Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 12
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    05 May 2002
    Località
    roma
    Messaggi
    9,787
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Arabia Saudita - Donati 2,6 milioni di dollari per sfamare 300 mila palestinesi

    Arabia Saudita - Donati 2,6 milioni di dollari per sfamare 300 mila palestinesi
    L'Arabia Saudita ha risposto all'allarme lanciato giorni fa dal World Food Programme donando 2,6 milioni di dollari alla Palestina per sfamare le famiglie più in difficoltà. Il Comitato per il Sostegno al Popolo Palestinese ha finanziato il Wfp affinchè acquistasse 5 mila tonnelate di viveri, abbastanza per sfamare 300 mila palestinesi per un mese.© peacereporter
    Giampaolo Cufino

  2. #2
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    26 Jul 2004
    Località
    Roma
    Messaggi
    21,394
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    8 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Questa mossa segue il riavvicinamento con l'Iran e con le altre potenze islamiche non asservite ad americani e sionisti... probabilmente l'Arabia Saudita sta voltando pagina, dopo anni di connivenze con quei loschi figuri...
    Insha^llah, finalmente, la solidarietà tra musulmani si fa vedere e sentire... La causa palestinese è quella di tutti i popoli liberi della terra. Chi non la sostiene sta col nemico.

  3. #3
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Outis
    Questa mossa segue il riavvicinamento con l'Iran e con le altre potenze islamiche non asservite ad americani e sionisti... probabilmente l'Arabia Saudita sta voltando pagina, dopo anni di connivenze con quei loschi figuri...
    Insha^llah, finalmente, la solidarietà tra musulmani si fa vedere e sentire... La causa palestinese è quella di tutti i popoli liberi della terra. Chi non la sostiene sta col nemico.
    Gli al-Saud vanno comunque fatti cadere, fu' l'Ayatollah Ruhollah Khomeyni a definire il regime saudita come «colportore dell’islam americano», chiamando alla «liberazione» della Mecca e Medina dal controllo degli al-Saud

  4. #4
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito L'Islam «americano»

    Accordo fra il Re del Hijaz e dell' Iraq, Khadim al-Haramayn as-Sharifayn, l'Emiro Feisal Ibn al-Hussein al-Hashemi, che Allah ne abbia misericordia, e il Presidente dell’Organizzazione Sionista Mondiale Dr. Chaim Weizmann (3 gennaio 1919)



    3 gennaio 1919

    Sua Altezza Reale l’Emiro Feisal, in nome e per conto del Regno Arabo di Hedjaz, e il Dr. Chaim Weizmann, in nome e per conto dell’Organizzazione Sionista, memori dell’affinità razziale e degli antichi legami esistenti fra gli Arabi ed il Popolo Ebraico, comprendendo che il modo più sicuro di portare a compimento le loro aspirazioni nazionali passa attraverso una strettissima collaborazione allo sviluppo dello Stato Arabo e della Palestina, ed essendo desiderosi di confermare ulteriormente la buona intesa che esiste fra loro, si sono accordati sui seguenti Articoli:


    ARTICOLO I La più cordiale buona volontà e comprensione regoleranno tutte le relazioni e gli impegni fra lo Stato Arabo e la Palestina, e a questo fine agenti arabi ed ebrei debitamente accreditati saranno posti e mantenuti nei rispettivi territori.

    ARTICOLO II

    Immediatamente dopo il completamento delle delibere della Conferenza di Pace, i confini definiti fra lo Stato Arabo e la Palestina saranno determinati da un’apposita Commissione, gradita ad ambo le parti.

    ARTICOLO III

    Nello stabilire la Costituzione e l’Amministrazione della Palestina si adotteranno tutte le misure possibili per garantire l’applicazione della Dichiarazione del Governo Britannico del 2 novembre 1917.

    ARTICOLO IV

    Si prenderanno tutte le misure per incoraggiare e stimolare l’immigrazione su larga scala degli Ebrei in Palestina e per insediare il più presto possibile gli immigranti ebrei sul territorio, mendiante insediamenti contigui e coltivazione intensiva della terra. Nel prendere tali misure i diritti dei contadini e dei proprietari di tenute arabi saranno salvaguardati, ed essi saranno assistiti nel portare avanti il loro sviluppo economico.

    ARTICOLO V

    Nessun regolamento né legge proibirà o interferirà in alcun modo con il libero esercizio della religione; il libero esercizio e godimento della professione di fede e del culto saranno permessi per sempre. Nessuna prova di appartenenza confessionale sarà mai richiesta per l’esercizio dei diritti civili o politici.

    ARTICOLO VI

    I Luoghi Santi musulmani saranno sotto il controllo dei Musulmani.


