Pubblico una nota del segretario nazionale del Nuovo Partito d'Azione, la formazione politica recentemente rinata dalle ceneri del glorioso azionismo italiano e mazziniano.
Nell'ultima settimana di campagna elettorale
i leaders dell'Unione cambino argomenti e linguaggio.
di Pino A. Quartana*
L'isteria paranoica con cui Berlusconi chiama a raccolta gli elettori sul tema delle tasse rivela definitivamente la vera ideologia politica del personaggio nonché la sua indegnità morale a guidare un grande paese occidentale quale in fondo l'Italia ancora è.
Quando non è impegnato a difendere i suoi interessi personali e a dare sfogo alla sua psicopatologica egolatria, il signor Berlusconi difende i suoi famigli e il 10% degli italiani più ricchi dei cui interessi egli si incarica di essere il solerte cane da guardia (quel 10% che possiede la metà della ricchezza di tutto il nostro Paese). Per far ciò egli non esita a penalizzare, non solo i ceti sociali deboli (ed a vendicarsi, volta per volta, contro il 50% degli italiani che votano il centrosinistra), ma anche molti suoi elettori appartenenti a fasce popolari che ingenuamente vedono in lui il loro difensore. Molti di costoro non hanno nulla da guadagnare da riduzioni di tasse e si aspetterebbero, caso mai, forme di sostegno al reddito delle famiglie. Ma il suo elettorato è composto anche, e soprattutto, da ceto medio agiato o benestante. Anche a questa fascia dell'elettorato di destra e berlusconiano, che non è fatta tutta da straricchi, l'Unione dovrebbe rivolgersi in modo diretto, attraverso quei pochissimi che la rappresentano in televisione, per farle capire che se non si risana il Paese anche con sacrifici da parte dei ceti medi e medio-alti saranno guai per tutti, non solo per gli operai, non solo per i giovani disoccupati e precari, non solo per i lavoratori dipendenti e per i pensionati. Se lo Stato sociale (che poi lo è molto poco, in realtà) continuerà ad essere smantellato, mancando tra l'altro anche l'obiettivo della drastica riduzione del debito pubblico, allora altro che qualche aumento di tassazione dei Bot o delle rendite finanziarie. La paura che anche molti elettori di Berlusconi devono avere non è quella agitata dal loro falso idolo, che è rivolta esclusivamente ai grandi proprietari e agli straricchi come lui, ma quella che, in caso di malattia seria essi non possano più essere curati gratis in un'efficiente struttura sanitaria pubblica, non possano essere protetti più nei loro beni e nei loro diritti perché la giustizia nel frattempo è stata distrutta e già oggi le forze dell'ordine non hanno nemmeno la benzina per uscire in perlustrazione, che i clienti impoveriti da ogni sorta di speculazione favorita dal centrodestra disertino i loro negozi, che i loro figli (perfino i loro figli, non solo quelli degli operai e degli impiegati) non trovino più lavoro anch'essi e allora altro che piccoli sacrifici patrimoniali o finanziari se devi mantenere un figlio fino all'età matura, anche se sei un agiato commerciante o un avviato professionista o un piccolo imprenditore; in altre parole, devono aver paura che ci si avvii verso una situazione argentina dove l'inflazione galoppa e quella sì che requisisce davvero i risparmi, non il centrosinistra, e li mette in pericolo perché il Paese può non essere più in grado di restituire i soldi investiti nelle obbligazioni dello Stato come è successo tante volte in quella Sudamerica che è il vero modello del signor Berlusconi. Ecco, questo è il vero punto di tutta questa discussione.
Come noi nuovi azionisti sosteniamo da tempo, in quasi totale solitudine anche nel centrosinistra, la vera cultura politica del Berlusconi, ammesso che ne possa avere una qualsiasi data la sua infinita miseria culturale, è il fascismo sudamericano. I suoi toni, i suoi tic, le sue nevrosi linguistiche sono, mutatis mutandis, le stesse dei ricchi fazendeiros e delle violenti e classiste classi padronali del Sudamerica che respingono con brutale violenza i diritti del popolo e dei poveri, sostenuti solitamente in queste azioni criminose dai soliti generali fascisti e golpisti o da squadracce private. Da pochi giorni sappiamo pure che le forze armate argentine durante gli anni '70 erano infiltrate e dominate dalla P2 di Ortolani e Gelli. Il signor Berlusconi ricorda per caso questi nomi? Ma, si dirà, l'Italia non è il Sudamerica dei generali golpisti e dei fazendeiros. E' vero, nonostante tutto quello che abbiamo visto in questi cinque anni, in Italia non accade ancora niente del genere, ma solo perché, come dice ora anche Prodi, che comincia anche lui a parlare di "delinquenza politica", il Signor B. è costretto alla democrazia dalle regole, costretto dall'Europa o dalla Costituzione o da altri contropoteri, ma attenzione, si badi bene, solo perché.costretto. Ciò tuttavia non muta di una virgola il nostro giudizio; pur non avendo (ancora) la forza di dispiegarli allo stato puro sudamericano i suoi veri modelli sono quelli del fascismo sudamericano.
