dai che ci stacchiamo da sti pezzenti !!! ( oggi, sò fumino....)
Il senatur: "Mezzi non democratici qualora vincessero i 'No' il 25"
L'Udc: "Inaccettabile".
Ma Forza Italia lo difende,
Fini in parte lo giustifica
Referendum, la Cdl si spacca su Bossi
Bertinotti contro il leader leghista
Il presidente della Camera: "Le regole democratiche
non possono essere messe in discussione"
ROMA - E' ancora bufera per le parole pronunciate ieri dal leader leghista Umberto Bossi a proposito di una eventuale vittoria del 'No' al referendum del 25 giugno. Al leader del Carroccio, che ha parlato di via non democratica in caso di sconfitta del 'Sì' sulla devolution, arrivano durissime critiche dalla maggioranza, contestazioni dalla Cdl - che si divide - e il monito della terza carica dello Stato: "Non mettere in discussione le regole democratiche"
Dice il presidente della Camera: "Penso che anche agli esponenti della Lega e al suo leader andrebbe rivolto l'appello a contribuire affinchè le regole democratiche e la sostanza della democrazia non siano messe in discussione da alcuno. "Ci sono parole che non possono essere usate neanche a fini propagandistici, se non provocando un'erosione nella convivenza democratica".
Il leader di An Gianfranco Fini ammette che l'espressione usata da Bossi è "fuori luogo" e "certamente eccessiva", ma sostiene poi che la sinistra invece di "criminalizzare" dovrebbe meditare sulla sua "sgangherata riforma". "L'affermazione del no - afferma Fini - renderebbe impossibili per molti anni le riforme istituzionali di cui tutta l'Italia ha bisogno. Questo creerebbe un ulteriore senso di distacco dal Parlamento e dalle forze politiche. E' un problema reale soprattutto in alcune aree del Nord".
''Le frasi di Bossi sono preoccupanti e fuori di luogo'', sostiene il vice segretario vicario dell'Udc Mario Tassone: "Ipotizzare strade diverse dalla politica e dalla democrazia e' in netta contraddizione con le parole del senatur che qualche giorno fa invitava tutte le forze politiche a discutere anche dopo un risultato negativo del referendum".
Ma le critiche più severe giungono dal segretario del partito di Casini. Per Lorenzo Cesa, "nonostante il tentativo di chiarimento di Calderoli", si tratta di affermazioni "inaccettabili non solo per la sinistra, ma anche per noi. Sia chiaro che su questa linea l'Udc non c'è mai stata e non ci sarà mai".
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme istituzionali, Vannino Chiti, attacca: "Mi aspettavo che i leader della destra non si limitassero ad un utilitaristico 'non ci giova', ma condannassero le parole di Bossi. La minaccia di ricorrere a mezzi 'non democratici', oltre ad essere stupefacente è grave, proprio perché si tratta di una dichiarazione di disprezzo per la democrazia e la volontà del popolo sovrano".
Un'ulteriore risposta arriva anche dal capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli, che invoca l'intervento di Napolitano: "Il presidente della Repubblica richiami l'opposizione al rispetto delle regole democratiche. Le parole del capo della Lega sono irresponsabili ed inaccettabili alla vigilia di un voto decisivo per i cittadini e le istituzioni italiane". E Bonelli prosegue esortando, ancora una volta, Berlusconi e tutta la Cdl: "Devono condannare subito e senza mezzi termini le frasi eversive ed antidemocratiche del leader leghista. E' inaccettabile che il confronto politico sia avvelenato da affermazioni pericolose che incendiano il clima".
Ma da Forza Italia Bondi difende il capo leghista. "Bossi - dice - ha solo lanciato un allarme che è purtroppo reale: se vincesse il 'No' alla devolution, la sinistra metterebbe una pietra tombale sulle riforme, con un danno irreparabile per tutto il Paese".