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  1. #1
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    Predefinito LOMBARDIA, CRISI PROFONDA

    Sono forse notizie di questo genere che qualcuno vorrebbe oscurare con gli odierni allarmi di carattere sanitario??? hefico:


    http://milano.corriere.it/milano/not...03845101.shtml


    analisi congiunturale sul primo trimestre 2009 di Regione, Unioncamere, Confindustria
    Crisi, produzione in calo (-11%), Cig +29%
    In frenata l'industria lombarda. «Qualche segnale di speranza dall’andamento di ordini e aspettative»

    MILANO - La crisi economica continua a pesare sull'economia lombarda. Nei primi tre mesi dell'anno la produzione industriale è scesa dell'11,1% rispetto al primo trimestre del 2008 e del 6,2% rispetto all'ultimo trimestre 2008. In contrazione anche i livelli produttivi dell'artigianato manifatturiero, che registra un calo dell'11,6% (meno 4% rispetto all'ultimo trimestre 2008). È quanto emerge dall'analisi congiunturale sul primo trimestre 2009 su industria e artigianato manifatturiero di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia e con la collaborazione delle associazioni regionali dell'artigianato. Tutti i settori registrano variazioni tendenziali negative.
    MEGLIO L'ALIMENTARE - Il risultato migliore è quello dell'alimentare (-2,9%), il peggiore la siderurgia (-16%). Anche settori importanti per l'economia lombarda come la meccanica e la chimica mostrano una significativa contrazione della produzione su base annua (-12,4% la meccanica e -9% la chimica). Nell'artigianato tutti i settori presentano variazioni della produzione su base annua negative (dal -16,6% della siderurgia al -5% dell'alimentare). Soffrono meno il rallentamento i beni di consumo finali (-7,4%), mentre i beni intermedi e i beni d'investimento registrano flessioni più intense (rispettivamente -13,6% e -11,3%). Qualche segnale di speranza si intravede per il futuro immediato: il calo degli ordini prosegue ma frena leggermente, così come il saldo tra imprenditori ottimisti e pessimisti rimane negativo, ma con cifre in riduzione, specie nell'industria.

    SOFFRONO LE MEDI-GRANDI - I dati sulla produzione per classe dimensionale risultano omogenei sia come segno sia come intensità della variazione: le medie imprese (da 50 a 199 addetti) conseguono il risultato più negativo (-12,7%), mentre le grandi (oltre i 200 addetti) e le piccole (da 10 a 49 addetti) si fermano a -10,2%. Anche nell'artigianato è più marcato il calo per le imprese di media dimensione (da 6 a 9 addetti -12,4%) rispetto alle micro-imprese (da 3 a 5 addetti -9,9%) e a quelle di dimensioni maggiori (oltre 10 addetti -10,6%).

    AUMENTA LA CIG - L'occupazione all'interno del trimestre è in flessione per l'industria con un saldo negativo tra tasso d'ingresso e d'uscita dell'1,1%. In aumento la quota di aziende che fanno ricorso alla cassa integrazione (29,3%), così come anche la quota di cassa sul monte ore trimestrale (2,5%). Andamento leggermente più negativo per l'artigianato che registra un saldo tra tasso di ingresso e di uscita pari a -1,5%.

    ACCESSO AL CREDITO PROBLEMATICO - Ancora generalmente negativo il rapporto con le banche: il 50,1% delle imprese industriali intervistate rileva che le condizioni di accesso al credito sono meno favorevoli rispetto a un anno fa, per il 36,3% sono costanti e solo per il 3% risultano più favorevoli. Simile anche fra le imprese artigiane la quota di chi rileva condizioni di accesso al credito meno favorevoli (48%).

    ORDINI IN CALO - Gli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese industriali sono negativi sia sul versante interno (-13,8%) sia sul versante estero (-12,1%). Il rallentamento della domanda viene confermato anche dal periodo di produzione assicurata dal portafoglio ordini, che scende sotto le 50 giornate. Anche gli ordini delle aziende artigiane risultano in calo sia dall'interno (-17,3%) sia dall'estero (-3,4%) e il periodo di produzione assicurata scende sotto le 30 giornate. Sia per l'industria sia per l'artigianato si registra però una decelerazione della caduta congiunturale. Nell'industria gli ordini interni perdono il 5,6% contro il 7,2% dello scorso trimestre e gli ordini esteri perdono il 3,4% contro il 4,9% di fine 2008. Nell'artigianato gli ordini interni perdono il 2% contro il 7,6% di fine 2008.

