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  1. #1
    laico progressista
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    Predefinito News dal Nuovo Partito d'Azione

    Pubblico una nota del segretario nazionale del Nuovo Partito d'Azione, la formazione politica recentemente rinata dalle ceneri del glorioso azionismo italiano e mazziniano.

    Nell'ultima settimana di campagna elettorale
    i leaders dell'Unione cambino argomenti e linguaggio.


    di Pino A. Quartana*

    L'isteria paranoica con cui Berlusconi chiama a raccolta gli elettori sul tema delle tasse rivela definitivamente la vera ideologia politica del personaggio nonché la sua indegnità morale a guidare un grande paese occidentale quale in fondo l'Italia ancora è.
    Quando non è impegnato a difendere i suoi interessi personali e a dare sfogo alla sua psicopatologica egolatria, il signor Berlusconi difende i suoi famigli e il 10% degli italiani più ricchi dei cui interessi egli si incarica di essere il solerte cane da guardia (quel 10% che possiede la metà della ricchezza di tutto il nostro Paese). Per far ciò egli non esita a penalizzare, non solo i ceti sociali deboli (ed a vendicarsi, volta per volta, contro il 50% degli italiani che votano il centrosinistra), ma anche molti suoi elettori appartenenti a fasce popolari che ingenuamente vedono in lui il loro difensore. Molti di costoro non hanno nulla da guadagnare da riduzioni di tasse e si aspetterebbero, caso mai, forme di sostegno al reddito delle famiglie. Ma il suo elettorato è composto anche, e soprattutto, da ceto medio agiato o benestante. Anche a questa fascia dell'elettorato di destra e berlusconiano, che non è fatta tutta da straricchi, l'Unione dovrebbe rivolgersi in modo diretto, attraverso quei pochissimi che la rappresentano in televisione, per farle capire che se non si risana il Paese anche con sacrifici da parte dei ceti medi e medio-alti saranno guai per tutti, non solo per gli operai, non solo per i giovani disoccupati e precari, non solo per i lavoratori dipendenti e per i pensionati. Se lo Stato sociale (che poi lo è molto poco, in realtà) continuerà ad essere smantellato, mancando tra l'altro anche l'obiettivo della drastica riduzione del debito pubblico, allora altro che qualche aumento di tassazione dei Bot o delle rendite finanziarie. La paura che anche molti elettori di Berlusconi devono avere non è quella agitata dal loro falso idolo, che è rivolta esclusivamente ai grandi proprietari e agli straricchi come lui, ma quella che, in caso di malattia seria essi non possano più essere curati gratis in un'efficiente struttura sanitaria pubblica, non possano essere protetti più nei loro beni e nei loro diritti perché la giustizia nel frattempo è stata distrutta e già oggi le forze dell'ordine non hanno nemmeno la benzina per uscire in perlustrazione, che i clienti impoveriti da ogni sorta di speculazione favorita dal centrodestra disertino i loro negozi, che i loro figli (perfino i loro figli, non solo quelli degli operai e degli impiegati) non trovino più lavoro anch'essi e allora altro che piccoli sacrifici patrimoniali o finanziari se devi mantenere un figlio fino all'età matura, anche se sei un agiato commerciante o un avviato professionista o un piccolo imprenditore; in altre parole, devono aver paura che ci si avvii verso una situazione argentina dove l'inflazione galoppa e quella sì che requisisce davvero i risparmi, non il centrosinistra, e li mette in pericolo perché il Paese può non essere più in grado di restituire i soldi investiti nelle obbligazioni dello Stato come è successo tante volte in quella Sudamerica che è il vero modello del signor Berlusconi. Ecco, questo è il vero punto di tutta questa discussione.

