Originariamente Scritto da
FreeFlag
D'Alema è partito per gli USA e, prima del decollo, ha voluto precisare di andarci come
«amico degli Stati Uniti» forse preoccupato che qualche vecchio generale di indole maccartista, temendo di avere a che fare con un comunista vero, gli tirasse addosso un paio di missili SAM...
Ci va pieno di buone intenzioni, il baffino, con la valigia piena di grandi questioni internazionali
«su cui l'Italia, l'Europa e gli Stati Uniti devono collaborare per ricercare soluzioni positive e pacifiche».
Ci va per incontrare Condoleeza (che forse gli tirerà le orecchie) ma non incontrerà il capointesta che quello ha già detto che dalla partita di golf lui non si schioda.
Ci va per manifestare la
fermezza del popolo italiano su importanti questioni come il
caso Calipari; e infatti dichiara che
«Vado a Washington per discutere di politica, più che di vicende giudiziarie» anche perché, prosegue, quella è
«una vicenda che riguarda la magistratura indipendente» e, tutto sommato,
«non so neanche cosa possa fare il segretario di Stato per garantire la collaborazione da un punto di vista giudiziario».
La saggezza incipiente che incanutisce oltre che i capelli pure lo spirito battagliero del barcarolo gli consiglia di essere prudente (sempre per via del missile) anche sulla questione dei voli CIA al punto da dichiarare che «Non si può intervenire sul passato; l'accertamento delle responsabilità e di eventuali violazioni della legge spetta ai magistrati».
Domandina finale: Non avete voi l'impressione che per questa missione impossibile (stabilire rapporti amichevoli con gli USA) forse sarebbe stato meglio mandarci un magistrato?
Magari un Francesco Saverio qualsiasi piuttosto che un ministro calabraghe ?