    PIU' PESSIMISTI - Le aspettative sulla produzione degli imprenditori industriali per il secondo trimestre 2009 vedono ancora prevalere i pessimisti sugli ottimisti, ma con un saldo negativo che si riduce dal 44% di fine 2008 al 28%. Anche le aspettative sulla domanda registrano un saldo negativo in rallentamento: sul versante estero dal 34% di fine 2008 al 19%, sul versante interno dal 50% al 29%. Nel caso dell'artigianato questa inversione di tendenza non si vede ancora: il saldo per la produzione e per la domanda interna scende a -40%, quello per la domanda estera a -25%. Raggiunge il 76% la quota di imprenditori industriali che non prevedono variazioni a breve nei livelli occupazionali, mentre fra gli imprenditori artigiani la quota sale all'80%.


    28 aprile 2009
    LOMBARDIA LIBERA IN LIBERA EUROPA

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: LOMBARDIA, CRISI PROFONDA

    Oppure questa ????


    La Corte dei conti striglia il Comune

    «Rimborso bond, mancano 335 milioni»

    Obbligazioni Aem, oggi A2A, in scadenza. Ma nel bilancio consuntivo 2009 questi soldi NON CI SONO


    MILANO - La Corte dei Conti torna a tirare le orecchie all’ammini*strazione Moratti. Questa vol*ta, il tema sotto accusa è quel*lo dei Poc, i prestiti obbliga*zionari comunali convertibili in azioni Aem (oggi A2A) che erano stati emessi nel 2004 e che nel 2009 dovranno essere rimborsati: un giochino da 335 milioni di euro. Il proble*ma è che il bilancio consunti*vo 2009 non cita questi soldi che pure il Comune dovrà sborsare nel dicembre prossi*mo a favore di chi aveva ac*quistato i Poc. La Corte dei Conti ha quindi segnalato i «profili di criticità» che carat*terizzano questa operazione finanziaria e ha chiesto al con*siglio comunale di «adottare eventuali interventi corretti*vi » entro il 31 maggio prossi*mo.

    La notizia è arrivata nel giorno in cui in aula consilia*re avrebbe dovuto comincia*re il dibattito sul consuntivo 2008: discussione che si è su*bito bloccata, dal momento che i soli 23 consiglieri di maggioranza presenti non hanno consentito di garanti*re la tenuta del numero lega*le. Le coincidenze non finisco*no qui: giusto ieri, a seguito dell’inchiesta sui derivati del Comune di Milano, il giudice delle indagini preliminari, Giuseppe Vanore, ha autoriz*zato il pm Alfredo Robledo a sequestrare i beni delle ban*che accusate di truffa ai dan*ni del Comune stesso. Una «prima volta» che ha del cla*moroso, visto che i magistra*ti hanno sequestrato un quar*to della divisione italiana di Deutsche Bank, la sede di Jp*Morgan, conti di Depfa Bank.

    Il giudizio della Corte dei Conti è comunque severo: «Suscita notevole perplessità — scrivono — il fatto che l’ente abbia proceduto all’ap*provazione del bilancio di previsione 2009, anno nel quale deve essere operato il rimborso, senza individuare le risorse da destinare a tale scopo. la circostanza pone se*ri dubbi in ordine all’effettiva attendibilità del bilancio del*l’ente che non sembra rappre*sentare in modo trasparente e corretto la situazione finan*ziaria del Comune». È tran*quillo l’assessore al Bilancio, Giacomo Beretta: «I soldi ci sono, anche se non compaio*no nel preventivo, come ha ri*levato la Corte dei Conti. In re*altà, nel consuntivo 2008 ab*biamo creato un fondo di ac*cantonamento a rimborso ca*pitale che verrà inserito nel*l’assestamento di bilancio e servirà per i Poc».

    «Ma quali soldi? Ma dove? La verità è che ancora una vol*ta siamo di fronte a una for*ma di finanza allegra scelta dal Comune. Un risvolto pre*occupante: c’è da augurarsi che non venga sottovalutato l’intervento della Corte dei Conti, come è stato fatto sul caso dei dirigenti», incalza il consigliere Basilio Rizzo (Li*sta Fo). Anche durante la seduta consiliare di ieri si è fatto cen*no ai residui passivi: anzi, l’opposizione già in tempi non sospetti aveva chiesto conto di queste cifre. Ieri il te*ma è stato nuovamente po*sto, come pregiudiziale al di*battito. Non avendo avuto do*cumenti, «che sono ancora più urgenti — sottolinea il ca*pogruppo pd Pierfrancesco Majorino — alla luce delle os*servazioni della Corte dei Conti», il centrosinistra ha ab*bandonato l’aula ed è saltato il numero legale, dando un chiaro segnale politico di co*me questa maggioranza ten*ga al documento consunti*vo».

