91 - Interrogatorio Vittorio Emanuele

[eolo76]

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Si va verso le 5 ore di incontro con magistrati
20-06-2006 13: 56

Potenza, 20 giu. (Apcom) - Sono state superate abbondantemente le 4 ore per l'interrogatorio di Vittorio Emanuele davanti al Gip di Potenza Alberto Iannuzzi. All'attività istruttoria è presente anche il Pm responsabile dell'inchiesta Henry John Woodcock. Appare quindi smentita l'indiscrezione circolata nelle ultime ore riguardo la possibilità che l'erede di casa Savoia si avvalesse delle facoltà di non rispondere.
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[eolo76]

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LEGALE SAVOIA: IL PRINCIPE HA DATO AI GIUDICI PRECISE RISPOSTE
20-06-2006 16:25

Potenza, 20 giu. (Apcom) - Si è concluso dopo oltre 5 ore l'interrogatorio di garanzia di Vittorio Emanuele di Savoia. "Il principe ha deciso di affrontare l'interrogatorio e lo ha fatto con decisione, con fermezza, con precisione dando ai giudici una serie di elementi sui quali i magistrati si sono trovati a dover riflettere e su cui rifletteranno in questi giorni", ha l'avvocato Lodovico Isolabella, difensore di Vittorio Emanuele di Savoia, in una improvvisata conferenza stampa organizzata vicino l'ingresso del carcere di Potenza.

Il legale ha parlato ai molti cronisti presenti e di fronte a molte telecamere e microfoni da dietro il cancello della casa circondariale. "Dovrà finire il giro di interrogatori di garanzia - ha proseguito Isolabella - e poi il giudice si riserverà di decidere in ordine a tutto, compreso il problema della misura cautelare in atto". Il penalista ha poi proseguito spiegando che non vuole fornire elementi sui temi affrontati nell'interrogatorio. "E' necessario rispettare rigorosamente i giudici e gli imputati in questo periodo in cui si sta chiudendo il cerchio dell'esame di garanzia, perché non devono esserci influenze esterne. Posso dire solo, perché non credo di farlo, che sono molto contento dell'interrogatorio rilasciato dal principe".

Non è previsto alcun incontro, a breve, tra i familiari ed il principe. I contatti ci saranno ma solo al telefono, per ora: "In questo momento - ha spiegato Isolabella - ritengono inopportuno loro venire qui e il principe farsi vedere".

Salvatore Sottile, portavoce dell'ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini, sarà invece interrogato domani dal gip Alberto Iannuzzi e dal Pm John Henry Woodcock. Sottile risulta indagato per corruzione e concussione.
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[Conterio]

Molto Bene !

[Fante d'Italia]

Grazie Eolo!
Speriamo continuino le notizie confortanti.

[P.F.Barbaccia]

Bene, come dice il vecchio saggio, mai vendere la pelle del'orso, prima d'averlo ammazzato. E credo che S.A.R. il principe di Napoli Vittorio Emanuele IV all'interrogazione davanti ai gip e magistrati se le cavata da vero Re. Vorrei vedere tanti plebei d'animo al suo posto, lui non ha pianto, qualche altro sì, e consapevole che qualcuno l'ha raggirato.

[eolo76]

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SAVOIA/ V. EMANUELE A GIP:CAPO DI NIENTE,SOLDI NON ERANO TANGENTI
Principe avrebbe negato di aver agito al di fuori della legge
20-06-2006 21:11

Potenza, 20 giu. (Apcom) - Non è il capo dell'organizzazione, il presunto dominus. A lui chiedevano di fare delle cose, di collaborare ad una nascente impresa e lui ha risposto a quelle sollecitazioni credendo di muoversi in un quadro legale. Sarebbero state queste alcune delle affermazioni fatte da Vittorio Emanuele di Savoia nelle quasi cinque ore di interrogatorio avvenuto stamane davanti al Gip del tribunale di Potenza Alberto Iannuzzi.

