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    Citazione Originariamente Scritto da Caenazzo
    DOSSIER
    GIUGNO 2006


    UNA NAZIONE A SOVRANITA’ LIMITATA
    LA PRESENZA MILITARE AMERICANA IN ITALIA


    La presenza di basi e installazioni militari americane in Italia è oggi articolata e diffusa su tutto il territorio nazionale, esse sono infatti presenti in 16 delle 20 regioni italiane, con una maggiore densità di presidi in alcune zone ritenute strategiche (nord-est, Campania e isole), vediamo nel dettaglio l’elenco:







    Le sigle

    Usaf: aviazione

    Navy: marina

    Army: esercito

    Nsa: National security agency [Agenzia di sicurezza nazionale]

    Setaf: Southern european task force [Task force sudeuropea]







    Elenco per Regioni


    Trentino Alto Adige

    1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.

    2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.


    Friuli Venezia Giulia

    3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare e centro di telecomunicazioni dell'Usaf in Italia [almeno tremila militari e civili americani ]. Nella base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell'Usaf [un gruppo di cacciabombardieri ] utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Inoltre la Sedicesima Forza Aerea ed il Trentunesimo Gruppo da caccia dell'aviazione Usa, nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Si presume che la base ospiti, in bunker sotterranei la cui costruzione è stata autorizzata dal Congresso, bombe nucleari. Nella base aerea di Aviano (Pordenone) sono permanentemente schierate, dal 1994, la 31st Fighter Wing, dotata di due squadriglie di F-16 [nella guerra contro la Jugoslavia nel 1999, effettuo' in 78 giorni 9.000 missioni di combattimento: un vero e proprio record] e la 16th Air Force. Quest'ultima è dotata di caccia F-16 e F-15, e ha il compito, sotto lo U. S. European Command, di pianificare e condurre operazioni di combattimento aereo non solo nell'Europa meridionale, ma anche in Medio Oriente e Nordafrica. Essa opera, con un personale di 11.500 militari e civili, da due basi principali: Aviano, dove si trova il suo quartier generale, e la base turca di Incirlik.
    4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.

    5. Rivolto [Ud]. Base USAF.

    6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.

    7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.

    8. Trieste. Base navale Usa.


    Veneto

    9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Setaf della Us Army, che controlla le forze americane in Italia, Turchia e Grecia. In questa base vi sono le forze da combattimento terrestri normalmente in Italia: un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio. Importante stazione di telecomunicazioni. I militari e i civili americani che operano a Camp Ederle dovrebbero essere circa duemila. Da qui sono partiti mezzi e militari verso i teatri di guerra jugoslavi e , più recentemente, irakeno.

    10. Vicenza: Comando Setaf. Quinta Forza aerea tattica [Usaf]. Probabile deposito di testate nucleari.

    11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.

    12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.

    13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni

    14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni

    15. Istrana [Tv]. Base Usaf.

    16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.

    17. Verona. Air Operations Center [Usaf ]. e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni [Usaf].

    18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.

    19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.

    20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.

    21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.

    22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.

    23. Venezia. Base navale Usa.

    24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.

    25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.

    26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.

    27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.


    Lombardia

    28. Ghedi [Bs]. Base dell'Usaf, stazione di comunicazione e deposito di bombe nucleari.

    29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].

    30. Remondò [Pv]. Base Us Army.

    108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.


    Piemonte

    31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.

    32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.


    Liguria

    33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].

    34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.

    35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina. Composta da tre strutture. Innanzitutto il Saclant, una filiale della Nato che non è indicata in nessuna mappa dell'Alleanza atlantica. Poi c'è Maricocesco, un ente che fornisce pezzi di ricambio alle navi. E infine Mariperman, la Commissione permanente per gli esperimenti sui materiali da guerra, composta da cinquecento persone e undici istituti [dall'artiglieria, munizioni e missili, alle armi subacquee].


    Emilia Romagna

    36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.

    37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

    38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.

    39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.

    40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.

    41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.


    Marche

    42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.


    Toscana

    43. Camp Darby [Pi]. Il Setaf ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo [tra Pisa e Livorno], con circa 1.400 uomini, dove si trova il 31st Munitions Squadron. Qui, in 125 bunker sotterranei, e' stoccata una riserva strategica per l'esercito e l'aeronautica statunitensi, stimata in oltre un milione e mezzo di munizioni. Strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno, attraverso il Canale dei Navicelli, è base di rifornimento delle unità navali di stanza nel Mediterraneo. Ottavo Gruppo di supporto Usa e Base dell'US Army per l'appoggio alle forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo, nel Golfo, nell'Africa del Nord e la Turchia.

