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Der Wehrwolf
Intervista del Senatur al Tg1. Poi il comizio: si stava meglio con l’Austria Bossi: «Vie non democratiche per cambiare»
Il leader della Lega: se vincesse il no al referendum piangerei: vorrebbe dire che la gente non ha capito nulla.
Critiche dall’Unione
Il leader della Lega Nord, Umberto Bossi (Emblema)
ROMA—Se vince il no al referendum del 25-26 giugno, vorrà dire che «il Paese non cambierà mai più democraticamente. Bisognerà trovare altre vie». Umberto Bossi, intervistato dal Tg1, usa accenti forti per descrivere gli effetti di un’eventuale bocciatura alle urne della devolution. E, senza mai usare la parola, evoca il ritorno a una strategia abbandonata da tempo dalla Lega, ovvero la secessione. Un accenno, quello alle «altre vie», che fa infuriare la sinistra, con attacchi da Rifondazione e Ds e la difesa di Forza Italia.
Ma per capire la portata anche personale che Bossi attribuisce al referendum, c’è la confessione, fatta in un comizio serale: «Se vincono i no, piangerò. Vorrebbe dire che la gente non ha capito nulla».
Nell’intervista al Tg1, Bossi esclude che sia possibile una trattativa per cambiare la Costituzione: «No, non ci credo, li ho visti in aula, faranno delle regole per non toccare mai più la Costituzione. È un dramma». Al punto che «per certi versi stavamo meglio sotto l’Austria ».È un nuovo corso del Senatùr, più severo rispetto a qualche giorno fa, quando aveva lasciato intendere una disponibilità del Carroccio a un dialogo sulle riforme. Niente più aperture, anzi, minaccia di ricorrere ad «altre vie».
Alessandro Trocino
15 giugno 2006