    Come noi nuovi azionisti sosteniamo da tempo, in quasi totale solitudine anche nel centrosinistra, la vera cultura politica del Berlusconi, ammesso che ne possa avere una qualsiasi data la sua infinita miseria culturale, è il fascismo sudamericano. I suoi toni, i suoi tic, le sue nevrosi linguistiche sono, mutatis mutandis, le stesse dei ricchi fazendeiros e delle violenti e classiste classi padronali del Sudamerica che respingono con brutale violenza i diritti del popolo e dei poveri, sostenuti solitamente in queste azioni criminose dai soliti generali fascisti e golpisti o da squadracce private. Da pochi giorni sappiamo pure che le forze armate argentine durante gli anni '70 erano infiltrate e dominate dalla P2 di Ortolani e Gelli. Il signor Berlusconi ricorda per caso questi nomi? Ma, si dirà, l'Italia non è il Sudamerica dei generali golpisti e dei fazendeiros. E' vero, nonostante tutto quello che abbiamo visto in questi cinque anni, in Italia non accade ancora niente del genere, ma solo perché, come dice ora anche Prodi, che comincia anche lui a parlare di "delinquenza politica", il Signor B. è costretto alla democrazia dalle regole, costretto dall'Europa o dalla Costituzione o da altri contropoteri, ma attenzione, si badi bene, solo perché.costretto. Ciò tuttavia non muta di una virgola il nostro giudizio; pur non avendo (ancora) la forza di dispiegarli allo stato puro sudamericano i suoi veri modelli sono quelli del fascismo sudamericano.
    Come italiani ed europei, come figli di quella che, nonostante tutto, rimane ancora una grande nazione occidentale e democratica, subiamo da cinque anni l'onta di essere governati da un presidente del Consiglio, che, nell'Europa del 2006, non si vergogna di governare solo in nome della "roba" sua e degli straricchi come lui spargendo odio sui "rossi", sui "comunisti" e cioè in realtà su un numero sempre crescente di benemeriti settori della società che hanno impedito finora una pericolosa deriva politica e sociale di tipo sudamericano anni '70. Una vergogna ed uno squallore cosmici! Per questo il signor B. non deve rimanere un secondo di più a Palazzo Chigi. Ma questo dipende anche da come il centrosinistra gestirà questi ultimi giorni di campagna elettorale.
    Il centrosinistra di un grande paese moderno ed europeo come l'Italia deve far capire che non vuol requisire la "roba" di nessuno, ma solo che i pochi che detengono le grandi fortune devono essere i primi a fare il proprio dovere e la propria parte per risanare una Nazione che è sull'orlo dell'abisso dopo 5 anni di governo delle estreme destre.
    Prima che l'eventuale diritto al mantenimento dei propri smisurati stili di vita la classe dei super-ricchi, colleghi del Berlusconi, deve capire cheun governo democratico deve garantire prima di tutto a tanta gente di non morire di fame e di non cadere nella disperazione. E' capace ancora il centrosinistra di parlare così fortemente e direttamente al cuore della Nazione? Noi nuovi azionisti lo speriamo, ma dobbiamo dire, in verità, che non ci piace molto il modo con cui quasi tutti i rappresentanti dell'Unione stanno facendo campagna elettorale, soprattutto nell'ultima settimana di marzo. Invece, di inchiodare fermamente Berlusconi alle sue responsabilità, essi sembrano difendersi quasi a stento dalle accuse di voler introdurre nuove tasse e di aver introdotto l'euro, incolpato dai berluscones come causa dell'aumento dei prezzi. Ora noi capiamo la tattica che l'Unione si è data, quella del ragionare, dello spiegare, del parlare senza urlare; non demonizzare Berlusconi, spiegando i programmi con voce tranquilla, con ragionamenti e toni pacati. E speriamo che questa tattica sia vincente. Però, abbiamo l'impressione che con questa pacatezza si stia esagerando cercando a tutti i costi di non polemizzare con gli avversari, anche col rischio evidente di passare da attaccanti ad attaccati. Sui prezzi, per esempio, i leaders dei partiti dell'Unione dovrebbero essere, molto più decisi e convincenti nell'accusare le destre di aver favorito i loro ceti di riferimento, quelli che potevano arricchirsi scaricando gli aumenti sulle fasce deboli. Purtroppo, invece, la sensazione che spesso prevale in noi è che i pochissimi del centrosinistra che hanno la chanche di andare in televisione (ormai unico luogo in cui si svolge la campagna elettorale, segno questo di ulteriore decadimento della nostra democrazia) debbano quasi difendersi per aver voluto introdurre l'euro. Per quanto riguarda le tasse, invece, capiamo che in campagna elettorale ed in televisione, non si possono dire troppe verità e cose serie, però, si potrebbe dire che il Paese va risanato e che il risanamento non può non cadere in buona parte sui ceti più ricchi. Si
    potrebbe dire che se sacrifici vanno fatti ciò è per un grande scopo di risanamento generale del Paese alla fine del quale tutti staranno molto meglio; classi povere, classi medie ed anche classi benestanti. Se alcune tasse fossero il mezzo, bisogna indicare il fine, come si fece quando si chiesero sacrifici per entrare nell'Europa dell'euro. Qui la comunicazione ci pare abbastanza stentata e debole da parte dei leaders del centrosinistra. Si potrebbe dire che, anche dal punto di vista della riduzione delle tasse, il centrodestra è stato un autentico fallimento. Nelle trasmissioni televisive bisognerebbe chiedere agli esponenti del centrodestra senza tanti scrupoli moderati e buonisti: "Ma come fate voi a parlare di riduzione delle tasse? Nemmeno il bollo auto che avevate assicurato di abolire siete stati capaci di togliere. Ed i passaggi di proprietà? Se compro un'auto usata di 700 euro ne devo pagare più di 400 di passaggi notarili di proprietà. Neanche questa rendita notarile siete stati capaci di eliminare. E sempre rimanendo in tema di auto, che ne dite dell'aumento delle polizze RC auto che il cartello delle
