giustifica la sopravvivenza. Non possiamo affermare lo stesso invece delle staminali embrionali, la cui stabilità e plasticità è tutta da verificare. Ora, che in presenza di una ricerca molto più avanzata si debbano invece sacrificare gli embrioni per ricerche dagli esiti assolutamente incerti, appare almeno discutibile.
    Che cos’è un embrione secondo lei, professore?
    È, fin dall’unione dei gameti, il portatore di un programma biologico unico e irripetibile. Non è una questione di fede, ma di biologia. E non c’entra, come ho sentito vergognosamente affermare da Giovanni Sartori a "Otto e mezzo", se ha o no il cervello funzionante – allora gli handicappati e i malati di Alzheimer non sarebbero degni di vivere. Con i fondamenti biologici del medico dunque, e non del politologo, mi permetto di dire che l’embrione è quel programma biologico unico, che prosegue per tutta la vita dell’uomo che nascerà.

    Il 75% degli italiani però, secondo un sondaggio del Sole 24 Ore, ritiene «utile usare embrioni umani nel tentativo di curare malattie come l’Alzheimer».
    Bisogna vedere come sono formulate le domande. Se dici semplicemente alla gente: volete che si curino le più gravi malattie della vecchiaia, diranno quasi tutti di sì. Se però spieghi che la strada delle staminali embrionali è a tutt’oggi utopistica, e che piuttosto è più prossima quella delle staminali adulte, per le quali già si parla di prospettive di trials – secondo il professor Angelo Vescovi – su tessuti nervosi, quelle stesse persone cambieranno idea.

    Il 52,4% di coloro che rispondono al sondaggio dice però che «non sa cosa siano le biotecnologie in campo medico». Su una batteria di domande, un terzo dà 1 risposta esatta su 5, e l’11% nemmeno una.
    Il che conferma un mio piccolo test. Durante i week end a Ferrara ho provato, fra amici con tanto di laurea, a verificare cosa sanno di staminali, eterologa, diagnosi preimpianto. Niente, zero o quasi, non uno che avesse un’idea chiara. Questo è il motivo per cui io ho aderito al Comitato per l’astensione, e ritengo giusto non votare al referendum. Non si può chiedere al cittadino di esprimere un voto competente su temi di questa complessità. Andrà a votare guidato da sentimenti politici, senza capire quello che va veramente a decidere. Non si tratta di dare dell’ignorante all’italiano medio, ma di riconoscere che il referendum è uno strumento inappropriato, nella rudimentalità dei suoi quesiti, per ridisegnare una legge delicata come quella sulla procreazione assistita.

    Alcuni giornali riferiscono di esodi di coppie sterili all’estero – benché nessuno abbia cifre dimostrate.
    Ho letto anch’io di dottoresse operanti in centri che hanno perso qualche cliente, che si lamentano: «Adesso le pazienti vanno in Croazia, senza garanzie sanitarie». Perché, in Italia, in tanti centri, prima della legge, che garanzie c’erano? La legge 40 è stata fatta anche per fermare abusi e sfruttamenti ai danni delle coppie. È stata fatta per regolamentare i problemi della sterilità, e non quelli della ereditarietà: la confusione fatta in questo senso è impropria. È stata fatta per non creare altri embrioni sovrannumerari oltre ai 30 mila esistenti, e per impedire la donazione eterologa, nel momento in cui anche la Gran Bretagna rimuove l’anonimato e restituisce ai figli il diritto di conoscere il nome del padre. Ma tutto questo i giornali non lo dicono.

    Perché non dicono delle prospettive della ricerca sulle staminali adulte? Come mai questa preferenza per le embrionali?
    È una battaglia ideologica, e economica. La terapia genica, su cui si era tanto fatto affidamento, non sta mantenendo le aspettative: resterà comunque un fatto elitario, e bisognoso di adattamento a ciascun paziente. La grande prospettiva ora è la terapia cellulare, cioè derivata da staminali. Se queste fossero embrionali, però, lo spazio per il brevetto delle tecniche di applicazione terapeutica sarebbe in buona parte ancora vergine, con grandi possibilità di guadagno.

