iRS, cessione aree minerarie.

[iRS]

iRS – indipèndentzia Repùbrica de Sardigna

Oggetto: cessione delle aree minerarie nelle regioni Sulcis e Campidano.

Il territorio della Sardegna è per i Sardi uno dei patrimoni più preziosi, è un bene di valore inestimabile da custodire o di cui riappropriarsi, al fine di un utilizzo ponderato e per il bene collettivo, di tutti. Notiamo però che la constatazione secondo la quale i Sardi dovrebbero utilizzare il proprio patrimonio ambientale per costruire la propria economia e il proprio divenire viene stravolta e negata da chi spesso la invoca a livello teorico.

Succede anche ora, con la cessione a titolo definitivo di 647.000 metri di terra di Sardegna. Vale a dire con una rinuncia senza possibilità di marcia indietro alla gestione diretta del proprio territorio.

Già sfruttata dall’economia pastorale e agricola, già sfruttata per i suoi minerali dalla ferocità dell’homo oeconomicus, ora in cerca di finanzieri internazionali pronti a restituirle dignità: questa la strana vicenda di un ambiente tanto prezioso da essere alla fine ceduto ad un prezzo che suona peraltro irrisorio.

Crediamo che la dignità, oggi e come sempre, alla Sardegna la debbano dare i Sardi, e che debbano essere loro i legittimi aspiranti a poter custodire e valorizzare in modo propositivo il proprio patrimonio. Nessuno nega la bontà della cooperazione internazionale: ma è evidente che cedendo il proprio territorio a terzi si nega a se stessi la possibilità di operare su di esso e dunque di cooperare con altri. Semplicemente ci si elude da ogni gioco.

Non ci si scordi del resto che in quelle centinaia di ettari e migliaia di metricubi di rovine si è consumata l’esistenza di migliaia e migliaia di persone, e che lì quanto negli altri siti minerari delle regioni sulcitane e campidanesi ancora risiedono e soffrono quelle generazioni con i figli e i nipoti, con le loro tristi condizioni di invecchiamento, disoccupazione, abbandono scolastico.

La Regione Sardegna sbaglia a non considerare i Sardi come investitore ideale su cui puntare, ancor di più su territori che hanno una storia di persone, di legami sociali, di tessuto economico, che non ritroverà la sua dignità, o la sua riqualificazione, con villaggi vacanze e residence di lusso posseduti da stranieri e per stranieri.

E’ necessario considerare, e ripetiamo considerare, le centinaia di studenti e universitari del Guspinese, Arburese, e di tutte le regioni del Sulcis e del Campidano, come coloro sui quali investire in conoscenza e in cultura del “fare”, tanto da farli divenire attori partecipi di quel processo di riconversione di un’economia, di un’identità, di un percorso storico, di un ambiente di cui sono custodi e di cui devono essere protagonisti.

iRS, 15/06/2006.

[nograzie]

Alle volte non riesco proprio a capire Soru....................

[GabrieleIRS]

Non tutto quello che la Regione fa, lo fa Soru. E se anche fosse opera di Soru, questo provvedimento va criticato senza mezzi termini.

[nograzie]

E' opera sua, stai tranquillo, è tutta farina del suo sacco, non per niente Scivu e Funtanazza sono sue.............

[GabrieleIRS]

Stiamo parlando però di Monte Agruxau, Monte Fenogu, Ingurtosu, Naracauli, ecc. Scivu e Funtanazza sono un'altra questione...vicina e anche tanto, ma un'altra.

[nograzie]

Direi che fanno parte dello stesso contesto, immagina cosa vuol dire avere terreni limitrofi alla Costa Smeralda prima dell'avvento dell'Aga Kan e tresferisci il tutto nella zona di cui stiamo parlando...........
Io ci vedo un bel programmino di Soru sul tipo:
Faccio il figo ed il salvatore della partia comprandomi due tra le zone piu ambite dell'area mineraria e dicendo che lo faccio per evitare speculazioni,
poi prendo a prestito un elicottero dei carabinieri e faccio un bel voletto con alcune tra le maggiori immobiliari italiane e gli faccio vedere come è bello il posto, non il suo, quello della comunità sarda,
poi metto una pulce nell'orecchio di Tom Barrak sulla possibilità di fare una Costa Smeralda due,
poi faccio una bella garetta per la vendita delle aree, gara che per come è strutturata esclude a priori la partecipazione di chiunque non sia Berlusca, Tom Barrak e simili,
A questo aggiungi il decreto salvacoste che prima o poi decadrà............
E cosa ottieni?

