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Bufera sul leader della Lega che in un comizio dice: "Stavamo meglio
sotto l'Austria". Ds e Rifondazione: "Parole sconcertanti"
Bossi: "Se al referendum vince il no
bisogna trovare vie non democratiche"
Umberto Bossi
ROMA - l tono è pacato, reso ancora più tenue dalla voce bassa, ma le cose che Umberto Bossi dice al Tg1 sembrano fatte apposta per infiammare una campagna referendaria finora piuttosto sonnacchiosa. Il leader del Carroccio dice che non crede più alla possibilità di un confronto sulle riforme con l'Unione nel caso vincessero i No. "No, non ci credo - afferma Bossi - li ho visti in aula, faranno delle regole per non toccare mai più la Costituzione, il Paese non cambierà mai più democraticamente. Bisognerà trovare altre vie, perchè democraticamente non cambierà più niente. E questo è un dramma".
Cosa intende per "altre vie"? Bossi non lo dice, ma dalla maggioranza non hanno difficoltà a dare un'interpretazione allarmante. Parole "sconcertanti", afferma il segretario del Prc Franco Giordano. "Sorpresi e preoccupati" i diesse, per bocca di Nicola Latorre. Reazione che certo non si sarà attenuata nel leggere poco dopo quello che Bossi ha detto durante un comizio nel bresciano: "Stavamo meglio quando eravamo sotto l'Austria. Se lo avessero saputo quelli che sono andati a combattere sul Piave, forse giravano i fucili dall'altra parte".
Il leader della Lega usa le espressioni di un tempo per difendere la giustezza del suo federalismo. "Oggi - ha detto il Senatur - la Lombardia, che mantiene tutto il Paese non ha un magistrato lombardo. Se la magistratura fosse eletta dal popolo avremmo i nostri magistrati. Viviamo peggio di quando eravamo sotto l'Austria".
Giordano ne trae una conclusione ben precisa: "Come si vede, gli obiettivi che sottendono questo referendum sono esplicitamente destabilizzanti, e per ottenerli occorre perseguire qualsiasi ipotesi, anche quella 'non democratica'". "Il tono minaccioso e antidemocratico di Bossi - incalza Latorre - testimonia che la legge di modifica costituzionale approvata a maggioranza nella passata legislatura dalla Cdl altro non è che un atto di forza contro una parte del Paese e contro gli stessi interessi dei cittadini italiani".
Reazioni spropositate, per gli alleati del Carroccio. "Un ridicolo tentativo di imbastire una polemica sul nulla", protestano per Forza Italia Paolo Bonaiuti e Fabrizio Cicchitto. E uno dei più importanti luogotenenti di Bossi, Roberto Calderoli, interviene per dare una diversa lettura delle frasi del suo leader, cercando così di spegnere le polemiche prima che divampino. "Se dopo 25 anni di tentativi questo cambiamento venisse rifiutato - spiega Calderoli - è evidente che per un secolo non si parlerebbe più di cambiamento. A questo punto, non la Lega, ma il popolo potrebbe scegliere altre strade non democratiche e questo, come ha detto Bossi, sarebbe un dramma".
In altre parole, Bossi - sostiene l'ex ministro delle Riforme - si è limitato a indicare i pericoli conseguenti ad una sconfitta al referendum