    Così dice un grande genetista, vox clamantis in deserto insieme al professor Angelo Vescovi e a pochi altri studiosi italiani. Sui giornali invece raccontano: volete curare l’Alzheimer? O con gli embrioni, o niente.

  2. #22
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    Citazione Originariamente Scritto da Ragioniamo!
    E in che modo lo danneggia, scusa?
    Per me il bambino deve avere una figura materna e una paterna.. Ovviamente non mi riferivo al fatto che due gay nn possano essere buoni genitori e premurosi nei confronti del bambino! (magari sono migliori di tante coppie etero..)

  3. #23
    email non funzionante
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    Citazione Originariamente Scritto da kalash
    Nature biotechnolgy, Science...te le devo elencare tutte????

    Inatnto guarda cosa dice Bruno Dalla Piccola, genetista di fama mondiale....

    Lei privilegia la ricerca sulle staminali adulte, mentre uno dei temi più forti della campagna dei promotori del referendum è la "necessità" della ricerca sugli embrioni per ottenere staminali embrionali, indispensabili per vincere l’Alzheimer o il Parkinson.
    Questa è propaganda. In realtà, le staminali adulte hanno 30 anni di ricerca alle spalle; si sa con certezza che hanno la facoltà di ricostruire midollo, muscolo cardiaco e pelle. Esiste una logica nella biologia: se in tutti gli organi queste cellule sono selezionate e presenti, vuol dire che hanno un vantaggio selettivo, cioè che qualche ragione funzionale ne giustifica la sopravvivenza. Non possiamo affermare lo stesso invece delle staminali embrionali, la cui stabilità e plasticità è tutta da verificare. Ora, che in presenza di una ricerca molto più avanzata si debbano invece sacrificare gli embrioni per ricerche dagli esiti assolutamente incerti, appare almeno discutibile.
    Che cos’è un embrione secondo lei, professore?
    È, fin dall’unione dei gameti, il portatore di un programma biologico unico e irripetibile. Non è una questione di fede, ma di biologia. E non c’entra, come ho sentito vergognosamente affermare da Giovanni Sartori a "Otto e mezzo", se ha o no il cervello funzionante – allora gli handicappati e i malati di Alzheimer non sarebbero degni di vivere. Con i fondamenti biologici del medico dunque, e non del politologo, mi permetto di dire che l’embrione è quel programma biologico unico, che prosegue per tutta la vita dell’uomo che nascerà.

    Il 75% degli italiani però, secondo un sondaggio del Sole 24 Ore, ritiene «utile usare embrioni umani nel tentativo di curare malattie come l’Alzheimer».
    Bisogna vedere come sono formulate le domande. Se dici semplicemente alla gente: volete che si curino le più gravi malattie della vecchiaia, diranno quasi tutti di sì. Se però spieghi che la strada delle staminali embrionali è a tutt’oggi utopistica, e che piuttosto è più prossima quella delle staminali adulte, per le quali già si parla di prospettive di trials – secondo il professor Angelo Vescovi – su tessuti nervosi, quelle stesse persone cambieranno idea.

    Il 52,4% di coloro che rispondono al sondaggio dice però che «non sa cosa siano le biotecnologie in campo medico». Su una batteria di domande, un terzo dà 1 risposta esatta su 5, e l’11% nemmeno una.
    Il che conferma un mio piccolo test. Durante i week end a Ferrara ho provato, fra amici con tanto di laurea, a verificare cosa sanno di staminali, eterologa, diagnosi preimpianto. Niente, zero o quasi, non uno che avesse un’idea chiara. Questo è il motivo per cui io ho aderito al Comitato per l’astensione, e ritengo giusto non votare al referendum. Non si può chiedere al cittadino di esprimere un voto competente su temi di questa complessità. Andrà a votare guidato da sentimenti politici, senza capire quello che va veramente a decidere. Non si tratta di dare dell’ignorante all’italiano medio, ma di riconoscere che il referendum è uno strumento inappropriato, nella rudimentalità dei suoi quesiti, per ridisegnare una legge delicata come quella sulla procreazione assistita.

