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  1. #311
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    Citazione Originariamente Scritto da durlindana
    quante stirpi e quanto sangue...misto??!!
    su bese raziale dai mongoli agli arabi...praticamente, esclusi cinesi e americani...c'è tutto! un pò poco per formare un'identià.

    Roma...un polo magnetico che al tempo dei fatti si era smagnetizzato.
    Roma è un archetipo eterno, che come il fuoco di Vesta è perennemente acceso, ma per ardere ha bisogno di un soffio vitale senza il quale no può agire nella storia e quel soffio, nella storia d'Europa, è il Cristianesimo.

    non costruzioni teologiche, ma una storia, una politica, una società verticali, sacralmente ispirati...
    e stato così per Roma, lo era ancor prima per l'India vedica,gli Indiani d?america, le civiltà precolombiane, gli egiziani, i celti... lo è ancora per un certo Islam...è stato così per l'Europa. cos'è se non questa la Tradizione?
    La razza non è 'solo' questione di biologia. La razza è cultura, stile di vita, ritmo di vita, in ordine con il ritmo dell'Ordine della natura e del cosmo, e soprattutto razza è scopo, è destino anche e ancora da realizzare, non solo colore della pelle da mantenere inalterato. Proprio ciò che tu citi, noi 'pagani' chiamiamo decadenza. L'Europa è soprattutto un'idea, un mito, una perenne stella polare che indichi uno scopo, magari anche storico, ma soprattutto metafisico.

    Il soffio del cristianesimo, non mi pare abbia dato all'Europa, come tu la intendi, una vitalità genuina. L'Europa ha arrancato nella storia, cercando al massimo di sopravvivere... E di certo non è riuscito, il cristianesimo, visti i risultati, a riaccendere il Sacro fuoco di Roma.

  2. #312
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    Oltretutto, cosa che si evita sempre di considerare, ma che è fondamentale secondo me, a questo punto per una analisi storica e per l'onesta intellettuale che si chiama in causa, e che il cristianesimo ha avuto il sopravvento a Roma, come centro politico culturale, dove già molto si era magari perso del reale retaggio di una religiosità interiore o applicata al ritmo della vita, e dove le diatribe religiose erano un pò atteggiamento da 'radical chic' d'epoca. Fuori dalla città, dove la religiosità era scandita dal ritmo del lavoro dei campi e viceversa, nelle milizie dove ancora la guerra apparteneva al simbolismo eroico, il paganesimo non è mai stato debellato. Furbescamente, ancora, il cristianesimo ha coperto la religiosità naturale dei popoli, con un manto 'intellettuale' dottrinario, che copriva i reali significati dei riti, sperando in una perdita della 'memoria' atavica.
    Fortunatamente fino a pochi decenni fa, prima che le campagne si svuotassero, il rito solstiziale non era soltanto una superstizione... alla faccia di chi ci voleva morti duemila anni fa

  3. #313
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    <Non credo che un buon filologo ti darebbe ragione nel dire che le parole <sono contenitori vuoti a cui ognuno, in un qualunque tempo della storia, <può inserire i significati che vuole.

    Non ho detto questo...ma che anche in ambito storico-religioso, come in tutti gli ambiti di studio, esiste un linguaggio tecnico formato di parole che assumono un valore "convenzionale" e che per questo possono essere usate su terreni diversi ma interni alla medesima disciplina.
    In particolare mi riferivo al fatto di aver usato i termini "uranico" e "tellurico" riferiti all'esegesi di un brano evangelico...uso nel quale tu hai riscontrato l'implicita ammissione di un sostrato pagano nel cristianesimo (sulla cui esistenza ci sarebbe comunque da discutere e che non è affatto esclusa anzi...) ma che io ho invece utilizzato, in quel caso, solo per il fatto di essere genericamente adatti all' ambito storico-religioso senza pregiudiziali che si stia parlando di Mithra, Odino, Avesta o Bibbia. tutto qui.

    <Le parole, io credo abbiano un loro preciso significato.

    assolutamente si, ma se esprimono un concetto ampio o generico è possibile procedere specificando e contestualizzando.

    <Il 'revisionismo' cristiano della classicità, in questo senso, è stato un <esempio proprio di rilettura ad uso e consumo dei propri scopi, politico-<culturali.[/quote]

    punti di vista. quello che tu chiami revisionismo applicato strumentalmente ai propri scopi politici, altri lo chiamano innesto fecondo e lo percepiscono come un fenomeno, ricco di fascino e complessità, di continuità ideale e compimento tradizionale di un percorso univoco.