L'erede di casa Savoia ha spiegato, in riferimento alle foto che gli venivano sottoposte, di non aver mai preso soldi destinati a tangenti. Le donazioni fatte da Rocco Migliardi servivano soltanto per l'ingresso dell'imprenditore siciliano nell'ordine mauriziano. Non c'era alcun accordo dietro. L'affare dei nullaosta che il Monopolio dello Stato doveva rilasciare per le schede delle slot machine di Migliardi era una cosa che non avrebbe coinvolto Vittorio Emanuele - secondo le sue parole - più di tanto. Il principe, sempre con tono misurato, ha cercato di convincere i magistrati della sua buona fede.
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[eolo76]

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SAVOIA/ V. EMANUELE A GIP:CAPO DI NIENTE,SOLDI NON ERANO... -2-
"Mai distratto fondi dalla beneficenza"
20-06-2006 21:21

Potenza, 20 giu. (Apcom) - Era tutto in regola, il denaro gestito da Vittorio Emanuele era quello destinato alle associazioni di beneficenza che lui sovrintendeva come l'Ordine di san Maurizio in Lazzaro. Gli interessi che le persone accanto a lui avrebbero coltivato, se l'hanno fatto, avrebbero agito in modo autonomo ed indipendente e all'insaputa del principe. Sarebbero queste altre spiegazioni fornite da Vittorio Emanuele al giudice per le indagini preliminari Iannuzzi.

Lo stesso Gip lasciando il carcere di Potenza, dopo aver ascoltato Ugo Bonazza, ha detto che valuterà tutti gli elementi emersi nell'interrogatorio di stamane con Vittorio Emanuele e che gli elementi forniti dall'erede di casa Savoia saranno motivo di riflessione nelle prossime ore.

Il giudice, infine, ha spiegato che valuterà un' eventuale attenuazione della misura cautelare in atto allorquando riceverà precisa istanza da parte degli avvocati difensori. Nel frattempo, proprio all'ufficio del Gip, sarebbero arrivate le prime "rimostranze" dei legali di alcuni impiegati del Monopolio dello Stato che volevano acquisire alcune intercettazioni nella loro interezza.

Secondo quanto si è appreso, in una particolare conversazione con la dirigente di piazza Mastai, Annamaria Lucia Barbarito, una parte conclusiva darebbe un senso completamente opposto alla ricostruzione accusatoria fornita dagli inquirenti.
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[Conterio]

Se riesci a mantenerti aggiornato questo 3d ti facciamo santo !

[eolo76]

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"Ho preso soldi, ma per beneficenza"
La verità del principe ai magistrati

"Sì ho preso dei soldi. E anche tanti soldi. Ma sempre a fini di beneficenza": è questa la difesa di Vittorio Emanuele, interrogato per cinque ore dai magistrati martedì. Il principe ha spiegato che anche il denaro ricevuto da Migliardi non era una tangente: erano i 10mila euro della quota d'iscrizione all'Ordine mauriziano, del quale il principe è il Gran Maestro. E della faccenda dei Monopoli? "Non ne so nulla".


Davanti al gip e al pm, il figlio dell'ultimo re d'Italia ha risposto con precisione a tutte le domande, senza tentennamenti. E quando i magistrati gli hanno chiesto dei 20mila euro consegnati all'aeroporto di Catania da Rocco Migliardi ad Achille De Luca, e che secondo l'accusa sarebbero serviti per sbloccare i 5mila nulla-osta per le slot machine, fermi da 8 mesi ai Monopoli, il principe ha negato: "Ma cosa vuole, dottore, che mi mettessi a fare l'intermediario per 20mila euro? Argent de poche, suvvia...". Monetine, secondo Vittorio Emanuele: se veramente avesse deciso di entrare in qualche affare sporco, non si sarebbe accontentato di quattro soldi.

Ma la versione di Ugo Bonzazza, l'imprenditore veneto amico del principe costituitosi martedì, è diversa: "Io sicuramente facilitai il processo per sbloccare tutti quei nulla-osta a Roma - ha raccontato ai magistrati - e per quello c'è stata una retribuzione. Anche il principe ha svolto un ruolo nell'affare".