Come italiani ed europei, come figli di quella che, nonostante tutto, rimane ancora una grande nazione occidentale e democratica, subiamo da cinque anni l'onta di essere governati da un presidente del Consiglio, che, nell'Europa del 2006, non si vergogna di governare solo in nome della "roba" sua e degli straricchi come lui spargendo odio sui "rossi", sui "comunisti" e cioè in realtà su un numero sempre crescente di benemeriti settori della società che hanno impedito finora una pericolosa deriva politica e sociale di tipo sudamericano anni '70. Una vergogna ed uno squallore cosmici! Per questo il signor B. non deve rimanere un secondo di più a Palazzo Chigi. Ma questo dipende anche da come il centrosinistra gestirà questi ultimi giorni di campagna elettorale.
Il centrosinistra di un grande paese moderno ed europeo come l'Italia deve far capire che non vuol requisire la "roba" di nessuno, ma solo che i pochi che detengono le grandi fortune devono essere i primi a fare il proprio dovere e la propria parte per risanare una Nazione che è sull'orlo dell'abisso dopo 5 anni di governo delle estreme destre.
Prima che l'eventuale diritto al mantenimento dei propri smisurati stili di vita la classe dei super-ricchi, colleghi del Berlusconi, deve capire cheun governo democratico deve garantire prima di tutto a tanta gente di non morire di fame e di non cadere nella disperazione. E' capace ancora il centrosinistra di parlare così fortemente e direttamente al cuore della Nazione? Noi nuovi azionisti lo speriamo, ma dobbiamo dire, in verità, che non ci piace molto il modo con cui quasi tutti i rappresentanti dell'Unione stanno facendo campagna elettorale, soprattutto nell'ultima settimana di marzo. Invece, di inchiodare fermamente Berlusconi alle sue responsabilità, essi sembrano difendersi quasi a stento dalle accuse di voler introdurre nuove tasse e di aver introdotto l'euro, incolpato dai berluscones come causa dell'aumento dei prezzi. Ora noi capiamo la tattica che l'Unione si è data, quella del ragionare, dello spiegare, del parlare senza urlare; non demonizzare Berlusconi, spiegando i programmi con voce tranquilla, con ragionamenti e toni pacati. E speriamo che questa tattica sia vincente. Però, abbiamo l'impressione che con questa pacatezza si stia esagerando cercando a tutti i costi di non polemizzare con gli avversari, anche col rischio evidente di passare da attaccanti ad attaccati. Sui prezzi, per esempio, i leaders dei partiti dell'Unione dovrebbero essere, molto più decisi e convincenti nell'accusare le destre di aver favorito i loro ceti di riferimento, quelli che potevano arricchirsi scaricando gli aumenti sulle fasce deboli. Purtroppo, invece, la sensazione che spesso prevale in noi è che i pochissimi del centrosinistra che hanno la chanche di andare in televisione (ormai unico luogo in cui si svolge la campagna elettorale, segno questo di ulteriore decadimento della nostra democrazia) debbano quasi difendersi per aver voluto introdurre l'euro. Per quanto riguarda le tasse, invece, capiamo che in campagna elettorale ed in televisione, non si possono dire troppe verità e cose serie, però, si potrebbe dire che il Paese va risanato e che il risanamento non può non cadere in buona parte sui ceti più ricchi. Si
potrebbe dire che se sacrifici vanno fatti ciò è per un grande scopo di risanamento generale del Paese alla fine del quale tutti staranno molto meglio; classi povere, classi medie ed anche classi benestanti. Se alcune tasse fossero il mezzo, bisogna indicare il fine, come si fece quando si chiesero sacrifici per entrare nell'Europa dell'euro. Qui la comunicazione ci pare abbastanza stentata e debole da parte dei leaders del centrosinistra. Si potrebbe dire che, anche dal punto di vista della riduzione delle tasse, il centrodestra è stato un autentico fallimento. Nelle trasmissioni televisive bisognerebbe chiedere agli esponenti del centrodestra senza tanti scrupoli moderati e buonisti: "Ma come fate voi a parlare di riduzione delle tasse? Nemmeno il bollo auto che avevate assicurato di abolire siete stati capaci di togliere. Ed i passaggi di proprietà? Se compro un'auto usata di 700 euro ne devo pagare più di 400 di passaggi notarili di proprietà. Neanche questa rendita notarile siete stati capaci di eliminare. E sempre rimanendo in tema di auto, che ne dite dell'aumento delle polizze RC auto che il cartello delle
assicurazioni è riuscito ad imporre senza che il governo abbia avuto il coraggio di dire una parola?".
Tremonti tenta di nascondere l'incapacità del governo Berlusconi dietro l'aumento del prezzo del petrolio e della benzina. Ma quanto pesano le tasse statali su un litro di benzina al distributore?". E ai leaders del centrosinistra chiediamo invece: ci vuole molto per impostare così la campagna elettorale?