    assicurazioni è riuscito ad imporre senza che il governo abbia avuto il coraggio di dire una parola?".
    Tremonti tenta di nascondere l'incapacità del governo Berlusconi dietro l'aumento del prezzo del petrolio e della benzina. Ma quanto pesano le tasse statali su un litro di benzina al distributore?". E ai leaders del centrosinistra chiediamo invece: ci vuole molto per impostare così la campagna elettorale?
    Andiamo avanti. Si potrebbe dire, rivolgendosi ai propri elettori, ma anche a molti elettori del centrodestra, che fanno grande fatica a vivere (ce ne sono molti), che è una vergogna che in un Paese democratico un capo del Governo abbai come un cane impazzito solo per difendere il proprio stratosferico patrimonio personale e quelli dei più ricchi, che certo non sono la maggioranza del Paese; che è una offesa alle sofferenze di decine di milioni di italiani il fatto che quando si tratta invece di appassionarsi con altrettanta, se non maggiore, virulenza, per i giovani disoccupati, precari, per la gente normale che fatica a vivere egli se ne infischi altamente e se ne esca, come spesso accade purtroppo, con battute e barzellette di pessimo gusto. I vip televisivi dell'Unione potrebbero anche fare di più; far capire, per esempio, anche a molti elettori di centrodestra i quali credono di far parte dell'Italia privilegiata, dell'Italia che ha la "robba da conservare" e quindi al riparo dai colpi della sorte, che mantenere in piedi le strutture statali di assistenza e solidarietà sociale è una garanzia non solo per gli "altri" che votano centrosinistra, ma anche per se stessi e per le proprie famiglie.
    Insomma, occorre farli ragionare e convincerli del fatto che seguendo Berlusconi è più quel che ci rimettono di che quel che ci guadagnano. Se credono di poterci guadagnare in termini di risparmio fiscale, è certo che già ci rimettono molto di più come cittadini globali di una nazione stremata e ridotta ad essere preda di un miliardario avventuriero e senza scrupoli, che li utilizza come carne da cannone per difendere la propria smisurata ricchezza. Secondo noi, questa impostazione è mancata totalmente finora nei discorsi dei più noti esponenti dell'Unione e sarebbe il caso che essa costituisse la carta segreta per questi ultimi giorni di campagna elettorale.
    Inoltre, ci pare utile formulare qualche critica anche per quanto riguarda il linguaggio televisivo dei più noti leaders di centrosinistra; mentre i concetti devono essere più incisivi, i toni più aggressivi, il linguaggio deve essere più chiaro ed immediato. E' inutile ripetere mille volte che Berlusconi è un populista. Ci sono moltissimi italiani, e tra questi anche molta gente discretamente colta, che non sanno veramente cosa significhi essere un populista, che non frequentano i salotti della borghesia colta delle grandi metropoli. Costoro magari scambiano questo epiteto per un complimento al Berlusconi credendo che populista voglia significare essere dalla parte del popolo e che la sinistra parli solo agli intellettuali. Alla vecchietta o al giovane sottoproletario senza istruzione, che ingenuamente hanno votato Forza Italia, i leader dell'Unione dovrebbero con poche e semplici parole far capire che il populista è un furbo potente che fa finta di essere col popolo e che invece lo sfrutta per il vantaggio dei forti. Dovrebbero spiegare che populista e popolare sono due cose contrarie e che popolare è quella forza politica seria che anche quando chiede uno sforzo al popolo ed ai ceti popolari lo fa soprattutto per salvaguardare la posizione dei più deboli, delle grandi masse.
    Dovrebbero spiegare che quando Berlusconi si vanta del fatto che sotto il suo governo la Borsa è aumentata ed è aumentato il valore delle case questa è la controprova definitiva del fatto che egli sta lì solo per proteggere i grandi speculatori, la rendita, l'evasione fiscale, i privilegi delle classi dorate e al contrario per dissanguare le famiglie dei ceti medi e popolari che una casa non se la possono comprare più a questi prezzi.
    Chiamare rabbiosamente a raccolta la propria classe di super-ricchi e di superprivilegiati contro il centrosinistra che si preoccupa dei deboli, dei poveri, dei ceti popolari e medi, di quelli che non potranno mai fare a meno, nei casi di necessità, delle strutture dello Stato, richiama alla mente proprio il classismo sprezzante e violento dei fazendeiros brasiliani, le invocazioni d'aiuto dei grandi proprietari e dei ricchi sudamericani rivolte ai criminali cileni ed argentini in divisa militare contro i giovani affamati di cibo e libertà, contro gli scioperanti, contro i sindacalisti, i campesinos.
    Di tutte le vergogne cui il blocco delle estreme destre ci ha abituati, questa è, forse, la più grande. Questa subcultura antidemocratica, che già con generosità estrema si potrebbe definire peronista, è una delle cose più sgradevoli che una coscienza europea ed occidentale possa sopportare. E noi gente del centrosinistra, noi cittadini italiani, noi azionisti sopportiamo già da ben cinque e lunghissimi anni il classismo reazionario del più ricco d'Italia ed anche le sue barzellette sceme che non fanno ridere nessuno.


