Originariamente Scritto da
Sandinista
Perfettamente daccordo con te. il maosimo inteso nel senso occidentale può ritenersi morto con la fine degli anni ottanta. Il pensiero di Mao a mio parere è ancora attuale se inteso in un ottica globale e soprattutto extraeuropea. A mio avviso il nocciolo del pensiero di Mao sta soprattutto nell'aver intuito il potenziale rivoluzionario delle masse contadine e nell'aver scardinato parte del pensiero marxista che prevedeva la maturazione della rivoluzione solo e solo dopo il processo di industrializzazione di una nazione. Il vero punto di frattura tra il marxismo-leninismo classico e il maoismo sta qui. Proprio questo rende fattibile e attuabile la lotta di liberazione nazionale e rivoluzionaria che il compagno Prachanda ed il popolo nepalese sta portando avanti con fatica e con il pressochè abbandono e silenzio del mondo occidentale (compresa certa sinistra radicale troppo presa dalle faccende interne qui in Italia). Il problema del maoismo a mio avviso si ravvisa però proprio nel suo punto diforza originario ovvero il ruolo delle campagne. Aldilà delle considerazioni che si possono fare se lo rapportiamo allo standard produttivo e di divisione del lavoro occidentale (dove il contadino sfruttato dal latifondista praticamente non esiste più per dirla in soldoni), la difficoltà sta nella sua naturale tendenza alla radicalizzazione della lotta e nella sua facile tendenza all'autosettarismo. Tipici sono i casi del maoismo xenofobo e visionario di Pol Pot e Khieu Sampan che hanno tentato goffamente di attuare un maoismo fortemente rivisitato in Cambogia nella seconda metà degli anni '70 con i khmer rossi caratterizzato da un recupero forzoso e coatto dell'antica cultura khmer (cambio del nome della nazione da Cambogia a Kampukhea, odio verso tutte le etnie non khmer soprattutto quella vietnamita, obbligo di parlare esclusivamente il khmer), da un annientamento quasi totale delle comunità urbane verso le campagne (eliminando così ogni classe sociale che non fosse quella contadina), eliminazione del denaro e ritorno al baratto, volontario e rigidissimo isolazionismo fino alla rottura diplomatica con praticamente tutte le nazioni del mondo. Utopie che a leggersi sono bellissime ma che se forzate e basate su un errata e grottesca interpretazione dei testi di Mao hanno portato alla morte per stenti di circa due milioni di persone su una popolazione di se milioni.
Alro caso è quello che ho già avuto modo di discutere in questo forum di Sendero Luminoso e Abimael Guzman che nella sua concezione di maoismo dogmatico e acritico ha portato la classe contadina ed indigena del Perù a voltargli le spalle lasciandolo solo ed isolato.
Prachanda fortunatamente per lui non è Abimael Guzman ma ho già letto diversi articoli indipendenti dove sembra che a volte i maoisti nepalesi abbiano usato metodi coercitivi sulla popolazione contadina simili a quelli di Guzman. Per ora sembrano casi isolati e sperorimangano tali.
Personalmente sono convinto che il maoismo oggi sia auspicabile come pensiero rivoluzionario nella periferia capitalistica dell'Impero ma sicuramente inadeguato all'occidente post-industriale nella sua possibilità di attuazione. Quindi si ad un maoismo (metodologicamente elastico e critico, non dogmatico, intelligente) terzomondista e no ad un maoismo polpotiano massimalista e becero.
Come diceva Shardana Ruju anche io preferisco Ho Chi Minh nel suo connubio di pensiero e azione e le sue varianti del Pathet Lao e del principe rosso laotiano Souphanouvong (un eroe sconosciuto dei nostri tempi) per la costruzione di un socialismo indipendente ma non settario, nazionalitario ma non beceramente nazionalista reazionario e xenofobo, internamente egualitario.
Non a caso vorrei far notare che nell'estremo oriente a parte una Corea del Nord sono nominalmente socialista (ed in realtà regno feudale assolutistico del degno rampollo di Kim Il Sung che secondo la propaganda di regime non è morto ma è stato portato in cielo dalle gru e quindi rimane presidente eterno) gli unici governi socialisti e nazionalitari di ispirazione marxista-leninista rimangono il Vietnam e il Laos.
A luta continua