Andiamo avanti. Si potrebbe dire, rivolgendosi ai propri elettori, ma anche a molti elettori del centrodestra, che fanno grande fatica a vivere (ce ne sono molti), che è una vergogna che in un Paese democratico un capo del Governo abbai come un cane impazzito solo per difendere il proprio stratosferico patrimonio personale e quelli dei più ricchi, che certo non sono la maggioranza del Paese; che è una offesa alle sofferenze di decine di milioni di italiani il fatto che quando si tratta invece di appassionarsi con altrettanta, se non maggiore, virulenza, per i giovani disoccupati, precari, per la gente normale che fatica a vivere egli se ne infischi altamente e se ne esca, come spesso accade purtroppo, con battute e barzellette di pessimo gusto. I vip televisivi dell'Unione potrebbero anche fare di più; far capire, per esempio, anche a molti elettori di centrodestra i quali credono di far parte dell'Italia privilegiata, dell'Italia che ha la "robba da conservare" e quindi al riparo dai colpi della sorte, che mantenere in piedi le strutture statali di assistenza e solidarietà sociale è una garanzia non solo per gli "altri" che votano centrosinistra, ma anche per se stessi e per le proprie famiglie.
Insomma, occorre farli ragionare e convincerli del fatto che seguendo Berlusconi è più quel che ci rimettono di che quel che ci guadagnano. Se credono di poterci guadagnare in termini di risparmio fiscale, è certo che già ci rimettono molto di più come cittadini globali di una nazione stremata e ridotta ad essere preda di un miliardario avventuriero e senza scrupoli, che li utilizza come carne da cannone per difendere la propria smisurata ricchezza. Secondo noi, questa impostazione è mancata totalmente finora nei discorsi dei più noti esponenti dell'Unione e sarebbe il caso che essa costituisse la carta segreta per questi ultimi giorni di campagna elettorale.
Inoltre, ci pare utile formulare qualche critica anche per quanto riguarda il linguaggio televisivo dei più noti leaders di centrosinistra; mentre i concetti devono essere più incisivi, i toni più aggressivi, il linguaggio deve essere più chiaro ed immediato. E' inutile ripetere mille volte che Berlusconi è un populista. Ci sono moltissimi italiani, e tra questi anche molta gente discretamente colta, che non sanno veramente cosa significhi essere un populista, che non frequentano i salotti della borghesia colta delle grandi metropoli. Costoro magari scambiano questo epiteto per un complimento al Berlusconi credendo che populista voglia significare essere dalla parte del popolo e che la sinistra parli solo agli intellettuali. Alla vecchietta o al giovane sottoproletario senza istruzione, che ingenuamente hanno votato Forza Italia, i leader dell'Unione dovrebbero con poche e semplici parole far capire che il populista è un furbo potente che fa finta di essere col popolo e che invece lo sfrutta per il vantaggio dei forti. Dovrebbero spiegare che populista e popolare sono due cose contrarie e che popolare è quella forza politica seria che anche quando chiede uno sforzo al popolo ed ai ceti popolari lo fa soprattutto per salvaguardare la posizione dei più deboli, delle grandi masse.
Dovrebbero spiegare che quando Berlusconi si vanta del fatto che sotto il suo governo la Borsa è aumentata ed è aumentato il valore delle case questa è la controprova definitiva del fatto che egli sta lì solo per proteggere i grandi speculatori, la rendita, l'evasione fiscale, i privilegi delle classi dorate e al contrario per dissanguare le famiglie dei ceti medi e popolari che una casa non se la possono comprare più a questi prezzi.
Chiamare rabbiosamente a raccolta la propria classe di super-ricchi e di superprivilegiati contro il centrosinistra che si preoccupa dei deboli, dei poveri, dei ceti popolari e medi, di quelli che non potranno mai fare a meno, nei casi di necessità, delle strutture dello Stato, richiama alla mente proprio il classismo sprezzante e violento dei fazendeiros brasiliani, le invocazioni d'aiuto dei grandi proprietari e dei ricchi sudamericani rivolte ai criminali cileni ed argentini in divisa militare contro i giovani affamati di cibo e libertà, contro gli scioperanti, contro i sindacalisti, i campesinos.
Di tutte le vergogne cui il blocco delle estreme destre ci ha abituati, questa è, forse, la più grande. Questa subcultura antidemocratica, che già con generosità estrema si potrebbe definire peronista, è una delle cose più sgradevoli che una coscienza europea ed occidentale possa sopportare. E noi gente del centrosinistra, noi cittadini italiani, noi azionisti sopportiamo già da ben cinque e lunghissimi anni il classismo reazionario del più ricco d'Italia ed anche le sue barzellette sceme che non fanno ridere nessuno.
*Pino A. Quartana
Segretario Nazionale del 'Nuovo Partito d'Azione'
Direzione Nazionale; Via degli Ausoni 7/a - 00185 ROMA
E-mail; nuovopartitodazione@yahoo.it
Sito Internet; [url]www.nuovopartitodazione.it[/