Per Vittorio Emanuele, però, il "ruolo" era a sua insaputa: "Avevo intuito che c'erano dei movimenti alle mie spalle - ha raccontato il principe - anzi, alla fine mi sono reso conto di essere stato utilizzato dalle persone che mi stavano attorno e che spendevano il mio nome, convinti che aprisse le porte. Del resto sono sempre stato disponibile, mi chiedevano dei favori e io cercavo di fare il possibile, nei limiti. Ho tanti amici, conosco tanta gente. Ma che cosa ne sapevo di cosa succedesse lontano da me?".

Di soldi, senza dubbio ne giravano: "Ne ho presi tanti - ha ammesso Vittorio Emanuele - ma sempre a fini di beneficenza": per la ricerca contro il cancro, per le vittime dello tsunami. Anche per conto dell'Ordine Mauriziano del quale è alla guida. E proprio quella busta consegnatagli da Migliardi avrebbe contenuto la quota d'iscrizione: "Io sono il Gran Maestro dell'Ordine, avrò pur diritto di ritirare le quote dei soci".

TGCOM
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[eolo76]

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Da: Il Giornale n. 145 del 21-06-2006 pagina 7

Cambia la squadra dei difensori: arriva Coppi, il legale di Andreotti

da Potenza

L'avvocato di Potenza Piervito Bardi, uno dei difensori di Vittorio Emanuele di Savoia, ha annunciato ieri pomeriggio in una conferenza stampa di essere uscito dal collegio difensivo del principe per far posto al collega di Roma Franco Coppi (già difensore di Andreotti, come Giulia Buongiorno, che difende il figlio del Savoia, Emanuele Filiberto).
«Ho fatto questa scelta - ha detto Bardi, che ha parlato dopo l'interrogatorio di garanzia al principe - per favorire l'arrivo nel collegio difensivo di un collega di tale spessore. Per Coppi ho una stima profondissima e un rapporto personale».
Bardi ha spiegato che la difesa di Vittorio Emanuele sarà formata ora da Coppi e dall'avvocato milanese Lodovico Isolabella (legale di fiducia di Casa Savoia).
Referenti a Potenza del collegio difensivo rimarranno gli avvocati potentini Donatello Cimadomo e lo stesso Bardi. Ma prima di gettare la spugna l'avvocato Bardi non ha risparmiato una frase sibillina: «Il castello può cadere» in riferimento alle pesanti accuse, mosse contro Vittorio Emanuele di Savoia. Il professionista potentino, in merito all'interrogatorio del principe di Savoia, ha sostenuto che si è svolto in un «clima sereno». «Lui - ha aggiunto - ha fornito la sua versione su tutti i capi di imputazione. Rispondere è una scelta in cui si è riconosciuto».
Sul fatto che il principe abbia o meno ammesso alcuni episodi e circostanze, Bardi ha precisato: «Riconoscersi nelle foto o in una telefonata non significa ammettere qualcosa. Ha spiegato i contatti con le persone ed ha fornito la sua versione».

«Continuo a credere - ha replicato ancora Bardi - che ci saranno delle sorprese perché la realtà è diversa da quella scritta nell'ordinanza».
Alla domanda se anche questa sarà una delle inchieste su cui il riesame si pronuncerà favorevolmente per la procura, l'avvocato ha aggiunto polemizzando: «Questa è la realtà che viviamo a Potenza, il tribunale del riesame è senza dubbio terzo. Non credo, poi, di fare affermazioni eclatanti se aggiungo che il gip è notoriamente appiattito sulle posizioni del pubblico ministero. Noi crediamo che questa vicenda deve essere letta nella sua interezza. Cioè bisognerebbe ascoltare anche le telefonate e non leggere solo la trascrizione. Questo, però, non ci è stato possibile perché nessuno ha saputo dirci dove siano i nastri».
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