    *Pino A. Quartana
    Segretario Nazionale del 'Nuovo Partito d'Azione'
    Direzione Nazionale; Via degli Ausoni 7/a - 00185 ROMA
    E-mail; nuovopartitodazione@yahoo.it
    Sito Internet; [url]www.nuovopartitodazione.it[/

  2. #2
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    Chilometrico.

    A che serve l'ennesimo partitino che rispolvera l'ennesima gloriosa etichetta per ripetere per l'ennesima volta le stesse critiche?

  3. #3
    più unico che raro
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    non ci posso credere....dopo il nuovo psi, la nuova diccì, il nuovo pli, il nuovo psdi, il nuovo msi...


    qui un pinco pallino si sveglia la mattina e si proclama erede dei vecchi partiti storici....

  4. #4
    repubblicano nella sinistra
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Arsena
    Pubblico una nota del segretario nazionale del Nuovo Partito d'Azione, la formazione politica recentemente rinata dalle ceneri del glorioso azionismo italiano e mazziniano.

    Nell'ultima settimana di campagna elettorale
    i leaders dell'Unione cambino argomenti e linguaggio.


    di Pino A. Quartana*


    Come noi nuovi azionisti sosteniamo da tempo, in quasi totale solitudine anche nel centrosinistra, la vera cultura politica del Berlusconi, ammesso che ne possa avere una qualsiasi data la sua infinita miseria culturale, è il fascismo sudamericano.

    Inoltre, ci pare utile formulare qualche critica anche per quanto riguarda il linguaggio televisivo dei più noti leaders di centrosinistra; mentre i concetti devono essere più incisivi, i toni più aggressivi, il linguaggio deve essere più chiaro ed immediato.

    *Pino A. Quartana
    Segretario Nazionale del 'Nuovo Partito d'Azione'
    Direzione Nazionale; Via degli Ausoni 7/a - 00185 ROMA
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    Sito Internet; [url]www.nuovopartitodazione.it[/
    Paolo , è un pesce d'aprile anche questo ?
    se non ha mai letto un parallelo fra berlusca e caudillismo sudamericano forse legge solo topolino

    E poi la critica per il linguaggio chiaro e immediato, ma oltre scriverli se li legge pure gli interventi ?

  5. #5
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    Conosco Pino Quartana, siamo diventati amici ormai da un po' di tempo. In politica, poi, si fa amicizia presto, e spesso si tratta di legami forti, quando non viscerali.
    Considero la rinascita del Partito d'Azione una cosa in sé molto significativa, anche se, pur tributando al suo rifondatore un ottimo spessore intellettuale, non condivido esattamente l'impostazione politico-culturale su cui si impernia.

    Sul Berlusconi "sudamericano" forse potresti fraintendere, Lucrezio. Quartana la pensa esattamente come me e te, se non peggio. E cioè che il parallelismo c'è eccome, ma che le regole democratiche del nostro Paese hanno limitato i danni. L'unica cosa (e in questo tutto sommato ci vedo una lucida intuizione) è che se la sinistra massimalista (che per sua natura dovrebbe fare leva soprattutto sulle classi meno agiate, e quindi spesso anche poco istruite) parla dai salotti televisivi del "populismo" del Cavaliere, rischia di fargli un tremendo favore: questa gente poco colta non sa nemmeno cosa significhi "populismo", pensa di tratti di qualcosa "per il popolo", e quindi di utile e positivo.
    Si facciano esempi concreti di come invece in questi cinque anni sono aumentate le tariffe, le imposte dirette e indirette, le assicurazioni etc., dice Quartana.
    Mi pare comunque un suggerimento valido.

