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  1. #1
    ghost dog
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    Exclamation Zarqawi: il bluff dei servizi segreti imperialisti

    L’ UCCISIONE DI AL-ZARQAWI La fine di una collaborazione Pentagono-Dairat Al-Mukhabarat ?

    Kurt Nimmo, Comedonchisciotte.org12 giugno 2006

    Wayne Madsen scrive:La rivelazione, da parte di un portavoce dell’esercito Usa, che il corpo di Zarqawi sia stato identificato, in parte, dai tatuaggi, è degna di nota. Abu Abdel-Rahman al-Iraqi, descritto come il Vice Emiro di Al Qaeda in Iraq su un sito web di Al Qaeda, ha affermato che Zarqawi è stato uno "sheikh mujahed" martire. Zarqawi era il luogotenente di Osama Bin Laden, aderente al severo Islam Wahhabita. Eppure, il fatto che Zarqawi avesse dei tatuaggi causa delle perplessità. L’ Islam proibisce specificatamente i tatuaggi. Secondo i testi Islamici, il Profeta Maometto proibì di tatuarsi… Naturalmente, come l’ al-Zarqawi che indossava un anello d’oro (anch’esso proibito ai musulmani devoti), l’ al-Zarqawi che esibiva tatuaggi probabilmente non era e non fu mai un Musulmano Wahhabita. Più probabilmente, l’ al-Zarqawi che abbiamo identificato (con una raffica di recenti immagini preparate per la sua teatrale uscita di scena dai media aziendali), era un sempliciotto giordano, probabilmente un criminale comune che ha passato un periodo in prigione ed è stato accudito dal servizio di intelligence giordano Dairat al-Mukhabarat per fargli credere che fosse impegnato in una jihad contro il Grande Satana. Per qualche strana ragione, secondo il Dipartimento di Stato, nessuno è corso a raccogliere la taglia di 25 milioni di dollari posta sulla testa di al-Zarqawi. "Ho visto molti resoconti giornalistici secondo cui o un individuo o un gruppo di Giordani avrebbe fornito informazioni, o forse è stato un vicino a dare le informazioni che hanno portato all’attacco dall'esito positivo", ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Sean McCormack . Forse questo "individuo giordano" è un buon samaritano, ricco per altre ragioni. Per quel che riguarda il vicino, considerando il danno inflitto dagli esplosivi presumibilmente usati per uccidere al-Zarqawi (guardate questa fotografia), c’è una buona probabilità che abbia avuto lo stesso destino di al-Zarqawi. Le buone notizie sono cattive notizie e davvero non ha importanza. "Giovedì il petrolio è sceso in poco tempo sotto i 70 dollari al barile, dopo che un aereo Usa ha ucciso il leader di al-Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi, sollevando pallide speranze per una diminuzione degli attacchi contro la disastrata industria petrolifera Irachena", riferisce la Reuters. Alcuni credono che l’Iraq sia stato invaso non per rubare il petrolio iracheno, ma piuttosto per toglierlo dal mercato in modo da spingere in alto i prezzi. Non sono sicuro di bermi questa storia. Più probabilmente, il petrolio iracheno