    Alcuni giornali riferiscono di esodi di coppie sterili all’estero – benché nessuno abbia cifre dimostrate.
    Ho letto anch’io di dottoresse operanti in centri che hanno perso qualche cliente, che si lamentano: «Adesso le pazienti vanno in Croazia, senza garanzie sanitarie». Perché, in Italia, in tanti centri, prima della legge, che garanzie c’erano? La legge 40 è stata fatta anche per fermare abusi e sfruttamenti ai danni delle coppie. È stata fatta per regolamentare i problemi della sterilità, e non quelli della ereditarietà: la confusione fatta in questo senso è impropria. È stata fatta per non creare altri embrioni sovrannumerari oltre ai 30 mila esistenti, e per impedire la donazione eterologa, nel momento in cui anche la Gran Bretagna rimuove l’anonimato e restituisce ai figli il diritto di conoscere il nome del padre. Ma tutto questo i giornali non lo dicono.

    Perché non dicono delle prospettive della ricerca sulle staminali adulte? Come mai questa preferenza per le embrionali?
    È una battaglia ideologica, e economica. La terapia genica, su cui si era tanto fatto affidamento, non sta mantenendo le aspettative: resterà comunque un fatto elitario, e bisognoso di adattamento a ciascun paziente. La grande prospettiva ora è la terapia cellulare, cioè derivata da staminali. Se queste fossero embrionali, però, lo spazio per il brevetto delle tecniche di applicazione terapeutica sarebbe in buona parte ancora vergine, con grandi possibilità di guadagno.

    Così dice un grande genetista, vox clamantis in deserto insieme al professor Angelo Vescovi e a pochi altri studiosi italiani. Sui giornali invece raccontano: volete curare l’Alzheimer? O con gli embrioni, o niente.


    Dunque...
    Quando si sono cominciati questi studi sulle staminali, si pensava che queste si trovassero solo negli embrioni, che, appunto, sono costituiti da tantissime cellule non differenziate in tessuti e capaci di generare tessuti di qualsiasi tipo e, all' occasione, in caso di lesioni, di rigenerare il tessuto leso. Successivamente si è scoperto che invece quasi tutti gli organi hanno cellule staminali (le staminali adulte) che possono essere utilizzate per riparare l' organo stesso. Alcuni tipi di staminali adulte possono anche dar luogo tessuti diversi da quelli dell' organo di provenienza: da ciò viene fuori l' ipotesi di poter fare a meno della ricerca sulle staminali embrionali. Si tace però il fatto che le staminali adulte (somatiche) sono, è vero, multipotenti (alcune di esse possono dar luogo anche a tessuti diversi dall' organo di provenienza) ma non sono totipotenti come le staminali embrionali (che possono dar luogo a qualsiasi tipo di tessuto) nè, essendo il lavoro sulle staminali embrionali molto più recente di quello sulle staminali adulte (che ha più di 40 anni) si sono potute ancora sperimentare tutte le potenzialità delle staminali embrionali
    Insomma, in altri termini, le staminali adulte di ogni organo possono essere utilizzate per riparare quell’organo e le staminali del midollo osseo possono funzionare per riparare diversi organi, ma le staminali embrionali sono in grado di rigenerare qualunque tessuto.
    Ah, nè la bibbia delle riviste scientifiche, cioè Nature, nè Science nè nessun' altra rivista scientifica internazionalmente quotata prendono posizione a favore dell' esclusione della ricerca sulle staminali embrionali, anzi! (sarebbe stato stranissimo se l'avessero fatto)
    Su Dalla Piccola e Vescovi dirò in seguito, perchè ora devo andare.

  4. #24
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    E certo che non prendono posizione!!! E chi gliele paga le pubblicità???

 

 
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