    44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni: da qui sono gestite tutte le informazioni raccolte dai centri di telecomunicazione siti nel Mediterraneo. Deposito munizioni Us Army; Base Nsa.

    45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.

    46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.

    47. Poggio Ballone [Gr]. Tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli: Centro radar Usa con copertura Nato.

    48. Livorno. Base navale Usa.

    49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


    Sardegna

    50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa, base di sommergibili, squadra navale di supporto alla portaerei americana "Simon Lake".

    51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.

    52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].

    53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della Us Navy.

    54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.

    55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

    56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.

    57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.

    58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.

    59. Capo Teulada [Ca]. Da Capo Teulada a Capo Frasca [Or ], all'incirca 100 chilometri di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70 mila ettari di zone "off limits": poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della Sesta flotta americana e della Nato.

    60. Cagliari. Base navale Usa.

    61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.

    62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.

    63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.

    64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.

    65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.


    Lazio

    66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato e il coordinamento logistico interforze Usa. Stazione Nato

    67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.

    68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato, in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo

    69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.

    70. Gaeta [Lt]. Base permanente della Sesta flotta e della Squadra navale di scorta alla portaerei "La Salle".

    71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato sotto controllo Usa.

    Campania

    72. Napoli. Comando del Security Force dei Marines. Base di sommergibili Usa. Comando delle Forze Aeree Usa per il Mediterraneo. Porto normalmente impiegato dalle unità civili e militari Usa. Si calcola che da Napoli e Livorno transitino annualmente circa cinquemila contenitori di materiale militare.

    73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.

    74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

    76. Nisida [Na]. Base Us Army.

    77. Bagnoli [Na]. Sede del più grande centro di coordinamento dell'Us Navy di tutte le attività di telecomunicazioni, comando e controllo del Mediterraneo.

    78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.

    80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.

    81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.

    82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.

    83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.

    84. Mondragone [Ce]: Centro di Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico, dove verrebbero spostati i comandi Usa e Nato in caso di guerra

    85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.


    Basilicata

    79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.

    86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.


    Puglia

    87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.

    88. Brindisi. Base navale Usa.

    89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.

    90. San Vito dei Normanni [Br]. Vi sarebbero di stanza un migliaio di militari americani del 499° Expeditionary Squadron;.Base dei Servizi Segreti. Electronics Security Group [Nsa ].

    91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.

    92. Otranto. Stazione radar Usa.

    93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.

    94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.


    Calabria

    95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.

    96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.


    Sicilia

    98. Sigonella [Ct]. Principale base terrestre dell'Us Navy nel Mediterraneo centrale, supporto logistico della Sesta flotta [circa 3.400 tra militari e civili americani ]. Oltre ad unità della Us Navy, ospita diversi squadroni tattici dell'Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l'una.

    99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa.

    102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.

    103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.

    104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.

    105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.

    107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.

    110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].

    111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.

    112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecomunicazioni Us Navy, base aerea e radar Nato.

    113. Isola di Lampedusa [Ag]: Base della Guardia costiera Usa. Centro d'ascolto e di comunicazioni Nsa.


    DAL CERMIS ALL’URANIO, UNA STORIA DI TRAGEDIE E ORDINARIE INGIUSTIZIE

    La storia delle basi americane in Italia è purtroppo costellata di abusi, ingerenze, di veri e propri crimini rimasti impuniti, una storia di ingiustizie quotidiane cui le autorità Italiane non hanno mai voluto opporsi.
    Alcuni episodi, i più drammatici hanno scosso le coscienze e rimangono ben impresse nel ricordo dell’opinione pubblica.