  4. #314
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    Non sapete che cosa avete scatenato...
    Non nobis Domine, non nobis sed nomine Tuo da gloriam

  5. #315
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    Citazione Originariamente Scritto da Hellsan
    Oltretutto, cosa che si evita sempre di considerare, ma che è fondamentale secondo me, a questo punto per una analisi storica e per l'onesta intellettuale che si chiama in causa, e che il cristianesimo ha avuto il sopravvento a Roma, come centro politico culturale, dove già molto si era magari perso del reale retaggio di una religiosità interiore o applicata al ritmo della vita, e dove le diatribe religiose erano un pò atteggiamento da 'radical chic' d'epoca. Fuori dalla città, dove la religiosità era scandita dal ritmo del lavoro dei campi e viceversa, nelle milizie dove ancora la guerra apparteneva al simbolismo eroico, il paganesimo non è mai stato debellato. Furbescamente, ancora, il cristianesimo ha coperto la religiosità naturale dei popoli, con un manto 'intellettuale' dottrinario, che copriva i reali significati dei riti, sperando in una perdita della 'memoria' atavica.
    Fortunatamente fino a pochi decenni fa, prima che le campagne si svuotassero, il rito solstiziale non era soltanto una superstizione... alla faccia di chi ci voleva morti duemila anni fa

    questo non è del tutto vero...il cristianesimo ha attecchito dal basso e non raramente prorpio tra le fila delle milizie molte delle quali di origine "barbarica" e solo in un secondo momento a livello aristocratico e politico.
    Il legame popolare ai cilci della natura ed alla percezione sacra che di essa si aveva non contraddice di fatto il cristianesimo ed è per questo che ancora oggi in certi luoghi si conserva e si perpetua, dall'america Latina, dove lo sciamanesimo andino convive con una ferma e salda fede cattolica, fino ai cruenti riti del nostro profondo sud.
    si fa un gran parlare di come il Cristianesimo abbia inglobato e - lì dove non riusciva l'assimilazione - soppresso questo tipo di religiosità, ma in generale non fu così, anche se sicuramente sono esistiti episodi di reale repressione...l'eccessiva secolarizzazione del sacro ha dei perversi lati oscuri che hanno lasciato cicatrici profonde nella storia e questo è un fatto.
    L'assimilazione e la fusione di certi culti pagani con il cristianesimo è avvenuta in modo spontaneo attraverso la percezione istintiva di rapporti di filiazione, confermazione, assimilazione e similitudine, non secondo una strategia politica, ma proprio per il fatto che le forme del sacro celano in fondo un'unica sostanza...c'è chi questa sostanza la crede incarnata e rivelata definitivamente in Cristo, chi no, a livello popolare questo concetto intellettualemente così complesso è stato intuito ed applicato in modo semplice e spontaneo ed ancora oggi persiste,senza troppi problemi nel culti di certi santi, nelle feste solstiziali, nelle danze tradizionali, nei riti agricoli e guerrieri...senza che questo rappresenti una reale contraddizione.
    Specie a Roma, la religione tradizionale era di fatto tramonatata lasciando spazio ai più vari culti magico-misterici e la legittima linea sacerdotale era da tempo interrotta.
    quando viene a mancare il culto vivo, il "Sacro" diviene parola vuota e pomposa, percezione vaga, superstizione, leggenda, retorica...su questo ceppo secco si è innestato il cristianesimo, non reprimendo o soppiantando, ma ridando vita.
    il cristianesimo, non senza eccezioni e non senza errori, ha traghettato la "memoria atavica" attraverso la ghigliottina della modernità...(che davvero aveva ed ha il progetto sistematico di eliminazione del sacro).

  6. #316
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    Citazione Originariamente Scritto da durlindana
    quante stirpi e quanto sangue...misto??!!
    su bese raziale dai mongoli agli arabi...praticamente, esclusi cinesi e americani...c'è tutto! un pò poco per formare un'identià.
    Ogni tanto vedo riemergere (soprattutto da parte cattolica, devo dire) questo luogo comune su una presunta "europa meticcia" che nessuno poi si sogna di supportare con la minima ricerca di antropologia genetica.
    Posto questo jpg, elaborato dal genetista Cavalli Sforza analizzando le differenze genetiche tra le popolazioni (mappa della diversità genetica, da Storia e Geografia dei geni umani, 1994)


    L'identità europea, come si vede, è nel sangue.

  7. #317
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    Citazione Originariamente Scritto da cristiano72
    Ogni tanto vedo riemergere (soprattutto da parte cattolica, devo dire) questo luogo comune su una presunta "europa meticcia" che nessuno poi si sogna di supportare con la minima ricerca di antropologia genetica.
    Posto questo jpg, elaborato dal genetista Cavalli Sforza analizzando le differenze genetiche tra le popolazioni (mappa della diversità genetica, da Storia e Geografia dei geni umani, 1994)


    L'identità europea, come si vede, è nel sangue.


    Così l'identità europea risiederebbe nel dato genetico, non particolarmente socnvolgente, che i popoli stanziati nel continente Europa hanno la pelle nelle varie tonalità del bianco?
    da qui si parte e si arriva alle follie della nuova destra francese o tedesca che denunciano l'imminente guerra del nord bianco contro il sud nero o più seriamente si arriva al concetto fallaciano di occidente bianco contro il resto del mondo...perchè se il grafico si allargasse anche l'odierna America sarebbe di colore verdolino...e dunque perchè non assimilarla alla nostra identità.
    Se L'Identità Europea è di tipo genetico, è strano che essa abbia il suo centro irradiante tradizionale in Roma ove valeva il principio opposto, tanto simile all'universalismo cristiano, secondo il quale chiunque fosse in grado di incarnare lo spirito dell'Imperium, di qualunque razza o colore fosse, diveniva di fatto un Romano ed aveva la possibilità, qualora lo meritasse, di assurgere fino alle più alte cariche dello stato.
    (con questo non intendo dire che ogni Cristiano è un europeo...ma che una generica identità genetica non fornisce all'Europa la sua civiltà e laq sua storia,ma solo una base di partenza etno-geografica.)
    la pregiudiziale razziale non si sposa con l'idea imperiale (nè su tanto poco si basa la nostra preziosa e complessa identità)...essa è più consona a realtà tribali chiuse e totalitarie, con velleità d'elezione escusiva sulla base del sangue, preferibilmente di origine semitica.

