Possiamo raccontarla anche così:

...c'erano una volta un padre e una madre, abitanti una modesta casa, anonima come tante. Avevano cinque figli, di varia età, intelligenza e capacità e destinati a diversi futuri.

Cinque figli sono abbastanza per qualunque famiglia, per poter trovare in essi soddisfazione nell'età matura, per i loro risultati, o conforto e sostegno nella vecchiaia.

Ma quel padre e quella madre volevano di più. Che cosa non è dato sapere, ma sicuramente volevano altro...

E così i due decisero di fare una cosa: chiamarono i loro figli e dissero che avrebbero voluto loro più bene se e solo se fossero stati abbastanza veloci, durante i pranzi e le cene, da fiondarsi sui propri piatti e mangiare quel che vi trovavano, qualunque cosa fosse. I figli non capirono, ma il giorno dopo videro...

Infatti, il padre e la madre lasciarono tutte le porte e le finestre di casa aperte, invitando tutti i figli dei vicini al loro tavolo. Ma di piatti, così come di cibo, ce n'era solo per cinque (il padre e la madre avevano già mangiato. Loro mangiavano sempre prima, senza farsi vedere dai figli...), mentre i figli dei vicini erano parecchie decine.

I figli protestarono, ma non ebbero ascolto: i due genitori avevano scelto così. Per quale ragione, nessuno lo sa!

Perciò, ad ogni pranzo e ad ogni cena iniziò una gara grottesca, con decine di piccoli e meno piccoli che entravano da porte e finestre, tentando di arrivare ai cinque piatti.

A volte (poche) i figli della coppia riuscivano a tenere per sè qualcosa, ma più spesso erano gli altri che strappavano il boccone a loro.

Col passare del tempo, i figli dei vicini riuscivano sempre più a vincere le gare, mentre i cinque ragazzi erano sempre più deboli.

Poi venne un giorno in cui il più piccolo dei cinque morì. Per malnutrizione disse il medico. Per lentezza disse il padre, che spronò i quattro affermando che avrebbero dovuto evitare di darsi aiuto reciproco, se volevano farcela. In fondo, disse l'uomo, la gara era di velocità, mica di solidarietà!

Le gare proseguirono, ma per quanto ora i fratelli si vedevano come rivali, non riuscivano più a mangiare qualcosa: arrivavano sempre dopo, con solo le bricciole o neanche quelle, mentre i figli dei vicini ingrassano e prosperavano, nutriti dalle loro madri e dalla madre dei quattro fratelli.

Un altro giorno morì il quarto dei fratelli, il penultimo nato... e giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, morirono ad uno ad uno tutti gli altri figli della coppia.

La casa rimase aperta, con queste gare continue che rallegravano il padre e la madre. I figli dei vicini vi partecipavano volentieri e i due erano altrettanto ben disposti nei confronti di quelli: ogni giorno facce nuove, allegre, sempre diverse. Mica come quei cinque figli... sempre uguali, giorno dopo giorno...

Una proposta legata al tema immigratorio accomuna in questi giorni l'Italia e il Portogallo, ossia l'introduzione del permesso di soggiorno per ricerca lavoro. Permettere cioè agli stranieri di vivere un tempo di mesi o di un anno (di tanto si parla in Italia), al fine di potersi trovare un lavoro qui da noi!

Tale provvedimento, immancabilmente, viene considerato come utile per combattere l'immigrazione clandestina. Perchè è la clandestinità il problema sostanziale... dicono i nostri "padri" e "madri"...