è una vittima del piano dei neocon per distruggere il paese e balcanizzarlo. Il petrolio è petrolio e state certi che non andrà da nessuna parte. Sarà pronto per essere estratto dopo che l’Iraq sarà stato diviso in tre parti – una curda, un’altra sciita e l’ultima sunnita. Naturalmente, al-Zarqawi, o la leggenda di al-Zarqawi, ha giocato un ruolo strumentale nel portare avanti i conflitti settari richiesti per rompere il paese in pezzi dalle dimensioni di un boccone. Come notato precedentemente, se al-Zarqawi (o qualcuno chiamato al-Zarqawi, dato che il vero al-Zarqawi è stato probabilmente ucciso qualche tempo fa) fosse stato veramente ucciso oggi, è stato tradito e sistemato per essere ucciso, come capita spesso agli sciocchi. "La vittoriosa eliminazione mirata di Abu Musab al-Zarqawi è stata chiaramente parte di un più grande scambio tra il Primo Ministro Maliki e la leadership sunnita," scrive Judith Apter Klinghoffer per l’ History News Network. Include un accordo per rilasciare 2000 "detenuti" e il tanto atteso completamento del gabinetto governativo, specialmente l’insediamento di un sunnita come ministro della difesa. Perciò Maliki ha nominato lo sciita Jawad Polani come ministro dell’interno, il sunnita Abdel Qader Al Obeidi come ministro della difesa e lo sciita Shirwan Al Waili a capo della sicurezza nazionale. E’ stato questo accordo che ha assicurato la cooperazione dell’intelligence Giordana e dei locali Hilmi ed ha fornito alle forze speciali Usa le informazioni necessarie per agire efficacemente… E’ importante notare che insieme a Zarqawi è stato ucciso il suo leader spirituale Abdul-Rahman e che "poche ore dopo che è stato ucciso, altri 17 raid sono stati condotti su sospetti nascondigli dei complici di Zarqawi a Baghdad e dintorni. Essi hanno prodotto un 'prezioso tesoro’ di informazioni." A parte l’artificiosità, imposta dall’ esterno, della politica irachena, sembra che il fatto per cui fosse tempo di sbarazzarsi di al-Zarqawi sia una decisone venuta dall’ alto, dato che egli aveva da tempo superato la sua utilità (o l'operazione segreta denominata "al-Zarqawi" aveva fatto il suo corso), e la "casa sicura" usata dagli agenti giordani è stata presa di mira dopo che i suoi responsabili erano scappati lasciando indietro "al-Zarqawi" e il suo cosiddetto consigliere spirituale (si dovrebbe notare che la CIA ora preferisce collaborare con l’intelligence giordana piuttosto che con il Mossad, e per ovvie ragioni, essendo quest’ultimo estremamente traditore). Nessun dubbio che, persino mentre i muri crollavano e il suo corpo veniva distrutto dalle bombe a frammentazione, l'allocco che conosciamo come "al-Zarqawi" credesse di star lavorando per la jihad, anche se uno stretto osservante wahhabita lo considererebbe un infedele istoriato di tatuaggi. Kurt Nimmo Fonte: http://kurtnimmo.com/Link: http://kurtnimmo.com/?p=40208.06.2006 Traduzione per www.comedonchisciotte.org di ALCENERO (Marcoc)