    ARTICOLO VII

    L’Organizzazione Sionista propone di inviare in Palestina una Commissione di esperti, incaricati di compiere uno studio dettagliato delle possibilità economiche del paese, e di riferire circa gli strumenti più adeguati al suo sviluppo. L’Organizzazione Sionista metterà la sopra citata Commissione a disposizione dello Stato Arabo allo scopo di compiere uno studio dettagliato delle possibilità dello Stato Arabo, e di riferire circa gli strumenti più adeguati al suo sviluppo. L’Organizzazione Sionista farà ogni sforzo per assistere lo Stato Arabo, fornendogli i mezzi per sviluppare le sue risorse naturali e le sue possibilità economiche.

    ARTICOLO VIII

    Le parti convengono di agire dinnazi al Congresso di Pace in completo accordo ed armonia su tutte le materie qui contenute.

    ARTICOLO IX

    Ogni materia di disputa che possa sorgere fra le parti contraenti sarà portata davanti al Governo Britannico per un arbitrato.
    Firmato a Londra, Inghilterra, il 3 gennaio 1919.

    Chaim Weizmann
    Feisal Ibn al-Hussein.




    Lettera dell’Emiro Feisal a Felix Frankfurter, Presidente dell’Organizzazione Sionista d’America


    DELEGATION HEDJAZIENNE
    Parigi, 3 marzo 1919.

    CARO SIGNOR FRANKFURTER,

    voglio cogliere questa occasione del mio primo contatto con i Sionisti Americani per dirLe ciò che ho potuto spesso dire al Dr. Weizmann in Arabia e in Europa.
    Noi sentiamo che Arabi ed Ebrei sono cugini come razza, che hanno subito oppressioni simili nelle mani di potenze più forti di loro, e che per una felice coincidenza sono stati capaci di muovere insieme il primo passo verso il conseguimento dei loro ideali nazionali.

    Gli Arabi, specialmente quelli colti, guardano con la più profonda simpatia al movimento sionista. La nostra deputazione qui a Parigi è interamente a conoscenza delle proposte presentate ieri dall’Organizzazione Sionista alla Conferenza di Pace, e le consideriamo moderate e corrette. Per ciò che ci riguarda faremo del nostro meglio per sostenerle vogliamo augurare agli Ebrei un sincerissimo benventornati a casa.
    Con i capi del vostro movimento, specialmente con il Dr. Weizmann, abbiamo avuto e continuiamo ad avere le relazioni più strette. Egli ha dato molto aiuto alla nostra causa, e io spero che gli Arabi possano presto essere in condizione di ricompensare in qualche modo gli Ebrei della loro gentilezza. Stiamo lavorando insieme per Medio Oriente riformato e revitalizzato, e i nostri due movimenti si completano l’un l’altro. Il movimento ebraico è nazionale e non imperialista. Il nostro movimento è nazionale e non imperialista, e in Siria c’è posto per entrambi. Davvero io penso che nessuno possa essere un vero successo senza l’altro.

    Gente meno informata e responsabile dei nostri e dei vostri leader, ignorando la necessità di collaborazione fra Arabi e Sionisti, ha cercato di approfittare delle difficoltà locali che necessariamente devono sorgere in Palestina nelle fasi iniziali dei nostri movimenti. Alcuni di essi, temo, hanno presentato in cattiva luce i vostri fini ai contadini arabi, e i nostri fini ai contadini ebrei, con il risultato che le parti interessate hanno potuto sfruttare quelle che chiamano le nostre differenze.

    Vorrei trasmetterLe la mia ferma convinzione che queste differenze non riguardano questioni di principio, ma dettagli che inevitabilmente si presentano in ogni contatto fra popoli vicini, risolvibili facilmente mediante una reciproca buona volontà. Sono certo che quasi tutti scompariranno quando una migliore reciproca conoscenza verrà raggiunta.

    Sono impaziente, e il mio popolo lo è con me, di vedere un futuro in cui noi aiuteremo voi e voi aiuterete noi, cosicché i paesi a cui siamo mutuamente interessati possano di nuovo prendere il loro posto nella comunità dei popoli civili del mondo.