    Elisabetta Soglio
    28 aprile 2009
    LOMBARDIA LIBERA IN LIBERA EUROPA

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: LOMBARDIA, CRISI PROFONDA

    http://www.lastampa.it/redazione/cms...3211girata.asp

    /2009 (7:22) - I FUNZIONARI DEGLI ISTITUTI INDAGATI PER TRUFFA
    Sequestrati 460 milioni alle banche


    Milano, svolta nello scandalo derivati: «Sapevano che erano titoli tossici»
    PAOLO COLONNELLO
    MILANO
    Nelle banche che hanno trattato derivati con Comuni e Regioni da ieri è allarme rosso: la Finanza, su richiesta della procura di Milano e con un provvedimento del gip Vanore, ha sequestrato nelle sedi di Jp Morgan, Ubs, Dutsche e Depfa Bank - quattro delle più importanti banche internazionali - beni mobili e immobili per un valore di circa 460 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa dei derivati venduti a Palazzo Marino tra il 2005 e il 2008, indagando le stesse banche ai sensi della 231, la legge sulla responsabilità penale delle società. Un sequestro senza precedenti nel campo della finanza «creativa» e che sarà vagliato dal tribunale del riesame al quale ricorreranno le banche.

    Così come i due alti dirigenti del Comune finiti sul registro degli indagati nei mesi scorsi e colpiti ieri dal provvedimento di sequestro preventivo «in solido» con gli istituti di credito. Ovvero il direttore generale del Comune all’epoca del sindaco Gabriele Albertini, Giorgio Porta, e il componente del comitato tecnico Mario Mauri: per l’accusa sono i padri dell’operazione-derivati, fortissimamente voluta da Albertini e considerata la più importante mai fatta in Europa. Per il pm Robledo le banche agirono sia in vesti di advisor che di consulenti del Comune, avendo un interesse preciso a dare una prospettazione non corretta sulla convenienza economica di una ristrutturazione del debito pari a 1,7 miliardi di euro. Si capisce dunque la portata del sequestro di ieri che oltre a congelare il presunto danno per Palazzo Marino - calcolato in circa 100 milioni di euro - blocca preventivamente anche i presunti guadagni delle banche realizzati attraverso complicatissime architetture finanziarie.

    Basti pensare che il Comune, in appena tre anni, venne portato a rinegoziare il prestito per ben sei volte (le ultime due sotto la giunta Moratti) sempre con contratti estremamente favorevoli alle banche, mai chiari sulla loro vera natura di rischio e con il sospetto di commissioni occulte per gli istituti e i diversi manager già finiti sul registro degli indagati l’inverno scorso. Con un risvolto ulteriore: perché se la prospettazione dell’accusa dovesse reggere il vaglio del tribunale facendo attecchire le radici giuridiche di questo fascicolo battistrada, il sequestro di ieri potrebbe essere il primo di una lunga serie essendo quasi tutti i comuni, le Regioni e le Provincie italiane indebitate con uno degli strumenti finanziari più controversi degli ultimi anni e di cui nel nostro Paese si è fatto larghissimo uso. L’ipotesi di reato contestata nel gennaio scorso dal pm Alfredo Robledo parla di truffa aggravata ai danni dello Stato, in questo caso del Comune ma pare che nel mirino degli inquirenti siano finiti da tempo anche i contratti derivati stipulati da Regione e Provincia, considerati parte offese come Palazzo Marino.

    Dovevano essere grandi risparmi, saranno in incubi nei quali si risveglieranno le generazioni future, essendo i prestiti legati a bond trentennali. E ieri al Comune è arrivata un’altra bacchettata: la Corte dei Conti ha messo nel mirino un altro prestito obbligazionario di 335 milioni di euro, del 2004, per il quale Palazzo Marino non ha creato il relativo fondo di ammortamento previsto. Ora il rimborso agli obbligazionisti costringerà il Comune a recuperare circa un quinto dell’intera spesa preventivata per la parte corrente. Ma, osservano i giudici contabili, nel bilancio previsionale non c’è traccia di queste uscite.

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: LOMBARDIA, CRISI PROFONDA

    Aggiungiamo al disastro anche questo.

    Adesso vi sono le banche che in teoria subiscono dei sequestri.

    E’ una guerra tra mal messi.

    Una banda di poveretti da ambedue le parti che credevano che la gallina dalle uova d’oro del Nord fosse eterna.

    Adesso cara lega cosa fai per sostenere la partitocrazia che ha messo tutti in ginocchio?

    Anche la partitocrazia di Milano voleva fare la grande come il Sud.
    Solamente che la Padania non ha una colonia da sfruttare, è gia lei una colonia.

 

 

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