da www.terradimezzocrotone.org

Il calcio era un tempo il gioco delle classi operaie;il club locale era il cuore della comunità e la squadra nazionale l’orgoglio del Paese:questi erano i punti focali che alleviavano l’oppressione in cui molti si trovavano. Si tifava sulle gradinate con le persone con cui si lavorava,si beveva e si viveva:era il nostro gioco. Persino alcuni calciatori sapevano com’era crescere in quelle strade e dare calci al pallone nello stesso parco del paese,pestando le stesse cacche di cani. Diventavano sì idoli,ma sapevano perfettamente da dove venivano. Oggi il calcio è un business. Non vuole più la marmaglia locale che ha fatto nascere il club;vuole gente che arriva dalle contee intorno a Londra con le Range Rovers e le automobili d’azienda. Gente che possa spendere, spendere, spendere. Il capo,sua moglie e i suoi figli,Nathan e Sarah-Jane: quella è la gente che vogliono. Succede quando il capo non può andare al campo di golf e i bambini si sono stufati con i cavalli. Un buon risultato indica anzitutto un controllo al corso azionario e andare a vedere la squadra giusta o mettere la cravatta giusta va nella direzione di quel business: il calcio si conforma alla moda e corre il pericolo di diventare il tennis o il cricket del prossimo secolo. Nelle strade attorno a ogni stadio del Paese vivono persone che devono sopravvivere per una settimana intera con meno denaro di quanto serva a comprare la divisa della prima squadra. Vedono la loro comunità invasa ogni due settimane,ma ai club non importa un fico. Dopo tutto,sono solo le persone che il club dovrebbe rappresentare. I tifosi sono stati categorizzati: se sei ricco vai alle partite importanti,anche internazionali, e sei il benvenuto indipendentemente dalla provenienza,ma se sei povero ti è permesso di vedere la partita solo se anche gli avversari sono poveri. Se non puoi pagare il biglietto,segui lo Stockport e se sei proprio senza soldi, l’Altrincham; però metti la nostra maglia,tanto per far sapere alla gente che sei dei nostri. Fai sapere che anche tu sei uno dei vincenti nella vita! Si potrebbe pensare che queste cose si applichino solo ai grossi club. Palle:guardate al Blackburn o al Newcastle. Ci adoravano quando erano merda perché eravamo fedeli e gli abbiamo permesso di andare avanti. Siamo noi che paghiamo gli stipendi quando il club è in ginocchio,perché noi sappiamo cosa vuol dire. Non vogliamo stare accanto a persone che ci danno ingiunzioni per quaranta ore alla settimana;vogliamo stare tutti insieme e urlare sulle gradinate che abbiamo pagato anno dopo anno,cazzo. È quel che ci serve per allentare lo stress e le tensioni. Ma quando arriva il successo,non siamo noi a ottenere il premio. Ci spremono,ci prendono in giro,ci dissanguano fino all’ultimo penny e poi ci buttano per strada come qualcosa di indesiderato,che deve lasciare il posto alla nuova genia del tifoso alla moda e borghese. Si,è del vostro club che stiamo parlando. La cosa più triste è che l’abbiamo permesso noi. Abbiamo permesso che introducessero i posti a sedere,che ci dividessero e che ci estorcessero denaro. Abbiamo permesso che ci trattassero come merda e poi abbiamo permesso che ci gettassero per strada. Controllano ogni nostro movimento,fanno in modo che siamo indesiderati sulla soglia di casa e portano via la nostra identità; ma non siamo privi di potere perché i club non sono niente senza tifosi. I club possono scegliere attentamente i loro consumatori,scegliendo sulla base del loro conto in banca,ma spetta a noi cacciarli fuori e reclamare quello che ci appartiene. Fategli sapere che siamo stufi e cominciate a reagire. Li abbiamo lasciati fare fin troppo e ora rivogliamo il nostro gioco. Qual è il punto di avere in squadra i giocatori migliori del mondo se siamo esclusi per colpa loro e se il solo posto in cui li possiamo vedere è il satellite? Da veri tifosi, abbiamo il potere perché siamo più di loro e quando ci arrabbiamo,hanno paura. Guardate cos’è accaduto a Brighton tifosi ne avevano avuto abbastanza ed ebbero il coraggio di protestare. Il presidente se la diede a gambe,terrorizzato all’idea di affrontare quella musica e fu tolto di mezzo dalle stesse autorità che gli consigliarono di starsene lontano per la propria sicurezza. È questo che funziona. Fateli sentire indesiderati,fateli sentire a disagio. A Brighton cercarono di dare la colpa ai Nazi,che il calcio accetta tanto a cuor leggero,ma sono solo palle perché avevano paura ad ammettere che non avevano potere di fronte alla rabbia di gente che loro avevano spolpato nel corso degli ultimi quindici anni. Possiamo e dobbiamo imparare dai tifosi di Brighton: io credo e spero che la rabbia dimostrata là sia solo il primo episodio della ribellione dei tifosi contro le sanguisughe che si sono impossessate del gioco del popolo. Ci hanno divisi fin troppo a lungo. La rabbia è un dono e l’aggressività il premio. Qualcuno vuole un biglietto per Lancaster Gate? (tratto da "England my England I disordini al seguito della nazionale inglese)

“C’è chi sfrutta la nostra passione per campare e chi,come noi,di passione vive”
TERRA DI MEZZO CONTRO IL CALCIO MODERNO


Francesco De Cicco
Associazione Culturale
"Terra di Mezzo - Crotone"