    Sinceramente,

    Suo Feisal




    Risposta di Felix Frankufurter all’Emiro Feisal


    5 marzo 1919.
    ALTEZZA REALE,
    a nome dell’Organizzazione Sionista, mi permetta di ringraziarLa per la Sua recente lettera, che abbiamo profondamente apprezzato. Quelli di noi che provengono dagli Stati Uniti sono hanno già apprezzato le amichevoli relazioni e l'attiva cooperazione che Lei ha instaurato coi leader sionisti, particolarmente il Dr. Weizmann. Sapevamo che non poteva essere altrimenti; noi sapevamo che le aspirazioni dei popoli arabo ed ebraico erano analoghe, che ciascuno aspirava ad ottenere la propria nazionalità nella propria patria, a dare il proprio specifico contributo alla civiltà, cercando entrambi vivere in pace secondo le proprie consuetudini.
    I leader Sionisti ed il popolo ebraico che essi rappresentano avevano guardato con soddisfazione al vigore spirituale del movimento arabo. Cercando essi stessi giustizia, erano ansiosi che i giusti obiettivi nazionali del popolo arabo fossero accolti dalla Conferenza di Pace.

    Conoscendo il Suo operato e le Sue precedenti dichiarazioni, sapevamo che il movimento sionista, cioè gli obiettivi nazionali del popolo ebraico, godevano del Suo sostegno e di quello del popolo arabo a nome del quale Lei parla. Questi obiettivi, definiti dall’Organizzazione Sionista, sono ora dinnanzi alla Conferenza di Pace. Siamo davvero lieti che Lei consideri queste proposte "moderate e corrette" e del fatto di avere in Lei un convinto fautore della loro realizzazione.
    Di fronte al popolo arabo e a quello ebraico vi sono difficoltà che potrebbero minare le capacità politiche sia dei leader arabi che di quelli ebrei. Riedificare due grandi civiltà che hanno sofferto oppressione e malgoverno per secoli non è un'impresa facile . Abbiamo entrambi le nostre difficoltà, e cercheremo di superarle da amici, amici che sono animati da propositi simili e che sperano in un libero e completo sviluppo per i due popoli vicini. Arabi ed Ebrei sono popoli confinanti, e non possiamo che vivere gli uni accanto agli altri, da amici.
    Con grande rispetto,
    Felix Frankfurter




    Da un articolo dell'Emiro dei Bani Hashim e custode delle Sacre Moschee, Sharif al-Hussein Ibn Ali al-Husseini, che Allah ne abbia misericordia, pubblicato sul quotidiano di Mecca "al-Qiblah" il 23 marzo 1918

    Le risorse del paese [Palestina Occidentale] sono terreno ancora vergine, e saranno sviluppati dai coloni ebrei. Uno dei segni caratteristici del nostro tempo è che sino a pochi anni orsono il palestinese migrava dal paese, e vagava per mari in ogni direzione. Il suolo natìo non riusciva a trattenerlo, sebbene fosse la terra in cui i suoi antenati avevano vissuto per mille anni. Oggi vediamo invece che gli Ebrei che provengono dall'estero si rifugiano in Palestina provenendo dalla Russia, dalla Germania, dall'Austria, dalla Spagna e dall'America. La causa di tutto ciò non può sfuggire a quanti sono dotati di perspicacia. Essi già sapevano che quella terra spettava ai suoi figli originari (abna'ihi al-asliyin) e, nonostante le divergenze fra loro, costituiva per essi tutti una sacra ed amata madrepatria. Il ritorno in patria degli esiliati (jaliya) rappresenterà una scuola sperimentale sul piano materiale e spirituale, a beneficio dei loro fratelli che sono con loro sui campi, nelle fattorie, nel commercio, ed in tutto ciò che concerne il lavoro e il sostentamento.

  5. #5
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito


  6. #6
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito

    Gli al-Saud hanno permesso l'entrata degli americani nella penisola araba, la terra del Santo Profeta, hanno così offeso la dignità di milioni di musulmani e ciò non gli può essere perdonato

  7. #7
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    26 Jul 2004
    Località
    Roma
    Messaggi
    21,394
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    8 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Sì, d'accordo, però ragioniamo in funzione dell'oggi e del domani, senza rancori passati, altrimenti di cosa vogliamo parlare?! Dai su...

  8. #8
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito

    L'opposizione interna al regime saudita è molto forte, non credo che la monarchia durerà ancora per molto...

