Prodi e il suo governo non hanno fatto nulla in questi primi 90 gg salvo accaparrarsi le poltrone e sparare stronzate poi subito smentite, dalle stanze del buco alle leggi per i PACS. Ora hanno steso la cortina fumoggena incantando il proprio elettorato coglione con gli arresti e gli indagati eccellenti, ma è solo un bluff, è solo fumo agli occhi. La verità è che il Il governo Prodi è caratterizzato al Senato da una maggioranza risicatissima. Il raffreddore d’un anziano senatore a vita, la stilettata d’un franco tiratore, lo scrupolo di coscienza d’un cattolico o d’un comunista possono farlo cadere. E il risultato si vede. Come si sa, per rispondere alla fame di poltrone si è proceduto allo “spacchettamento” di alcuni ministeri; e poiché questo avveniva in violazione della legge Bassanini, è stata necessaria una decisione del Senato. E tuttavia su questo primo provvedimento, così banale, è stata posta la questione di fiducia e i senatori sono stati costretti a votare alla luce del sole. Ma questo metodo non può essere adottato costantemente e al contrario, anche il suo uso frequente è un rischio: se si sbaglia una volta, si va tutti a casa. La situazione è drammatica. Dal momento che la maggioranza è risicatissima, ognuno dei nove partiti dell’Unione ha un enorme potere di ricatto. Questo spiega il governo pletorico che è stato messo su. Non è che Prodi sia stato felice di formare il governo più numeroso di tutti i tempi, inclusi quelli – tanto vituperati – della Prima Repubblica: è stato obbligato a farlo perché i singoli partiti non hanno chiesto, hanno preteso certi posti e certe poltrone. Puntandogli una pistola alla tempia. Inoltre parecchi di questi partiti sono “ideologici”, cioè tendenzialmente rigidi, impermeabili al buon senso e capaci di impuntature e veti incrociati. Sono dei pessimi compagni di cordata.
A questo punto si può stabilire una sorta di parallelogramma delle forze. Il governo ha lo svantaggio d’essere sottoposto ad ogni sorta di ricatti – basti vedere il modo in cui Bertinotti ha reclamato ed ottenuto la Presidenza della Camera – ed ha il vantaggio che assolutamente tutti i partiti della coalizione e tutti i singoli parlamentari sanno d’essere a rischio. La sopravvivenza della maggioranza è sospesa alla fedeltà di tutti, al di sopra sia dei principi sia degli interessi particolari. La prognosi a questo punto è semplice: prevarrà il piacere di esercitare il potere di ricatto o il piacere d’essere al potere? E per i singoli senatori, prevarrà la disciplina di partito o il piacere di seguire la propria coscienza o perfino di pugnalare alle spalle, col voto segreto, qualche dirigente del proprio partito o un governo in cui c’è stato posto per tutti ma non per loro?
Per evitare di scontentare qualcuno, Prodi non ha fatto praticamente nulla. Non ha mai preso posizione e quando non ha potuto cavarsela diplomaticamente ha semplicemente taciuto. La politica attuale sembra seguire il consiglio andreottiano “meglio tirare a campare che tirare le cuoia”: ma tirare a campare non è governare. Inoltre cedere alle estorsioni è una pessima politica perché corrisponde a dare il massimo potere a chi è massimamente senza scrupoli.
E intanto l'elettorato coglione gongola per l'arresto di Vittorio Emanuele senza capire e sapere di essere stato preso completamente per il culo!
Allegriaaaa!!!