  6. #6
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    Perchè non facciamo un'alleanza?

  7. #7
    laico progressista
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    Una polemica su chi è legittimato a rappresentare l'azionismo
    nella politica italiana


    Prof. Ferdinando Parlati *
    Segretario del 'Nuovo Partito d'Azione' per la Puglia e Candidato al Senato

    Da qualche giorno va montando un'astiosa campagna denigratoria ai danni del 'Nuovo Partito d'Azione' condotta esclusivamente da due signori: il signor Luca Bagatin ed il signor Nicola Terraciano attraverso vari blog ed il sito www.liberalsocialisti.org. Costoro si coprono dietro la sigla di un fantomatico Partito d'Azione Liberalsocialista. Il primo ha polemizzato anche sul sito degli amici del PSDI con il compagno D'Ovidio, candidato al Senato in Lombardia col PSDI.
    (...)
    In realtà il castello accusatorio nei nostri confronti non comprende un solo ragionamento che tenga. L'unica cosa che si capisce è espressa nella forma seguente: "Siamo indignati nel vedere la presenza di un 'Nuovo partito d'azione' che nasce dal nulla e, guarda caso, a fianco di Prodi e 'camuffato' nelle liste del Psdi".
    In altre parole, i due sono indignati perché il Nuovo Partito d'Azione, seppur dall'esterno ed in modo mediato, sostiene Prodi, anch'egli evidentemente oggetto di astioso rancore da parte della coppia sedicente liberalsocialista e/o azionista. Allo stesso modo, nel mirino dei due ci sono i Ds e Fassino.
    Uno dei due, credo Terraciano, ebbe l'onore di assistere come invitato per mezzo di Claudio Nicolini al congresso nazionale dei Ds. Sul suo sito il suo commento fu 'more solito' così intriso di tanto nausebondo livore verso i compagni ds e verso Fassino che basterebbe già solo questo dato per non parlare mai più di questa sigla. Ricordiamo alcune chicche per la totalità dei lettori che, come noi e come tutti i partiti di centrosinistra con cui noi del Nuovo Partito d'Azione intratteniamo costanti ed anche cordiali rapporti politici, non aveva mai, prima di questa polemica, sentito parlare dell'immenso.Partito d'Azione Liberalsocialista di Terraciano e Bagatin, unico (a loro dire) erede del Partito d'Azione, anzi nemmeno erede. Dicono di se stessi (da qui l'etimo di sedicenti), nella loro surrealtà totale, di essere proprio il vecchio e storico Partito d'Azione, senza paura del ridicolo. Il compagno Fassino invece per loro non è nulla più che lo "spilungone piemontese che non ride mai, con la sua faccia di equivoca e complessa serietà".
    Fassino sarebbe anche colpevole, secondo il Terraciano, di elogiare "il termine riforma, su cui si appoggiano l'alleanza con Prodi e le speranze di vittoria e che non apparterrebbe alla destra, per cui non si deve, secondo Fassino, parlare di 'riforma Moratti' o di 'riforma Castelli', perché essi sono 'conservatori' (ragionamento poco persuasivo razionalmente)".
    Se ho capito bene allora per Terraciano si deve parlare non di porcheria, non di controriforma, ma proprio di riforma nel caso della Moratti e di Castelli. Anzi; secondo lui si deve fare ancora di più. Si deve riconoscere che Berlusconi ha fatto tante buone cose. L'astio inestinguibile verso Fassino ed i Ds viene anche dal fatto che, naturalmente, questi ultimi non esprimono "nessun apprezzamento di alcun momento del lavoro fatto comunque dal governo di centro-destra in questi anni". Questo è un punto davvero importante che spiega molto del livore dei due esponenti del cosiddetto Partito d'Azione Liberalsocialista verso tutto il centrosinistra.
    Ha veramente dell'incredibile che i Nostri biasimino il centrosinistra perché questo schieramento avrebbe quasi la colpa di non riconoscere quanto di buono ha fatto la tessera 1816 della P2 in questi cinque, martoriatissimi anni! Loro invece (per onestà intellettuale, naturalmente) sono disposti ad offrire riconoscimenti al Berlusca davvero insospettabili (sarebbe meglio dire, scandalosi) per due azionisti.
    E' proprio così. Sono senza parole per tutto quanto ho appena scoperto sul sito www.liberalsocialisti.org.
    I presunti azionisti del Partito d'Azione Liberalsocialista echeggiano purtroppo la peggiore propaganda dei berluscones:
    "Con questa stabilità il governo di 'questo' centro-destra ha potuto fare in quasi tutti i settori della vita sociale più riforme di quante ne abbiano fatto tutti i governi precedenti messi insieme, a partire da quella istituzionale a quella sulla scuola, a quella sul lavoro, a quelle, molto discusse, sulla giustizia. Aumenti delle pensioni, degli stipendi, diminuzione delle tasse, opere pubbliche, poliziotti di quartiere, per il Sud solo interessi per i nuovi investimenti e verifica della loro efficacia, nuove centrali per l'energia, completamento del 25% del Mose (barriere mobili contro l'acqua alta) per salvare Venezia, 450.000 persone che lavorano nei cantieri.
