Il circo di An con Daniela Di Sotto
Tempo fa scrissi una pagina su Gianfranco Fini, il neo(cir)- con italiano ex missino “moderato” , ammiratore di John Wayne, gli States e infine finito con la kippà al muro del pianto dopo aver dimenticato che solo qualche anno prima trovava infame la politica di Israele verso i Palestinesi.
Ci fu il solito coro di proteste con intervista alla radio e la manifesta intenzione di farmi confessare il rimpianto verso il Fini “neo fascista” e relative quanto idiote accuse di nostalgismo.
Nessun rimpianto, il fascismo è morto e sepolto da sessant’anni e il suo cadavere viene riesumato solo perché serve far finta che ci sia. Mai e poi mai Fini è stato fascista o ha rappresentato qualcosa di fascista e il suo antifascismo è l’unica cosa vera e sentita che abbia proclamato in politica.
Fini faceva ribrezzo non perché avesse rinnegato convinzioni - che non aveva mai avuto -( di questi tempi capita spesso che facciano strane carriere esseri senza qualità come lui, ma pronti a tutto con viscido opportunismo) ma perché aveva comunque tradito, snaturando il partito che era di totale opposizione, le vite di molti uomini che nel Movimento Sociale avevano visto un’alternativa nazionale e morale. Per 50 anni avevano combattuto rischiando molto senza neanche il miraggio di un vantaggio: solo galera ed emarginazione. Ma, come avevano scritto con forzata ammirazione anche giornali “politicamente corretti” per tanti anni i militanti missini avevano rappresentato l’unica consistente forza politica capace di non sporcarsi le mani con la fogna del sottogoverno.
Grazie ai Fini, ai La Russa, agli Storace e ai campioni dell’Alleanza ( Nazionale ? Suvvia…) il tempo è stato recuperato con gli interessi.
Fini si è tenuto fuori dalla fogna, lui mirava più in alto del vil denaro, ma tutt’attorno una bolgia.
Dalle registrazioni telefoniche che hanno inchiodato il regale animo del Savoia sono stati estratti stralci significativi dell’animus della consorte del Capo dell’Alleanza, Daniela Di Sotto, in arte salita al rango di Daniela Fini. Daniela Di Sotto ha una società con il senatore Francesco Proietti Cosimi, già segretario di Fini, nel settore sanitario.
Alla greppia della Regione, dove c’era Francesco Storace.
Un brano del colloquio fra i due.
Di Sotto: «No, l’errore è stato fatto all’inizio, Checchì... lo vuoi sapere quale errore abbiamo fatto io e te? Eh?... quando io sono andata a (omissis: che verbo nasconderà questo ‘omissis?) con Storace».
Proietti: «Eh».
Di Sotto: «Bisognava fare un’altra società a cui intestare le convenzioni della risonanza e della Tac».
Proietti: «Non lo potevi fare, purtroppo».
Di Sotto: «Perché?».
Proietti: «E perché non c’hai una... lo dovevi intestare per forza ad una società che già esisteva. Questo è tutto...».
Di Sotto: «Eh, lo so, lo so, non è quello... mica sto dicendo questo. Io sto dicendo un’altra cosa: che mi rode il culo che la gente, praticamente, si trova che si chiama Fini o si chiami Di Sotto, è uguale, si trova tutto quello che vuole... senza muovere il culo. Capito?».
Altro excerptum dell’eloquio della signora Fini: «E’questo che io non voglio più permettere... ed è per questo che l’ho detto a Gianfranco... ho fatto vedere il foglio a Gianfranco, che ha fatto, dico: ‘io ho tirato fuori ‘sti soldi, gli ho tir... e a te non t’ho chiesto ‘a’ perché tu mi hai detto: ‘non mi mettete più in mezzo’, ok. Però tu sappi che se tiri fuori mille lire per tuo fratello, andiamo a litigare io e te, primo. Secondo, mi sono rotta il c... che la gente c’ha le cose quando pagano gli altri…».
Giusto. Che vadano, come direbbe l’altra donna di Alleanza Santachè a…
E meno male che la stessa signora si ritiene molto meglio delle “altre” nel suo partito, come ha dichiarato in un’intervista Vanity Fair qualche giorno fa. : "Pare che io sia la donna più invidiata d'Italia", dice nell'intervista e rivela che alla festa per il decennale di An "c'erano donne veramente senza dignità che si proponevano a mio marito, me presente, in modo veramente squallido”
Secondo Daniela Fini le donne di AN sono senza dignità. La Santachè, deputata di AN, la manderà a quel paese?
Alla faccia del partito del riarmo morale del neo fondamentalista americano sionista Fini.
Non ci interessano ovviamente gli intrallazzi di questa “signora”. Però è la consorte di uno che per quasi quattro anni è stato ministro degli esteri, cioè alla testa della diplomazia italiana, che avrà tanti difetti ma sapeva stare a tavola. Questa signora cui “rode il…” non la vorrebbero a tavola neppure gli scaricatori di porto. E’ questo il messaggio che Fini presentava all’estero di un paese che si vuole maestro di eleganza? Non osiamo pensare la signora ministro degli esteri alla Corte di San Giacomo, nei saloni del Cremino, nei palazzo di Versailles. Può al massimo mettersi con un Savoia modello esportazione.
Dicono che Fini sia andato in bestia, chiedendo la fucilazione di magistrati e giornalisti. Non osiamo pensare a cosa si saranno detti in casa, dato il linguaggio al telefono.
Non pensiamo, sia chiaro, che i Fini, i La Russa, i Contempo, gli Storace siano peggiori di personaggi dell’altro campo, i Mastella, le Bonino, i Pannella, gli Andreotti per non parlare di un essere profondamente ignobile, ben al di là del turpiloquio come Scalfaro: no, ci dà fastidio che questo verminaio sedicente di destra ( e per destra intendiamo la bandiera della tradizione contro la sovversione) si ponga come alternativa alla fogna ultradecennale che l’Italia ha vissuto.
Dicono che i radicali di destra e quelli di sinistra finiranno per incontrarsi. Politicamente forse no, ma al telefono siamo certi ci intenderemo meglio con la signora Bertinotti che con Madama Di Sotto.