[...]Si è parlato molto di questione settentrionale in questi ultimi tempi intendendo che l’ Unione non sarebbe in grado di cogliere l’anima e l’utilità di questo pezzo d’Italia.
Si tratta di un modo parzialmente distorto di porre il tema e induce in errore gli stessi attori politici. Se guardate i risultati elettorali la tesi proposta non trova conferma piena. Si può parlare di un caso Milano, di aree ad alta presenza della Lega, di parte del Veneto per quanto riguarda il voto amministrativo, mentre è più secca la prevalenza del centrodestra sul piano delle elezioni politiche e regionali in Lombardia e in Veneto.
Guardando il Nord nel suo insieme la presenza del centrosinistra è di tutto rilievo.
L’angolo visuale vero da cui guardare non è territoriale ma economico e politico; il tema è l’impresa e il lavoro autonomo collegato, in alcune aree ad una profonda tradizione politica cattolico-moderata.
A Milano invece è proprio la proposta complessiva del centrosinistra a non riuscire ad essere credibile. Né candidati, né programmi, nè forze politiche mostrano la capacità di incarnare la leadership della città e il suo bisogno di prospettiva e sviluppo. E questo dal ’93.
In ogni caso non siamo davanti ad un Nord impermeabile per l’Unione ma di fronte ad una grande occasione politica per questa coalizione. L’azione del Governo e la nuova offerta politica del cosiddetto “partito democratico” possono incrociare una serie di attese “settentrionali”. La partita è iniziata.
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M. Pessato, "Cinque riflessioni sulle elezioni amministrative 2006", www.postpoll.it, 31 maggio 2006