  9. #9
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito Caos saudita: scontri a Mecca e Riyad


    di Aljazeera.net

    lunedì, 27 dicembre 2004

    Il pretesto di al-Qa'ida serve a nascondere la crisi del sistema fondato dagli Al Sa'ud


    Lo scorso 5 novembre due “terroristi” si sono fatti saltare in aria nella parte orientale della città santa di Mecca mentre venivano inseguiti dalle forze dell’ordine. Lo rivelano fonti della sicurezza saudite, secondo cui le due esplosioni si sono avute durante un rastrellamento del quartiere di Shara’i‘ e di al-Mu‘aysam (nella parte sud-orientale della città). Testimoni oculari e abitanti della zona hanno riferito che numerosi elicotteri della polizia sorvolavano il quartiere per identificare il luogo dei ricercati e nell’operazione sono state comunque arrestate sei persone: quattro sauditi, un cittadino "arabo" ed uno proveniente da “un paese africano”.
    Il ministero dell’Interno di Riyad ha poi precisato che lo scorso mercoledì 5 novembre le forze speciali sono riuscite a sventare un attacco preparato da “uomini di al-Qa‘ida” con l'obiettivo di colpire i pellegrini in visita alla città santa per la ‘umra [pellegrinaggio alla Mecca che si può fare in qualsiasi giorno dell’anno e con riti più semplici di quelli dello hajj, ndt]. Nello scontro due degli uomini del commando sarebbero stati uccisi.
    Ma gli scontri si sono registrati anche a Riyad: un morto e otto feriti è il bilancio della sparatoria avvenuta lo scorso 6 novembre all’alba nel quartiere Suwaydi della capitale. Secondo le fonti ufficiali il morto sarebbe un “uomo armato” descritto come “fanatico islamico”, mentre i feriti farebbero tutti parte delle forze dell’ordine.
    I “rivoltosi” sarebbero usciti allo scoperto dal loro rifugio facendo fuoco con mitragliatrici e granate contro le forze di polizia. Fonti del movimento riformista Islah [Riforma, ndt], formazione d’opposizione al regime saudita, hanno affermato che Riyad non avrebbe esitato ad usare elicotteri da combattimento per sedare gli scontri. Questi ultimi sarebbero durati circa tre ore e al termine dell’operazione le forze di sicurezza avrebbero arrestato almeno cinque uomini armati, mentre altri dodici sarebbero riusciti a fuggire e a trovare un altro rifugio.
    La tensione è molto alta già dalla scorsa estate quando, in agosto, nello stesso quartiere della capitale tre uomini delle forze speciali vennero uccisi nelle sparatorie contro uomini armati “sospettati di avere legami con al-Qa‘ida”.
    Fonti diplomatiche affermano che il giro di vite inaugurato in questa settimana da Riyad contro i "rivoltosi" indicherebbe la volontà delle autorità saudite di metter fine all’"estremismo". Sarebbero 600 i sospetti arrestati in questi giorni in tutto il Regno accusati di esser legati agli attentati del 12 maggio scorso che portarono alla morte ben 35 persone, di cui nove americani.

    Aljazzera.net - 7 nov. 2003

    tradotto da Lorenzo Trombetta

  10. #10
    Saloth Sâr
    Ospite

    Predefinito

    Al Qaeda fa una strage in Arabia
    Almeno 10 morti, 50 in ostaggio

    Paura per gli italiani, ma la Farnesina assicura
    "Nessun connazionale nelle mani del commando"



    DUBAI - Al Qaeda torna a colpire in Arabia Saudita. E lo fa uccidendo e prendendo ostaggi. Una decina le vittime (diversi stranieri), una cinquantina gli ostaggi nelle mani dei terroristi, presi nel corso di un attacco compiuto questa mattina contro la città petrolifera saudita di al Khobar, 250 chilometri a Nordest della capitale, sulla costa del golfo, ai danni di uffici di compagnie petrolifere e residenze dei dipendenti. Le forze di sicurezza saudite hanno sferrato un assalto al complesso residenziale dove i terroristi si sono asserragliati con gli ostaggi.

    Attualmente la città portuale saudita, situata a 250 chilometri a nord-est di Riad, è praticamente assediata dalla forze di sicurezza che si starebbero preparando a dare l'assalto all'Oasis, per tentare di neutralizzare il gruppo terroristico presumibilmente legato alla rete di Al Qaida e forse formato da non più di quattro elementi.

    Secondo la Farnesina - in contatto costante con l'ambasciatore d'Italia a Riad, Armando Sanguini - non ci sono italiani tra gli ostaggi, contrariamente a quanto affermato in precedenza da un residente. Il portavoce della Farnesina ha spiegato che l'ambasciatore ha avuto contatti diretti con i responsabili di tutte le imprese italiane che hanno personale impegnato in quell'area. Dal canto suo Palazzo Chigi ha fatto sapere che il presidente del consiglio Silvio "Berlusconi è stato informato dell'accaduto mentre era in Sardegna ad un comizio elettorale" e che il sottosegretario Gianni Letta ha avuto colloqui con l'ambasciatore italiano in Arabia Saudita.