    :: Articolo n. s5909 postato il 13-jun-2006 01:49 ECT
    :: L'indirizzo di questa pagina è : www.uruknet.info?p=s5909

    :: L'indirizzo di quest'articolo è :
    http://www.comedonchisciotte.org/sit...ticle&sid=2209

    :: The views expressed in this article are the sole responsibility of the author and do not necessarily reflect those of Uruknet .

    ---------
    - da http://www.uruknet.info/?p=s5909
    PRO SA REPUBRICA DEMOCRATICA SARDA
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  2. #2
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  3. #3
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    caro amico, seguo anch'io uruknet.info, Znet.it, megachip, come don chisciotte, mi capita di leggere Grimaldi, Giulietto xhiesa, warnews, etc, e proprio perchè sono, diciamo informato e da questa parte... mi viene irresistibilmente da chiederti:"interessanti le tue congetture ma...se semplicemente esistesse Al Queida?. Se le torri gemelle non le avesse tirate giù il sionismo, i generali ribelli Usa, Bush mascherato da Bin Laden, ma semplicemente una organizzazione terroristica, magari la stessa che le ha rivendicate? Ed il Pentagono fosse stato centrato da un aereo e non da una bomba messa dall'interno dai stessi militari usa? Insomma ti scrivo per oppormi da un cancro che sta colpendo, non da adesso, la mia parte ideale, culturale e politica. La tesi complottistica e dietrologica. E' come guardare la storia dal buco della serratura. In realtà io credo che il mondo sia attraversato da gruppi capitalistici in lotta mortale di supremazia tra di loro. Altro che grande disegno unitario e perverso dei signori della terra, il cosidetto "disegno del Capitale", c'è una concorrenza mortale ed un comune interesse che la gente stia sotto e passiva. Il resto a me sembra cattiva letteratura negriana che non ci aiuta a capire la sostanza del problema: l'imperialismo americano che sta divorando il mondo. Punto. Altra riflessione interessante è la dissolvenza del comunismo anzi dei comunisti. Quella che fu una speranza dei derelitti dell'umanità oggi si è trasformata nei girotondi e nel antiglobalismo straccione e sbracato ideologicamente, consumo superfluo e colorato dei figli dell'occidente: I popoli espropriati sono lasciati soli, più di ieri. E ni consumi nostri, nella vita di tutti i giorni, quella concreta, e non nel consumo ideologico che ci fa digerire con spensieratezza e la coscienza pulita, i beni dei popoli espropriati, ebbene siamo tutti un pò americani che lo si voglia o no. Forse per questo nascono tante organizzazioni terroristiche. Ma la teoria del complotto ci salva celandoci le nostre responsabilità è utile, come dire: buona coscienza a buon mercato. Ti consiglio un filosofo che voce nel deserto va controcorrente: Costanzo Preve. Prova a leggerlo, soprattutto la risposta che da a Grimaldi, un bel complottista pure lui. Lo trovi su internet , vai su google e digita il suo nome. E leggilo. Questo è il mio contributo, saluti cesare

  4. #4
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    Secondo me,
    la fama che aveva raggiunto Zarqawi e' diventata controproducente perche' spingeva gli irakeni ad odiare gli usa invece che a odiarsi tra di loro. Questa e' una mia considerazione nata visionando un pubblico documento della ClA nel quale si evinceva che lo psyop-zarqawi stava diventando un pericolo perche' inneggiava troppo forte falsi sentimenti.
    Se qualcuno lo vuole mi metto a cercarlo, nel frattempo vi sharo questo.

    Svelati tutti i trucchi adottati dall FBI

    Infiltrati e guerra psicologica
    sconfissero le Pantere Nere


    ps: ho linkato il documento dalla cache di google, cosi non rimangono ip nel web server dei servizi.
    ciao

  5. #5
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    L'invito a Zarqawi
    I retroscena dell'occupazione irachena...

    Greg Palast (*)
    9 Giugno 2006
    da Zmag.org

    Se a voi piacciono le favole non basate su fatti, fermatevi pure qui a leggere. Se preferite le verità scomode, cominciate da questo: una telefonata a Bagdad al Saddam's Palace la notte del 21 Aprile, 2003. Era il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld su una linea riservata per il generale Jay Garner.
    L'hanno preso, il grosso e cattivo selvaggio tagliatore di teste in Iraq. Ma, c'è qualcosa di cui non si è parlato nella gioia di aver preso... chi lo ha invitato in Iraq, prima di tutto?
    Se a voi piacciono le favole non basate su fatti, fermatevi pure qui a leggere. Se preferite le verità scomode, cominciate da questo: una telefonata a Bagdad al Saddam's Palace la notte del 21 Aprile, 2003. Era il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld su una linea riservata per il generale Jay Garner.
    Il Generale era arrivato a Bagdad appena poche ore prima come capo delle forze di occupazione. Il messaggio di Rumsfeld non era un cordiale benvenuto. Rummy disse a Garner, "non disfare le valigie, Jack -- ti tolgo l'incarico."
    Che aveva fatto Garner? il pluristellato generale era stato mandato dal Presidente in persona a comandare la profondamente pericolosa missione. Vi erano tensioni in Iraq, ma la situazione era relativamente pacifica. Il lavoro di Garner era mantenere la pace, per usare le parole del Presidente, "Aprire le braccia dell'Iraq alla democrazia".
    Sfortunatamente per il generale, il Presidente fu preso in parola. Ma il generale si sbagliava. "Pace e democrazia" erano solo slogan.
    "La mia preferenza," Garner mi disse nella sua maniera dimessa "era mettere gli Iracheni alla guida il più presto possibile con qualche forma di elezione." Ma le elezioni non erano nel Piano.
    Il Piano era un documento di 101 pagine per guidare il futuro a lungo termine del paese che avevamo appena conquistato. Non c'era niente lì a proposito di democrazia o elezioni o sicurezza. C'era, piuttosto, un programma dettagliato per vendere "tutte le risorse statali [dell'Iraq]" -- e l'Iraq, cioè tutto -- "specialmente", diceva il Piano, "il petrolio e le industrie dell'indotto." Specialmente il petrolio.
    C'era più che il petrolio da vendere. Il Piano includeva la vendita delle banche irachene, la modifica delle leggi sui diritti d'autore ed altre strambe voci che facevano sembrare il Piano un programma per il saccheggio economico delle risorse nazionali da parte più che un programma per l'Iraq. (E in effetti scoprimmo sulla BBC che dietro molti altri più bizzarri elementi -- diritti d'autore e cambiamenti sui codici delle tasse -- c'era la mano del lobbista Jack Abramoff, socio di Grover Norquist.)
    Ma Garner non pensava troppo bene del Piano, come mi disse durante il nostro incontro un anno dopo a Washington. Lui aveva altre cose per la testa. "Bisogna prevenire le epidemie, far partire la distribuzione di cibo per evitare la carestia."
    Il sequestro di titoli e proprietà su campi di petrolio iracheni non era sull'elenco delle priorità di Garner. Lo rese noto a Washington. "Io non penso che gli Iracheni abbiano bisogno del piano USA, io penso che ciò che dobbiamo fare è mettere su un governo iracheno che rappresenti la volontà liberamente espressa del popolo." Aggiunse: "E' il loro paese, il loro petrolio."
    Evidentemente, il Segretario alla Difesa non era d'accordo. Né lo era il lobbista Norquist. E Garner incorse nella loro rabbia insistendo sull'idea della "democrazia": lui voleva rapide elezioni -- entro 90 giorni dalla presa di Bagdad.
    Peggio ancora, Garner stava mediando per una pace tra i Sunniti, gli Sciiti e i Curdi. Erano vicino ad iniziare ciò che Garner chiamava un raduno della "grande tenda" per elaborare i dettagli e stabilire la data delle elezioni. Immaginava che 90 giorni fosse il termine massimo prima che le fazioni iniziassero a tagliarsi reciprocamente la gola.
    Ma rapide elezioni significherebbero la fine del piano di svendita delle risorse statali: un governo nelle mani degli Iracheni non avrebbe mai consentito che le compagnie straniere divorassero l'intera economia. Specialmente il petrolio. Garner aveva trascorso anni in Iraq, al comando della zona Curda a nord del paese e conosceva bene gli Iracheni. Era certo che la ruberia di risorse e petrolio, le "privatizzazioni", avrebbero indotto una sensibile popolazione a mettere mano alle armi. "Il tipo di guerra che tu proprio non desideri ora."