    60 mila persone che sono rimaste a lavorare, 300.000 precari nella scuola trovati (di cui assunti 150.000, 60.000 in corso, altri nuovi per inglese e informatica), eliminazione dei contratti co.co. di sinistra, riduzione degli LSU, la patente a punti, divieto del fumo (mezzo milione che hanno smesso di fumare), 650.000 immigrati regolarizzati (che pagano le imposte per mille miliardi), 320 mila imprese che non pagano più l'Irap, il voto per la prima volta degli italiani all'estero e loro rappresentanza parlamentare". (articolo; "Quel che ha fatto il governo di 'questo' centro destra a guida Berlusconi" tratto dal sito www.liberalsocialisti.org e pubblicato il 13 febbraio 2006). Ma neanche questo basta alla surreale coppia di liberalsocialisti doc, presunti azionisti discendenti da sacri lombi. Sentite ancora cosa hanno il coraggio di scrivere: "Berlusconi è attualmente il Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, democraticamente eletto. Quando opera in questa veste, egli rappresenta l'Italia, cioè tutti noi. Se viene invitato in un altro Paese come tale e interviene come tale in una sede istituzionale di un altro paese, egli rappresenta tutti gli italiani.
    Lo si poteva criticare solo se fosse intervenuto all'estero ad assemblee private. Egli ha rappresentato l'Italia al Congresso unito degli Stati Uniti ed ha ricevuto consensi da Repubblicani e Democratici. Questa è la verità, di questo bisognava e bisogna con onestà politica prendere atto".
    Anche quest'ultimo particolare ovviamente è falso.
    Sappiamo bene che, come a Vicenza in Confindustria, negli USA a Berlusconi è stata necessaria una claque di stagisti del Congresso, come è stato messo in rilievo da tutti i giornali seri. Chi conosceva il signor Terraciano aveva già visto giusto anni fa (era il 1999). Il circolo "Giustizia e Libertà" di Sassari ' titolava sul suo sito:
    "Imbarazzante intervento sull'Unione Sarda del 18/11/99 di Nicola Terracciano (Vice-Presidente del Movimento Giustizia e Libertà): l'incondizionato appoggio ad un beniamino della destra isolana è l'ultimo inquietante segnale dello stato confusionale in cui versano i vertici del Movimento GL italiano e sardo".
    Si trattava dell'appoggio dato da Terraciano ad Efisio Serrenti, nel 1999 Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna con i voti del centro-destra, "personaggio che - scrivevano i compagni del circolo GL di Sassari - viene incensato da un male informato ed evidentemente mal consigliato (dobbiamo accordare il beneficio del dubbio) Nicola Terracciano (che vive e opera fuori dalla Sardegna)".
    Efisio Serrenti fino a quel momento era stato uno dei massimi dirigenti del Partito Sardo d'Azione prima di esserne espulso per il suo sostegno alla coalizione di destra, vincitrice delle elezioni regionali sarde (quelle svoltesi prima della affermazione di Soru).
    "Noi che abbiamo sempre aspramente criticato - scrivevano i compagni del circolo Giustizia e Libertà di Sassari, successivamente usciti dall'associazione - il Partito Sardo d'Azione quando altri tessevano alleanze più o meno sottotraccia, siamo costretti a far notare che l'apprezzamento espresso nei confronti di Serrenti interviene in un momento delicatissimo della vita interna di questo partito, alla vigilia di un congresso che gli amici di Serrenti possono vincere - anche grazie alle patenti di legittimità offerte in modo sconsiderato da un movimento politico che si fregia sempre più a torto di una insegna gloriosa, determinando il passaggio di campo di questa forza politica, che pure con i suoi rilevantissimi limiti, ha una storia tutt'altro che di destra. Chi difende Serrenti sulle pagine del maggiore quotidiano sardo sarà pure felice di vedere la Sardegna al guinzaglio del Cavaliere. Ma questo che ha a che fare con 'Giustizia e Libertà'?" Chi difendeva Serrenti dalle colonne dell'Unione Sarda? Terraciano. Io credo che sia superfluo aggiungere qualsiasi commento.
    In quanto a Bagatin, questo supponente giovanotto si fa vanto di ricevere spazio dal quotidiano L'Opinione diretto dall'ultrà berlusconiano Arturo Diaconale.
    Curioso anche un altro particolare che si può riscontrare sul suo blog; i tanti link a siti della Massoneria o delle varie Massonerie di cui peraltro il Bagatin mostra di essere convinto sostenitore. Adesso io non voglio demonizzare Bagatin, come egli fa con estrema incoscienza con noi neoazionisti, con i compagni socialdemocratici e con i compagni ds e quindi con Prodi e con tutto il centrosinistra. Quel che voglio dirgli è che, ammesso, e non concesso, che loro due siano veramente degli azionisti, noi siamo evidentemente azionisti di un'altra pasta, non pseudoazionisti. Similmente allo Statuto dei Ds, nel nostro Statuto, che con un po' di attenzione Bagatin potrebbe visionare senza dire tante bufale, c'è la stessa norma che c'è tra i ds per quanto riguarda l'incompatibilità