    Che ci fossero italiani tra gli ostaggi era stato detto dall'amministratore dello stabile Oasis, residenza di stranieri ora in mano ai terroristi. Ad al Khobar vi sono uffici e strutture dell'Eni, ma il gruppo ha fatto sapere che non vi sono suoi dipendenti tra le persone fatte prigioniere.

    Incertezza permane ancora sul numero delle vittime. I terroristi avrebbero ucciso almeno dieci persone, secondo un comunicato ufficiale del principe ereditario saudita Abdullah. Sette delle vittime sarebbero straniere, e di queste tre occidentali (un americano, un britannico ed uno di nazionalità non ancora accertata). Altre fonti parlano invece di almeno 16 morti.

    L'episodio rientra nell'escalation terroristica cominciata il primo maggio scorso in un'altra città saudita, sulla sponda opposta della penisola arabica ma altrettanto importante come terminal petrolifero, il porto di Yanbu, dove furono uccisi altri cinque stranieri (due americani, due britannici ed un australiano). L'attacco odierno, ancora in corso e sul quale le notizie, per lo più di fonte giornalistica, sono assai confuse, è cominciato nell'edificio del Petroleum Center, un complesso nel quale sono concentrati uffici di varie compagnie petrolifere occidentali e nel quale il gruppo terrorista ha fatto irruzione stamane a bordo di un'auto con insegne militari.

    I quattro - che secondo testimoni indossavano uniformi militari e imbracciavano armi leggere - hanno sparato uccidendo un primo gruppo di impiegati. Inseguiti dalle forze di sicurezza i terroristi hanno continuato a sparare e a provocare vittime, tra le quali un bambino egiziano di dieci anni, che andava a scuola a bordo di un'auto privata guidata da un adulto rimasto illeso, nonché sette agenti delle forze di polizia saudite.



    Poi hanno raggiunto un grosso complesso residenziale dove hanno fatto ancora uso delle armi, forse anche di bombe a mano. Un'automobile è stata completamente avvolta dalle fiamme - lo testimoniano immagini diffuse dalla tv di Dubai 'Al Arabiya' - ed altre due limousine sono state colpite da raffiche di proiettili.

    A bordo di una delle vetture è rimasto ucciso il guidatore, un uomo in camicia bianca, cravatta scura e occhiali da sole, del quale si è visto il corpo crivellato di proiettili mentre era ancora al posto di guida, con la cintura di sicurezza allacciata. Altre immagini hanno mostrato una limousine blu con i vetri dei finestrini rotti e i sedili in pelle chiara macchiati di sangue, così come un telefono cellulare posato accanto.

    Si è appreso che il ministro saudita del petrolio avrebbe convocato una riunione urgente dei responsabili delle società petrolifere occidentali per decidere le iniziative da assumere, mentre l'ambasciata americana a Riad, che ha inviato funzionari a Khobar, ha anche chiesto ai propri connazionali di lasciare l'Arabia Saudita al più presto.

    L'attacco segue di due giorni la diffusione di un piano da parte del presunto nuovo leader di Al Qaeda per l'Arabia Saudita, Abdulaziz Al Muqrin, che in una dichiarazione a lui attribuita, pubblicata in vari siti islamici, esortava a sferrare attacchi di guerriglia urbana nel regno saudita, per rovesciare la famiglia reale. "Il lavoro nelle città - era scritto nel testo diffuso via interne - richiede piccoli gruppi composti da non più di quattro persone. Gli attivisti devono essere residenti nelle città per evitare spie e occhi sospettosi".

    Al Muqrin, il cui nome è in una lista di 18 integralisti islamici ricercati in Arabia Saudita, avrebbe già rivendicato l'attacco a Yanbu del primo maggio, auspicando che altri ne vengano compiuti in Arabia Saudita ed in altri stati musulmani.
    Obiettivo dichiarato di queste azioni - nel caso risulti fondata la pista che porta alla rete Al Qaida capeggiata da Osama Bin Laden - sarebbe sia il tentativo di rovesciare il regime saudita, sia quello di allontanare dai Paesi musulmani qualsiasi presenza straniera, ed in particolare quella di cittadini statunitensi.
    Non è da escludere tuttavia anche quello di un controllo totalmente saudita e arabo delle fonti petrolifere. Al Khobar e Yanbu sono rispettivamente i due terminali del più grande oleodotto che attraversa l'Arabia Saudita, per portare greggio dal Golfo Persico al mar Rosso.



    (29 maggio 2004)

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 27-10-10, 00:04
  2. Risposte: 78
    Ultimo Messaggio: 07-01-10, 21:41
  3. Risposte: 13
    Ultimo Messaggio: 05-01-10, 21:21
  4. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 04-01-10, 15:44
  5. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 09-02-07, 04:11

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito