Gianni Favaro, il segretario provinciale di Rifondazione, non c’era. Ma dice: «Potendo, avrei partecipato sicuramente, al fianco di Marilde». L’adesione del Prc alla manifestazione anarchica è ufficiale. A Rifondazione non va giù quel «devastazione e saccheggio», un reato grave che viene punito con la reclusione da 8 a 15 anni: «Parliamo di condanne pesantissime - aggiunge Favaro - che, se inflitte, non rappresenterebbero un atto giudiziario, ma un’azione politica, il tentativo di contenere il dissenso sociale con misure repressive. Abbiamo un sistema che depenalizza i reati in bilancio e poi, per le vetrine spaccate e i tavolini rovesciati, propone pene severissime».
L’adesione del partito di Bertinotti al corteo dei mille dell’Anarchia solleva perplessità e imbarazzi. Commenta il sindaco Sergio Chiamparino, appena uscito dalla riunione di maggioranza: «Sarei irresponsabile se dicessi “non cominciamo neppure a lavorare insieme” perché alcuni militanti e un deputato di Rifondazione hanno partecipato al corteo degli anarchici. Certo, se Rifondazione continua a strizzare l’occhio a tutti i movimenti e dall’altra vuole restare dentro ai miei programmi, in prospettiva il nostro è un binario destinato a divaricarsi. Questa doppiezza a un certo punto si deve sciogliere».
La notizia di Marilde Provera alla manifestazione, raggiunge il sindaco dopo un pomeriggio trascorso a discutere la composizione della giunta, anche con Rifondazione. «E’ chiaro che alla lunga diventa difficile continuare a strizzare l’occhio agli anarchici e sedere con coerenza in giunta. Un corteo più distante dalle mie idee, a parte uno di Forza Nuova, non potrebbe esserci...». Davanti alla caserma Cernaia alcuni manifestanti hanno scandito il consueto «Dieci-cento-mille Nassiriya». Cori di protesta sono stati indirizzati anche ai magistrati torinesi, Maurizio Laudi e Marcello Tatangelo, che stanno conducendo le indagini sugli antagonisti. Chiamparino avverte: «La corda si può spezzare. La mia linea politica è chiara: io ho fatto mettere in piazza D’Armi il monumento ai caduti di Nassiriya. Il resto è un problema di Rifondazione che deve decidere se sta con gli anarchici o con me. Io vado avanti con il mio programma».
Le questioni di Palazzo non interessano i ragazzi del corteo che, fino a sera, hanno simbolicamente occupato i giardini del «Fenix», l’ex casa occupata di corso San Maurizio ora sottoposta a sequestro. I cori sono stati quelli dell’antifascismo, gli striscioni, poi appesi ai muri del «Fenix», ricordavano che «L’antifascismo non si arrende», «Devastatore è lo stato» e «Sgomberi, repressioni, espulsioni: Torino città dei padroni». Presenti anche molte bandiere con la scritta «No Tav», del Partito Umanista, dei Cobas e della Cub.