    IL DRAMMA DEL CERMIS, LA STRAGE IMPUNITA

    Il 3 febbraio 1998, alle ore 15,12, un caccia “prowler”, partito 36 minuti prima dalla base militare di Aviano, trancia di netto due cavi della funivia che da Cavalese porta al monte Cermis facendo precipitare a valle una cabina. È la tragedia: muoiono 19 turisti (tedeschi, olandesi, austriaci, belgi, polacchi, tra di loro un ragazzino di 14 anni) e Marcello Vanzo, il manovratore.
    L’aereo dei marines in volo d’addestramento stava eseguendo una missione autorizzata anche dalle autorità italiane, probabilmente però quel “prowler” fu erroneamente inserito in una lista che doveva essere riservata solo agli F16,ma nessuno si accorse di quest’errore.
    La procura di Trento, in ogni caso, stabilì velocemente la gravissima responsabilità del pilota. L’aereo infatti procedeva a velocità sensibilmente superiori a quelle previste (500miglia orarie e non 100), inoltre avrebbe dovuto mantenersi sopra i 650 metri di quota mentre l’impatto avvenne a 150. Alle stesse conclusioni arrivò la commissione d’inchiesta americana:” La causa dell’incidente – si legge nel documento - e’ stata un errore dell’equipaggio che ha guidato in modo aggressivo l’aereo, superando la velocità massima e volando ben al di sotto della quota richiesta”. I periti italiani stabilirono anche che il velivolo si infilò volontariamente tra i cavi distanti tra di loro una quarantina di metri. Insomma si trattò di una bravata finita in tragedia.
    Prove schiaccianti e ricostruzioni chiare non hanno però evitato che il dramma del Cermis passasse alla storia come una strage impunita.
    Dopo una lunga battaglia legale, con decisive pressioni provenienti anche dall’allora inquilino della Casa Bianca Clinton, i militari americani riuscirono ad evitare il processo in Italia.
    Il 4 Marzo 1999 il Capitano Richard Ashby venne incredibilmente assolto dalla corte marziale di Camp Lejeune. La corte gli riconobbe che il volo era autorizzato a una quota di 500 piedi (ma lui stava molto piu’ sotto, altrimenti non avrebbe tranciato i cavi), che le mappe di volo non contenevano le indicazioni della funivia (lo stesso comando dei marines lo ha smentito: sulla Tpc, la carta di pilotaggio tattico la funivia era segnata) e che il radar-altimetro presentava difetti di funzionamento (circostanza mai dimostrata).
    Ashby verrà poi condannato alla mite pena di sei mesi di carcere(scontati solo in parte) per distruzione di prove, esisteva infatti, come confessato dal co-pilota, un video di quel volo, che venne distrutto.
    Diciannove vittime innocenti, per la giustizia made in Usa non valsero che qualche mese di detenzione.
    Erano i tempi della crisi in Kossovo, del Governo d’Alema, del primo post-comunista a Palazzo Chigi, pronto, pochi giorni dopo, a schierarsi con gli Stati Uniti nell’aggressione alla Serbia.


    SARDEGNA, URANIO E BASI AMERICANE

    Le numerose morti per leucemie, mielomi e linfomi registrate in Sardegna, nei pressi in particolare dei presidi militari di Perdasdefogu e Salto di Quirra potrebbero essere la tragica conseguenza dell’utilizzo, nelle basi, di Uranio impoverito.
    È questa la tesi alla base di una sentenza ormai definitiva, con la quale nel 2002 la Corte dei Conti di Venezia ha riconosciuto il diritto all'indennizzo al padre di un giovane soldato di Padova morto di leucemia, a 27 anni durante il servizio militare di leva nel Poligono di Perdasdefogu. Il giudice ha accolto la tesi del difensore: a provocare la malattia furono le radiazioni emesse dall'uranio impoverito contenuto nelle munizioni utilizzate nelle esercitazioni.
    Le morti per simili patologie nella zona hanno avuto effettivamente una frequenza difficilmente spiegabile altrimenti, di fronte alla quale le parole delle autorità sollecitate sull’argomento sono sempre apparse evasive.
    Nei primi mesi del 2002 il sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu dichiarava: "Nel poligono missilistico di Perdasdefugu - Capo San Lorenzo non è mai stato usato munizionamento contenente uranio impoverito".
    Pochi giorni dopo, incalzato da un’interrogazione parlamentare in cui si faceva riferimento al tristemente singolare caso di Escalaplano comune di poche anime che negli anni 80 vide un numero anomalo di bambini nati con gravi malformazioni, il Ministro della Difesa Martino ha prima escluso categoricamente l'utilizzo di munizionamento contenente uranio impoverito nel poligono del Salto di Quirra. Poi, lo ha escluso per gli ultimi dieci anni, lasciando quindi intendere il suo utilizzo nel decennio precedente.
    Il Ministro della salute Sirchia dichiarava: "Se i dati che mi riferite sono veri - ha detto il ministro - c'è da prestare massima attenzione e il governo indagherà per individuare le cause" per poi fare rapidamente retromarcia e, dopo aver avuto evidentemente qualche suggerimento, rettificare dicendo: “dobbiamo analizzare attentamente i dati e poi si potrà discutere. Ci troviamo davanti a piccoli numeri e i piccoli numeri possono condurre a falsi risultati".
    In questo triste balletto di reticenze e omissioni appare quanto mai rilevante una dichiarazione che Falco Accame, ex Presidente della commissione Difesa della Camera, aveva rilasciato un paio d’anni prima dell’esplosione del caso e che, stranamente, fu passata sotto silenzio. Il 25 Settembre del 2000 aveva detto: "in Sardegna vengono scaricati da paesi alleati che usano armi all'uranio impoverito grandi quantità di proiettili, specie nel Salto di Quirra".
    Nei primi mesi del 2004 una ricerca indipendente francese denunciò la forte presenza di torio 234 nelle acque tra Sardegna e Corsica. La rilevazione, nelle acque della Maddalena, fu eseguita poco tempo dopo l’incidente al sommergibile statunitense Hartford.
    Il torio 234 è il primo discendente dell'uranio 238 e componente del combustibile che alimenta i sommergibili, il che farebbe pensare ad un inquinamento delle acque causato dall’incidente. In realtà la reticenza delle autorità americane, e i numerosi lati oscuri nella vicenda dell’incidente al sommergibile, lasciano seri dubbi: l’abnorme presenza di uranio 238 e suoi derivati potrebbe essere l’ennesima prova dall’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito nelle basi.


    VICENZA, LA BASE HA IL CONTO IN ROSSO

    Episodio dai contorni certo molto meno drammatici, ma che rende bene l’idea dell’assoluta abitudine all’abuso e al mancato rispetto delle leggi Italiane da parte degli americani sul nostro territorio, è quello di fronte al quale si sono trovati alcuni italiani che hanno lavorato presso la caserma Ederle.
    Italiani dipendenti del Governo degli Stati Uniti, ma il cui contratto è regolato dalla legge Italiana,e le cui controversie in materia di lavoro sono sotto la giurisdizione del tribunale del lavoro di Vicenza.
    In realtà il comportamento degli americani non si attiene alle norme del nostro codice.
    Le cause di lavoro non dovrebbero infatti gravare in nessun modo a livello economico sul dipendente che, invece, si vede costretto in caso di contenzioso coi rappresentanti della base a versare da subito un balzello di 91 dollari.
    Secondo le norme italiane “le sentenze che pronunciano condanna a favore del lavoratore per crediti derivanti dal rapporto di cui all’articolo 409 sono provvisoriamente esecutive” quindi il datore di lavoro è tenuto a pagare immediatamente senza aspettare ulteriori gradi di giudizio, cosa che puntualmente i rappresentanti del governo americano contestano.
    La stragrande maggioranza di chi ha vinto cause di questo tipo non ha ottenuto un centesimo. Inutili solleciti, diffide, ingiunzioni, inutile perfino il tentativo di pignorare beni della caserma, tutti definiti “strategicamente” importanti.
    Lo stratagemma più incredibile è però quello predisposto per evitare il pignoramento dal conto del Governo Usa presso la Banca Nazionale del Lavoro. Il conto infatti è in rosso. Sempre: 365 giorni l’anno. Ogni sera infatti, accusano i legali dei lavoratori, la banca segnala al governo di Washington, un attimo prima di chiudere, di quanto è scoperto. E volta per volta il buco è ripianato con l’arrivo contestuale del necessario. Meglio: un po’ meno del necessario, così che il conto resti sempre in rosso.
    Inutile dire che le interrogazioni parlamentari predisposte a riguardo da alcuni Senatori non hanno avuto alcuna risposta.






    Dal Giornale di Sardegna del 10-10-2005

    LE BASI USA A NOSTRO CARICO, COSì L’ITALIA PAGA I MARINES

    Sconti su bollette e trasporti, contributi in denaro contante per centinaia di milioni. Da La Maddalena ad Aviano la mappa delle servitù salatissime.
    Il 37 per cento delle spese militari «di stazionamento» è a carico del governo italiano.
    Lo Stato italiano paga ogni anno il trentasette per cento dei costi delle basi (Aviano, La Maddalena, Sigonella e altre) e delle truppe americane di stanza nel nostro paese: risulta dai documenti ufficiali di bilancio delle forze armate Usa, del Dipartimento della difesa e del Congresso (il Parlamento) degli Stati Uniti. Nel 1999 il tributo versato da Roma a Washington è stato pari a 530 milioni di dollari (circa 480 milioni di euro), mentre nel 2002 i contribuenti italiani hanno partecipato alle spese militari americane per un ammontare di 326 milioni di dollari. Tre milioni sono stati dati in denaro liquido, il resto sotto forma di sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite che riguardano trasporti, tariffe e servizi ai soldati e alle famiglie. La maggior parte dei pagamenti, si legge nelle carte ufficiali del Governo di Washington, nascono da «accordi bilaterali» («bilateral agreements» nei testi originali) tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dalla divisione delle spese in ambito Nato.
    Il metodo di prelievo si chiama «burden-sharing» («condivisione del peso») ed è illustrato nel “Nato Burdensharing After Enlargment” pubblicato nell'agosto 2001 dal Congressional Budget Office (Ufficio per il bilancio) del Congresso. Vi si legge (capitolo III, pagina 27) che i comandi militari Usa stimano che grazie a questi accordi soltanto per le opere e i servizi nella base di Aviano «i contribuenti - (taxpayers) - americani hanno risparmiato circa 190 milioni di dollari».
    Quanto all'impegno complessivo del nostro fisco verso gli Usa, il documento chiave è il Report on Allied Contributions to the Common Defense (rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune), consegnato nel marzo 2001 dal Segretario alla difesa (il ministro) al Congresso degli Stati Uniti. Alla pagina 6 della sezione I si legge quanto segue: «Italia e Germania pagano, rispettivamente, il 37 (l'Italia) e il 27 per cento dei costi di stazionamento di queste forze (le forze armate Usa, ndr)».
    Nel rapporto “Defense Infrastructure” consegnato nel luglio 2004 al Congresso da parte dell'Ufficio governativo per la trasparenza, a pagina 18 si legge che «diversi Paesi europei forniscono vari tipi di sostegno da parte delle nazioni ospitanti. Per esempio, nel bilancio 2001, Germania e Italia hanno dato i maggiori contributi, valutati rispettivamente in 862 e in 324 milioni di dollari». Si tratta, spiega il rapporto, di contributi diretti e indiretti «aggiuntivi rispetto a quelli della Nato».
    Intesa bilaterale. In caso di dismissioni di basi Roma deve risarcire Washington per «l'investimento»

    IL SITO MILITARE CHIUDE? C’è ANCHE L’INDENNIZZO.
    I pagamenti di denaro italiano agli Stati Uniti non finiranno nemmeno nel caso - ipotetico, visto che La Maddalena si rafforza - di chiusura di basi e installazioni nel nostro Paese. Nei patti siglati dai governi di Roma e Washington esiste infatti una clausola chiamata “Returned Property - Residual Value”, anch'essa documentata negli atti ufficiali del Congresso americano. Il meccanismo - tutt'ora in vigore e confermato da carte di quest'anno - è ben illustrato nella testimonianza che il colonnello Dean Fox, capo del Genio dell'Aviazione Usa in Europa, rilasciò ai parlamentari degli Stati Uniti l'8 aprile del 1997. «Il ritiro (delle truppe, ndr) e la conseguente restituzione di alcune ex basi degli Stati Uniti alle nazioni ospitanti ha creato l'opportunità per gli Stati Uniti di reclamare il valore residuale come risarcimento degli investimenti statunitensi». È un diritto al pagamento delle “migliorie” apportate dalle forze armate Usa a territori che avrebbero avuto prima un valore inferiore. Gli accordi variano. Quelli con l'Italia sono descritti alla pagina 17 delle “osservazioni preliminari” del rapporto che l'Ufficio della Casa Bianca per la trasparenza (il Goa) ha consegnato al Congresso nel luglio del 2004: «Italia: gli accordi bilaterali stabiliscono che se il Governo italiano riutilizza le proprietà restituite entro tre anni (dalla restituzione, ndr), gli Stati Uniti possono riaprire le trattative per il valore residuale». Ciò comporta, oltre al pagamento dell'indennizzo, un vincolo per il riuso delle terre, perché in questo caso il rimborso aumenta. È vero che le intese prevedono anche che gli Usa paghino alla nazione ospitante i danni ambientali: ma in un rapporto della Commissione governativa per le basi militari all'estero (9 maggio 2005) si legge che finora questi costi sono risultati «limitati».



    CON PRODI LA MUSICA RIMANE LA STESSA: ANCORA BASI…

    Notizia di questi giorni è la richiesta di Washington al neonato Governo Prodi di poter installare nei pressi di Vicenza una nuova base militare.
    La sinistra di governo che doveva segnare una svolta nella politica estera italiana dimostra il suo asservimento totale alle direttive d’oltreoceano e la continuità nei fatti con la subalternità a Washington degli ultimi governi.
    Dal D’Alema fedele alleato di Clinton nella guerra a Milosevic al sempre accondiscendente ai poteri forti Prodi, anche a sinistra la musica non cambia.
    La città di Vicenza è già tristemente nota per la presenza di una delle più grandi installazioni militari americane sul suolo italiano: la Caserma Ederle già sede del V A.t.a.f. dell’UsArmy. Da questa caserma sono negli anni partiti militari e mezzi per le moltelplici operazioni offensive portate dagli americani nei diversi conflitti che li hanno visti protagonisti e carnefici: dalla Bosnia al Kossovo, ai bombardamenti di Belgrado fino alle ultime operazioni contro L’Iraq. Soggiornava a Vicenza anche l’infame Richard Ashby pilota di caccia Prowler che abbattè la funivia del Cermis a Cavalese, mai processato per quella strage di civili, causata dall’arrogante prepotenza militare statunitense in Italia. Come se non bastasse, gli USA hanno chiesto al neo-governo Prodi di poter installare una nuova base militare vicino a Vicenza per una spesa di 800 milioni di Dollari, trovando nel vice-premier Rutelli una sostanziale adesione.
    Lo stesso Rutelli, pressato da un deputato -Fabbris -che lo interrogava, ha confermato finalmente in maniera ufficiale che l'amministrazione americana con l'assenso del governo e delle autorità italiane ha deciso di rafforzare la loro piazzaforte di Vicenza. Anche l'aeroporto civile Dal Molin a nord della città passerà sotto controllo statunitense. Una nuova grande caserma sorgerà ai suoi limiti, sempre per la 173a brigata aviotrasportata airborne, gli sky soldiers, già molto famosi (sono quelli che hanno invaso il nord Iraq con la più grande operazione paracadutata).
    Quello che veniva –dunque- celato è ora confermato. La nuova caserma avrà enormi dimensioni . La presenza militare americana verrà quindi - addirittura –raddoppiata: il generale americano a due stelle Kamya parla di almeno 4000 unità…
    La prossima tappa sul sentiero della nuova caserma americana all’aeroporto “Dal Molin” è fissata per il 15 giugno, quando alla Ederle si riunirà il Comipa, il comitato regionale mistoparitetico che rappresenta una sorta di commissione edilizia per le infrastrutture militari e che dovrà esaminare i 16 progetti che compongono l’operazione della nuova caserma. Non è un mistero che l’amministrazione comunale di Vicenza sia ideologicamente appiattita nei confronti degli Usa, come ci sembra evidente la retorica invettiva del centrosinistra che, da una parte contesta e dall’altra stringe patti scellerati con il Dominus a stelle e striscie.
    Questo ennesimo passaggio sancirà Vicenza come la città militare americana in Italia, con tutte le negative conseguenze, anche in termini di sicurezza e ordine pubblico che potranno seguire. Forza Nuova Veneto, e la stessa Direzione Nazionale del movimento considerano questa sciagurata ipotesi (già tesi?) con estrema ansia e preoccupazione, manifestando un solido ed aperto dissenso alla militarizzazione statunitense in atto del territorio italiano, veneto e berico.





    Fonti: www.iraqlibero.at, Pino Scaccia: “Cermis, una strage impunita” Reporter associati, Unione Sarda “il caso Quirra”, Gian Antonio Stella, Corriere della sera “Basi americane e contratti, il conto piange”, “il Giornale di Vicenza…” Giornale di Sardegna











    A CURA DI FORZA NUOVA DIREZIONE NAZIONALE
    via Dal Santo 4, Padova tel: 049/7388499 padovafn@tin.it
    via Cadlolo 90, Roma tel: 06/35348636 info@forzanuova.org
    Ottimo documento!!!
    L'EUROPA NON SI U.$.A. !!!
    AVANTI FORZA NUOVA!!!

  2. #12
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