Originariamente Scritto da
Giò91
Pacta sunt servanda. L'antica saggezza romana ci suggerisce quindi che l'avversione di un paese verso il proprio alleato dev'essere dettata non da preoccupazioni di tipo moralistico ma dal mantenimento o meno dei patti stabiliti. Ad esempio, i Romani, quando vinsero i Cartaginesi, imposero a quest'ultimi la fine del disumano rito dei sacrifici umani.
Ma per imporre ciò i Romani sottoscrissero un patto preciso con il nemico vinto.
Ciò avvenne perchè il popolo romano aveva il fas, lo ius e il mos maiorum quali fondamenti della Res Publica e della Civitas romana, ossia dei criteri oggettivi e assoluti avente carattere non meramente secolare ma sacrale.
Ma questo concetto era ancora più evidente quando esisteva la Res Publica Christiana, emanazione terrena della Civitas Dei agostiniana, in cui a decidere ciò che era giusto o sbagliato sul piano religioso, spirituale, civile e morale vi erano due autorità preposte che nessuno metteva minimamente in discussione: la Chiesa, col suo infallibile magistero, e l'Impero, col suo consistente corpus giuridico.
Oggi chi è che decide che un qualcosa è giusto e qualcos'altro no? Nessuno.
Per un cattolico sarebbe naturale rispondere la Chiesa Cattolica, ma il problema è che l'altro da noi, ossia in questo caso specifico la Libia di Gheddafi, non riconosce alcuna autorità di giudizio teologico-morale alla Chiesa Cattolica. Nè in realtà l'attuale Stato italiano, laico, secolarizzato e repubblicano, riconosce alla Chiesa questa funzione.
E dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha del tutto rinunciato a rivendicare questo suo storico ruolo di arbitro fra le nazioni in quanto depositaria della Verità assoluta, che in realtà già aveva perso secoli prima.
Indi? Indi è necessario prendere atto della realtà e ragionare di conseguenza. Il diritto naturale cristiano cattolico è un diritto concreto e non astratto, fondato su principi universali ma che si applica nel caso specifico e particolare. Pertanto, nella sua versione 'positiva', esso va sempre rapportato ad un caso specifico e non a mere ipotesi astratte.
Qua ad esempio cadi in palese contraddizione quando separi diritto e morale, a meno che tu non mi parli di una morale privata e personale, separata dalla morale civile.
Ed in tal caso avresti ragione tu, ossia diritto e morale sono due cose separate. Ma allora dovresti trarre le dovute conseguenze da questo tuo convincimento evitando di applicare i criteri di una morale privata e personale - nel senso che riguarda solo il singolo individuo - rispetto ad una morale civile che ha di mira il bene comune e che per forza di cose deve cercare anche - come del resto Dio fa - di trarre dal male il bene.
Chi è preposto a governare deve avere sempre di mira il bene comune, tomisticamente inteso, e questo nei casi concreti comporta anche la responsabilità di dover prendere decisioni difficili.
La decisione è fondamentale in tal caso.
Fra l'invasione migratoria, selvaggia e incontrollata, con conseguente totale destabilizzazione del nostro paese, caos, violenze, abusi, morti, stupri, ecc. e la possibilità nè certa nè sicura ma solamente ipotetica di abusi da parte libica, un governante cattolico è chiamato a scegliere il male minore, ossia a scegliere quel male che reca danno al minor numero possibile di persone. Essendo gli Italiani oltre 50 milioni di persone, è naturale che un governante scelga di evitare che l'Italia piombi nel caos attraverso la non regolamentazione dei flussi piuttosto che avere preoccupazioni di tipo umanitaristico e moralistico che in realtà, a ben guardare, non devono riguardare un vero e sincero cattolico.
Quando Papa Urbano incitò i Franchi a precipitarsi in Terra Santa a difendere il Santo Sepolcro dall'invasione turca e arabo-musulmana, non vi furono preoccupazioni nè di tipo moralistico nè umanitario per i guerrieri musulmani che là si erano stabiliti.
Quando gli Inglesi invasero la Francia, Santa Giovanna d'Arco non disse di accoglierli a braccia aperte ma nel difendere la sua Patria fino alle estreme conseguenze difese anche la sua Fede in Cristo.
Conclusione? Sei sicuro di ragionare e di porre determinati quesiti come cattolico e non piuttosto in base alla morale umanitaria, democratica e liberale dei tempi nostri, che ha gioco facile nell'applicare concetti teologici secolarizzati rovesciandone completamente il significato originario e autentico?