[GabrieleIRS]

Si, da un lato possiamo ipotizzare certi scenari. Però ora non allarghiamo la questione.. non facciamo ora il processo alle intenzioni. Un dato di fatto è che queste aree si stanno cedendo a titolo definitivo e per ora credo sia giusto dare la nostra posizione sullo stato delle cose.
I margini per ampliare la questione indubbiamente ci saranno anche più avanti con tutta probabilità... (dosiamoci?)

Ciao

[maestrodascia]

che tragedia! un'altra zona interdetta

[tziku]

www.unionesarda.it

È scontro sulla decisione della Regione di mettere in vendita i lotti di delle aree minerarie costiere di Ingurtosu e Masua.

«Una svendita per pochi amici»
Giunta sotto accusa: polemiche sul bando per i gioielli del Sulcis

La Giunta difende il piano di vendita ma è polemica sui pezzi pregiati del Sulcis che rischiano di finire nelle mani di imprenditori stranieri. In ballo ci sono i lotti delle aree geominerarie comprese tra Masua e Ingurtosu. Bando internazionale aperto e mille dubbi sull'operazione portata avanti dalla Regione. Si scuote anche il Consiglio per una gara che lascia molti punti in sospeso, legati soprattutto alle pesanti cubature e quindi ai volumi edificabili nelle aree in vendita. «Non c'è nulla di trasparente in questa vicenda», tuona dai banchi dell'opposizione Mario Floris (Uds). «Non si capisce se si vuole davvero valorizzare il territorio o siamo davanti a una logica da quattro amici al bar. Si vuole per caso svendere la Sardegna ai privati?».
Anche l'Irs prende posizione: «La Regione sbaglia a e non considerare i sardi come investitore ideale».
Attenzione in Consiglio. In maggioranza affiora qualche dubbio sul piano di vendita che prevede la prima scadenza formale il 3 luglio, quando i gruppi imprenditoriali attratti dall'affare dovranno presentare una manifestazione di interesse. «Davanti a materie così delicate ci si può trovare di fronte a rischi inattesi», avverte il socialista Peppino Balìa, «Magari vanno oltre la buona volontà degli amministratori. È fondamentale la trasparenza. Sarebbe meglio poi se fosse qualche imprenditore sardo a entrare nell'affare». Luciano Uras (Rifondazione) è sul chi va là: «Tutto è appeso all'utilizzo dei manufatti delle coste di Masua e Ingurtosu». Qualche perplessità sulla «convenienza per il sistema pubblico. Questa vendita dev'essere incardinata su un progetto di sviluppo del territorio». Centrodestra all'attaccoIl capogruppo di An Ignazio Artizzu è duro: «La legge salvacoste è diventata la salvatasche per gli amici. Mi viene in mente la visita di Soru a Masua con Ligresti, quella che doveva restare segreta. E tutto avviene prima che entri in vigore il Piano paesaggistico». Toni un po' più smussati per il capogruppo di Forza Italia Giorgio La Spisa: «Confermo il nostro no al metodo adottato dalla Giunta regionale su questioni così delicate». Tra l'altro «in questa operazione c'è troppo margine di discrezionalità». «Scelte da difendere»Il capogruppo dei Ds Siro Marrocu difende l'asta internazionale: «Basta con l'immobilismo, basta con i ragazzi del Sulcis costretti a fare i precari a Rimini. Questa vendita ben venga per fini turistici ed economici». Il leader della Quercia sollecita però che «i beni dismessi delle aree minerarie passino ai Comuni». Marrocu si sofferma sulla trasparenza della vendita: «La procedura è limpida. Se così non fosse, sarei il primo a denunciarlo». (g. z.)

16/06/2006

www.unionesarda.it

[maestrodascia]

è il caso di scendere in piazza x protestare. ma tanto se ne sbatteranno le palle ugualmente, se le cose sono già decise. un po' come era già deciso che Floris sarebbe stato riconfermato sindaco.