Bossi: il congresso? non mi interessa

[asterx]

Così si esprimeva ieri umberto bossi in un'intervista del corriere della sera.
alla domanda "molti militanti, oneto e persino pagliarini chiedono un congresso straordinario della lega", il senatur risponde

"congresso? a me il congresso non interessa. ciò che mi interessa è guarire e fare il segretario della lega nord"

il leader leghista ha così indirettamente risposto al problema posto da oneto nell'articolo, sempre di ieri, pubblicato su libero, nel quale il buon gilberto si chiedeva se, come in ogni buon condominio è necessario che gli inquilini si riuniscano per discutere dei problemi della casa ed eleggere l'amministratore, anche in lega sarebbe necessario riunirsi in un congresso.

all'amministratore bossi l'assemblea di condominio non interessa, gli interessa solo fare l'amministratore.

e la salute, che dio non voglia.

[FdV77]

Io semplifico ma la penso così: secondo Bossi la LN è sua e quindi ci fa quel cazzo che vuole. Con buona pace di tutti gli onesti militanti che si son fatti in 4 per diffondere l'interesse padano anche quando ci davano dei 4 gatti sul Po.

[Nanths]

Io semplifico ma la penso così: secondo Bossi la LN è sua e quindi ci fa quel cazzo che vuole. .

E' (ed è sempre stato) esattamente così...alla faccia di strutture "democratiche" quali "congressi" etc. etc. che son stati solo una misera copertura per quella che è la verità di fondo. Di fatto resta da capire se è sua veramente o se l'ha data in pegno a qualcuno che gli ha pagato i debiti...ecco.

[Dragonball (POL)]

Non so se la Lega Nord uscirà mai dalla sindrome bossiana "padre-padrone"

[FdV77]

Se ne uscirà sarà perche il padrone è diventato un altro... il nome lo lascio a voi.

[Eridano]

La verità, prima o poi, viene a galla.
Con tutto ciò che ne consegue.
Ora aspettiamo che i bellerioti ci vengano a dire che per esprimere proposte occorre affidarsi alle procedure previste dallo statuto.
Della serie: "Lo statuto sono io!".

[Der Wehrwolf]

La verità, prima o poi, viene a galla.
Con tutto ciò che ne consegue.
Ora aspettiamo che i bellerioti ci vengano a dire che per esprimere proposte occorre affidarsi alle procedure previste dallo statuto.
Della serie: "Lo statuto sono io!".

E della serie"Dopo di me il diluvio!" ....

[Der Wehrwolf]

UMBERTO BOSSI AL CORRIERE DELLA SERA

In pizzeria Bossi rimarrà per due ore, raccontando al quotidiano di via Solferino scenari e strategie della Lega, ma anche confessando il suo vero desiderio, la speranza di guarire e di restare a lungo capo della Lega. È un Bossi «in forze, che rimane a festeggiare insieme con gli altri fino all’una di notte», scrive l’inviato del Corsera. Scherza con tutti mangia, lancia e guida i frequenti cori per il sì al referendum («Sì! Sì! E questo è per Scalfaro», ovvero il presidente del Comitato per il no, novarese). Prima di cominciare la festa si apparta per rispondere alle domande del cronista. la prima è proprio sull’Iraq. Che fare? «Visto quello che succede, dico che sarebbe meglio tornare a casa», taglia corto Bossi. Anche se non sono lì per fare la guerra? Incalza il giornalista.
«Purtroppo questo non è chiaro a tutti. Bisognerebbe fare una campagna informativa in Iraq per spiegare cosa ci fanno i nostri soldati. Che sono lì per dare una mano, per aiutare». Secondo Bossi c’è «poca chiarezza». I nostri militari vengono scambiati «per truppe occupanti. E dato che ci vedono così, si sentono legittimati ad ammazzarci».
Poi spazio al tema caro a Bossi: il referendum sulla riforma costituzionale. Con il Senatur a mettere subito i paletti: «Io non ho aperto alla sinistra, ho solo spiegato che la sinistra rischia di perdere tutti i voti del Nord». Dunque prima si vota ma si vota sì e poi si discute. Con un tavolo ad hoc per migliorare la riforma. Un’iniziativa su cui Bossi ha dato la propria parola. «Stiamo scrivendo una bozza del cambiamento e l’ideale sarebbe che anche alcuni della sinistra partecipassero al tavolo. Ma questo può avvenire soltanto dopo il sì al referendum».
E se la devolution non passasse? Gli domanda l’inviato. «Ne prenderei atto - chiosa il leader leghista -. Vorrebbe dire che l’Italia non è matura per avere democraticamente il federalismo». ma Bossi è convinto che il Nord «farà comunque vincere il sì. E in quel caso saremo legittimati ad andare ovunque, dall’Onu all’Europa, per farci valere».
E sull’eventualità di scossoni interni al Carroccio nel caso di sconfitta, Bossi è chiaro: «La base si incazzerebbe, è ovvio». Quei militanti che potrebbero tornare a chiedere con forza una spinta secessionista. Un’ipotesi possibile secondo il Senatur che annuncia per il 18 giugno a Pontida il lancio «della nostra sfida referendaria. Ci saranno anche ospiti federalisti europei, come la presidente del Parlamento basco».
Ma Bossi non lascia spazio nemmeno alle possibili dimissioni dalla guida del partito in caso di fallimento: «La dirigenza è compatta. Lo decideranno i militanti se devo restare. Io credo che lo vogliano». E ai cosiddetti “dissidenti” che chiedono un congresso straordinario, arriva una risposta secca: «Quelli non sono leghisti». Perchè al Senatur interessa solo una cosa: «Guarire. Completamente. Tornare in forze per restare alla guida della Lega». Ora - dice Bossi - «sono abbastanza migliorato. Con tutta questa fisioterapia». E’ vero: ci sono stati momenti difficili. «Anche dopo le elezioni io e Berlusconi eravamo un po’ depressi. Se lavori e non ottieni niente, un po’ di sconforto è logico. Ma se dirigi un partito come la Lega non puoi permetterti di deprimerti». Ad aiutarlo l’affetto della gente: «Non mi mollano mai. L’altro giorno a Cassano Magnago mi hanno regalato una cassetta di ciliegie: “Segretario, mangi queste che guarisce». Ma soprattutto c’è la famiglia: «La mia è meravigliosa. Mia moglie ha preso tutto da suo padre, un siciliano, uno forte, che aveva capito tutto. Vedesse com’è brava alla scuola bosina. E con i bambini disabili. Sa cosa mi ha chiesto l’altro giorno la Manuela?».
Cosa? «Se volevo scrivere un libro con lei». Non un’autobiografia ma un libro di politica. «Ma le ho detto di no. Se lo scrivo, è solo per controllarla, dice ridendo. E poi i figli: «Roberto gioca benissimo a basket. E Renzo suona il pianoforte. Quando sono stanco, si mette lì e mi suona delle canzoni vecchie, di Battisti».
C’è ancora tempo di qualche battuta con i militanti e tante strette di mano. Ogni tanto alza il braccio, a pugno chiuso e urla: «Sì!». «Giornalista, mando un messaggio ai lettori del Corriere: sì!». Poi un ultimo accenno alla politica, ancora una volta in controtendenza, a spiazzare amici e nemici. Sull’amnistia qualcuno si è sorpreso per la sua apertura? Domanda il cronista. «Non ne voglio molto parlare, chieda a Castelli. Sono sempre stato più morbido di lui, anche sulla grazia a Sofri. Sono sicuro che la galera a oltranza non fa bene a nessuno».
E su D’Elia? Si nega che un ex terrorista possa diventare parlamentare? «Io non faccio queste polemiche - chiude Bossi -. Chi ha i voti fa quello che vuole. Decide la gente. Come sempre».


[Data pubblicazione: 08/06/2006]

[Eridano]

E della serie"Dopo di me il diluvio!" ....

Bene.
Allora Ducario e FIP preparino l'Arca.

[Der Wehrwolf]

Mia moglie ha preso tutto da suo padre, un siciliano, uno forte, che aveva capito tutto. Vedesse com’è brava alla scuola bosina. E con i bambini disabili. Sa cosa mi ha chiesto l’altro giorno la Manuela?».
Cosa? «Se volevo scrivere un libro con lei». Non un’autobiografia ma un libro di politica. «Ma le ho detto di no. Se lo scrivo, è solo per controllarla, dice ridendo. E poi i figli: «Roberto gioca benissimo a basket. E Renzo suona il pianoforte. Quando sono stanco, si mette lì e mi suona delle canzoni vecchie, di Battisti».