tra democrazia e società segrete; così come per un iscritto ai ds, un nostro iscritto non può essere nello stesso tempo anche un affiliato ad una qualsiasi setta massonica. Il massimo che possiamo seriamente concedere a questi due signori è che la loro è, al massimo, una particolare versione di liberalsocialismo. Poco a che fare con l'azionismo autentico che è nostro e non solo perché lo diciamo noi (per noi contano, a tal proposito, i riconoscimenti dei partiti del centrosinistra, non quello dei due signori Bagatin e Terraciano). Oggi, una patente di liberalsocialismo non si nega a nessuno. Anche De Michelis si professa liberalsocialista stando con Berlusconi e nessuno se lo mangia vivo per questa sua autocertificazione ideologica. D'altronde, sulla differenza tra liberalsocialismo ed azionismo abbiamo già detto qualcosa di illuminante e di nuovo. Del resto, chi è veramente azionista? Chi, pur esistendo solo da pochissimi mesi, come noi, si è già conquistato in un modo o nell'altro il diritto di poter entrare nel vivo della lotta politica, raccogliendo firme, offrendo candidati, mossi non da smania di poltrone, ma dall'imperativo categorico di mandare a casa il cartello delle estreme destre capeggiato dal Caimano, in una riedizione della lotta di Resistenza che vede di nuovo, 60 anni dopo, tutte le forze democratiche e di sinistra lottare per sventare un nuovo, grave pericolo per la democrazia, oppure chi, pur proclamandosi azionista (anzi, non senza una abbondante dose di patetica presunzione, il Partito d'Azione di una volta evidentemente per diritto divino e di casta come se si trattasse di titoli nobiliari trasmissibili come avveniva secoli fa di contro alla nostra condizione di 'anonimi' venuti dal basso), si rifugia in un ambiguo terzismo parolaio, totalmente avulso dalla politica vera, la cui cifra essenziale è gettare continuo veleno sul centrosinistra e di offrire vergognosi riconoscimenti al signor B? E' più azionista il fastidio con cui il giovanotto di Pordenone accusa la sinistra di essere giustizialista e fintamente liberale ("anche a sinistra cominciano a candidare gli "sbirri", avete notato?" dice lui), usando toni che, ancora una volta, riecheggiano lo snaturato odio dei destri e dei berluscones verso tutti coloro i quali vogliono far giustizia vera in questo povero Paese (il giovanotto tra l'altro irride anche al noto appello di Borrelli, il quale, secondo lui, dovrebbe pensare a fare il magistrato e basta), oppure è più azionista chi, come noi, in perfetta consonanza con il pensiero di un grande azionista storico come Alessandro Galante Garrone, ma anche con Giorgio Bocca (per citarne anche uno della vecchia guardia ancora in attività), ritiene che il valore della legalità democratica sia intrinseco all'azionismo?
    In un libro-intervista realizzato nel '94 da un allievo magistrato, Paolo Borgna, Galante Garrone affermava: "Ritorna l'azionismo, nell'affermazione della legalità; nella scoperta, soprattutto a sinistra, soprattutto tra i giovani, della legalità come "potere dei senza potere".
    Per questo Galante Garrone era stato un sostenitore di Mani Pulite e del Borrelli oggetto dell'irrisione del pseudo-azionista Bagatin.
    "È fondamentale che la coraggiosa e illuminata iniziativa del pool milanese" aveva detto Galante Garrone "dopo tanta sonnolenza della magistratura, o, piuttosto, delle sue più alte sfere, e tanti inciampi frapposti dalla classe politica e una colpevole indifferenza di tanta opinione pubblica, sia condotta a termine con energia, per evitare l'annichilimento di tanti ammirevoli sforzi".
    E' più azionista chi, come noi, sente enorme gratitudine per la cattolica Tina Anselmi che ha scoperchiato con coraggio il verminaio massonico-eversivo della P2, cui erano iscritti Berlusconi e Cicchitto, o chi ammira da azionista, o sedicente tale, la Massoneria come il Bagatin? E' più azionista chi chiede ospitalità a Diaconale o chi solidarizza, anche quando è scomodo farlo finanche all'interno della sinistra, con Marco Travaglio?
    Queste domande contengono degli indicatori di visioni generali della politica e dell'azionismo che denotano una differenza alquanto rilevante, addirittura incolmabile. Se così stanno le cose, altro che imitazioni da cui diffidare. La nostra non è affatto un'imitazione. Si imita quando si vuole apparire uguali ad una cosa che già esiste, la si assume a modello. Il nostro modello è il vecchio Partito d'Azione, non la strana cosina liberalsocialista che si spaccia come suo unico e nobile (sic) erede. Non è proprio il caso in questione perché noi non vogliamo assolutamente essere uguali ai due signori in questione, non ci teniamo proprio e non lo siamo proprio, a quanto pare (per nostra fortuna). Quale delle due sigle sia quindi legittimata a rappresentare più credibilmente l'azionismo nella politica italiana, questo poi lo lasciamo stabilire al pubblico.