    Ma era la guerra che i neo-con alla Difesa volevano. E per la sostituzione di Garner avevano un uomo eccitato per quella guerra. Paul Bremer III non aveva esperienza sul terreno in Iraq, ma aveva una robusta credenziale che mancava a Garner: Bremer aveva lavorato come Managing Director dello studio Kissinger and Associates.
    Nell'Aprile 2003, Bremer aveva istituito una democrazia nello stile di Bush: aveva cancellato le elezioni e nominato lui stesso l'intero governo. Due mesi più tardi, Bremer ordinò il blocco di tutte le elezioni municipali, compreso il cruciale voto sciita cercando di selezionare un sindaco per la città di Najaf. Il favorito, il moderato sciita Asad Sultan Abu Gilal avvertì, "se non ci danno la libertà, cosa faremo? Noi siamo pazienti, ma non ancora per molto." Gli Sciiti locali formarono l'Esercito del Mahdi, ed entro un anno, provocati dalla chiusura del loro giornale decisa da Bremer, attaccarono ed uccisero 21 soldati USA.
    L'insurrezione era iniziata. Ma il lavoro di Bremer non era ancora finito. C'erano i Sunniti da mettere a posto. Emise l' "Ordine Numero Uno: de-ba'hatificazione." In realtà si trattò della "de- Sunnificazione."
    I Generali di Saddam, per lo più Sunniti, che avevano collaborato segretamente, a quanto apprendiamo, con l'invasione USA e che ora si aspettavano una ricompensa furono ricercati ed arrestati. Falah Aljibury, nato in Iraq e residente negli USA mi disse: "le forse USA hanno imprigionato tutti quelli che consideravamo leader politici," che avevano impedito all'esercito iracheno di sparare ai soldati americani.
    La principale preoccupazione di Aljibury era che far fuori i collaboratori iracheni e i pezzi grossi ba'hatisti era u regalo ai "Wahabiti", col che intendeva i guerriglieri stranieri, che ora acquisivano comandanti con esperienza militare, Sunniti che ora non avevano altra scelta che combattere il regime istallato dagli USA o affrontare l'arresto, la rovina o la morte. Subito si collegarono con il Wahabita che difendeva i Sunniti, Abu Musab al-Zarqawi, che voleva schiacciare i "serpente sciita".
    E i campi di petrolio? Fu, Aljibury osservò, quando girò voce sui pani di vendita dei campi petroliferi (grazie alla chiacchiera facile del ministro del petrolio nominato dagli Americani) che le pipelines cominciarono a saltare. Sebbene era stato coinvolto nella pianificazione dell'invasione, Aljibuty ora vedeva la folle, avida rapina di petrolio come il combustibile di una guerra civile che avrebbe fatto a pezzi il suo paese:
    "Gli insorti", disse."e quelli che volevano destabilizzare un nuovo Iraq avevano usato questo strumento per dire, 'vedete, state perdendo il vostro paese. State perdendo i vostri capi. State perdendo tutte le vostre risorse a favore di un pugno di gente ricca. Un pugno di miliardari nel mondo vuole assumere il controllo su di voi e la vostra miserabile vita.' E noi assistemmo a sempre più frequenti bombardamenti agli impianti di petrolio, alle pipelines, naturalmente scatenati dalla premessa che si stava arrivano alla privatizzazione del petrolio]."
    Il Generale Garner, vedendo l'insurrezione che si sviluppava a partire dalle provocazioni delle autorità occupanti, mi disse al suo modo dimesso, "Io credo che tu non vorresti arrivare al tramonto con più nemici di quanti ne avessi all'alba."
    Ma non si può avere un presidente di guerra senza una guerra. E non puoi avere una guerra se non ai nemici. "Stanateli", disse il nostro comandante in capo, e Zarqawi rispose all'invito.
    http://www.gregpalast.com/
    (*) Greg Palast. Giornalista investigativo, ha denunciato scandali, frodi, corruzione e bugie nei più alti posti del potere dalla Casa Bianca alle multinazionali americane. Conosciuto in Inghilterra come il più grande giornalista investigativo del nostro tempo, Palast ha rivelato alcune delle più grandi storie della passata decade, incluse:
    • Come Bush ha affossato le indagini dell'FBI sui finanziamenti al terrorismo da parte dell'Arabia Saudita.
    • Come la famiglia Bush ha rubato le elezioni in Florida.
    • Come la Enron ha ingannato, mentito e raggirato diventando un monopolio dell'energia.
    Greg Palast è autore di una famosa inchiesta del New York Times, "The best democracy money can buy" che racconta la verità sulla globalizzazione, le multinazionali e gli imbrogli dell'alta finanza e di una semisconosciuta, "Democracy and regulation", una guida alla deregolamentazione dell'elettricità pubblicata dalle Nazioni Unite (scritta con T. MacGregor e J. Oppenheim).
    ciao

 

 

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