    Prof. Ferdinando Parlati
    Segretario del 'Nuovo Partito d'Azione' per la Puglia
    Candidato al Senato

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da Paolo Arsena
    Conosco Pino Quartana, siamo diventati amici ormai da un po' di tempo. In politica, poi, si fa amicizia presto, e spesso si tratta di legami forti, quando non viscerali.
    Considero la rinascita del Partito d'Azione una cosa in sé molto significativa, anche se, pur tributando al suo rifondatore un ottimo spessore intellettuale, non condivido esattamente l'impostazione politico-culturale su cui si impernia.

    .
    caro Paolo
    se è un tuo amico e una persona che tu stimi politicamente, sicuramente è una persona che del valore ce l' ha.
    Diciamo così : quel valore lo nasconde un pò in un eloquio un pò debordante

  9. #9
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    Quante energie sprecate...

  10. #10
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    Documento della Direzione Nazionale
    del Nuovo Partito d’Azione


    La Direzione Nazionale del Nuovo Partito d’Azione
    riunitasi per la prima volta a Bernalda il 21 maggio
    2006

    ESPRIME

    la propria soddisfazione per il lavoro compiuto dal
    Partito nel suo primo anno di vita ed in particolare
    per il contributo dato dai nuovi azionisti alla
    coalizione vittoriosa di centrosinistra,

    APPROVA

    all’unanimità la Relazione del Segretario Nazionale
    del Partito, Pino A. Quartana dal titolo “Problemi e
    Prospettive del Nuovo Partito d’Azione” nonché il
    documento dal titolo “Rafforzare la coalizione di
    Prodi; allargare l’Unione” con il quale invita il
    leader dell’Unione Prodi ad integrare nell’Unione
    tutti i soggetti politici comunemente denominati come
    “altri di centrosinistra”, tra cui il Nuovo Partito
    d’Azione, che hanno in modo determinante contribuito
    alla vittoria dell’Unione.
    La Direzione Nazionale del Nuovo Partito d’Azione
    infine

    DA’ MANDATO

    alla Segreteria Nazionale di avviare i primi contatti
    con i partiti che possano essere, almeno
    potenzialmente, interessati alla costruzione di un
    network federativo di sigle politiche dell’area della
    Nuova Sinistra Democratica e

    DECIDE

    di riconvocarsi in autunno a Fiuggi, dopo la pausa
    estiva, per una verifica degli obiettivi di crescita
    del Partito e dei suoi obiettivi strategici tesi alla
    costruzione di un nuovo soggetto politico collettivo
    di sinistra laico-progressista e democratico-radicale,
    che, senza minare l’autonomia e l’identità dei singoli
    partiti costituenti, possa essere in grado di occupare
    l’intera area politica che si andrà a creare tra il
    nascituro Partito Democratico, da un lato, e l’area
    della sinistra rosso-verde, dall’altro, determinando
    una grande novità nella politica italiana e
    salvaguardando preziose tradizioni ed identità
    politico-culturali altrimenti destinate alla totale
    irrilevanza politica o, peggio, all’estinzione.

    NUOVO PARTITO D’AZIONE -
    Direzione Nazionale


    Bernalda (Mt) 21-5-2006

 

 
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