  8. #318
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    Citazione Originariamente Scritto da durlindana
    Così l'identità europea risiederebbe nel dato genetico, non particolarmente socnvolgente, che i popoli stanziati nel continente Europa hanno la pelle nelle varie tonalità del bianco?
    da qui si parte e si arriva alle follie della nuova destra francese o tedesca che denunciano l'imminente guerra del nord bianco contro il sud nero o più seriamente si arriva al concetto fallaciano di occidente bianco contro il resto del mondo...perchè se il grafico si allargasse anche l'odierna America sarebbe di colore verdolino...e dunque perchè non assimilarla alla nostra identità.
    Se L'Identità Europea è di tipo genetico, è strano che essa abbia il suo centro irradiante tradizionale in Roma ove valeva il principio opposto, tanto simile all'universalismo cristiano, secondo il quale chiunque fosse in grado di incarnare lo spirito dell'Imperium, di qualunque razza o colore fosse, diveniva di fatto un Romano ed aveva la possibilità, qualora lo meritasse, di assurgere fino alle più alte cariche dello stato.
    (con questo non intendo dire che ogni Cristiano è un europeo...ma che una generica identità genetica non fornisce all'Europa la sua civiltà e laq sua storia,ma solo una base di partenza etno-geografica.)
    la pregiudiziale razziale non si sposa con l'idea imperiale (nè su tanto poco si basa la nostra preziosa e complessa identità)...essa è più consona a realtà tribali chiuse e totalitarie, con velleità d'elezione escusiva sulla base del sangue, preferibilmente di origine semitica.

    La Fallaci, cara durlindana, parla di Occidente Cristiano, ti dice niente questo?
    Del resto, sappiamo che è di matrice cristiana teocon la contrapposizione occidente cristiano-islam, lungi da me accomunarti a tale gentaglia ma a maggior ragione evitate di accomunare noi razzialisti a gente distante anni luce. I teocon il sangue si guardano bene da nominarlo, visto che è il dato "culturale-religioso" quello per loro importante.
    Per me, un bosniaco o un albanese mussulmano sono europei quanto un francese (poi posso avercela con loro per l'aggressione alla Serbia ma questo è un altro discorso ancora). E un filippino o un ecuadoriano cristiani, continuano invece a non esserlo.
    Come vedi il dato religioso cristiano, al di là delle posizioni personali e delle contrapposizioni, non è di per sè bastante a definire un'identità.
    Lungi da me con questo considerare il sangue l'unico elemento, ma da qui a negarne il fondamentale valore , ce ne passa.
    E da qui a dire che un cinese, una volta installatosi in europa, e appreso il pater noster , diventi europeo, ce ne passa ancor di più.

  9. #319
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    Citazione Originariamente Scritto da durlindana
    punti di vista. quello che tu chiami revisionismo applicato strumentalmente ai propri scopi politici, altri lo chiamano innesto fecondo e lo percepiscono come un fenomeno, ricco di fascino e complessità, di continuità ideale e compimento tradizionale di un percorso univoco.
    Su gli altri punti posso essere abbastanza in accordo.
    Ma a proposito di parole...ammetti quindi che il cristianesimo sia un innesto (sul fascinoso direi che lì si che è un punto di vista) e non una radice?

  10. #320
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    Citazione Originariamente Scritto da durlindana
    questo non è del tutto vero...il cristianesimo ha attecchito dal basso e non raramente prorpio tra le fila delle milizie molte delle quali di origine "barbarica" e solo in un secondo momento a livello aristocratico e politico.
    Il legame popolare ai cicli della natura ed alla percezione sacra che di essa si aveva non contraddice di fatto il cristianesimo ed è per questo che ancora oggi in certi luoghi si conserva e si perpetua, dall'america Latina, dove lo sciamanesimo andino convive con una ferma e salda fede cattolica, fino ai cruenti riti del nostro profondo sud.
    si fa un gran parlare di come il Cristianesimo abbia inglobato e - lì dove non riusciva l'assimilazione - soppresso questo tipo di religiosità, ma in generale non fu così, anche se sicuramente sono esistiti episodi di reale repressione...l'eccessiva secolarizzazione del sacro ha dei perversi lati oscuri che hanno lasciato cicatrici profonde nella storia e questo è un fatto.
    L'assimilazione e la fusione di certi culti pagani con il cristianesimo è avvenuta in modo spontaneo attraverso la percezione istintiva di rapporti di filiazione, confermazione, assimilazione e similitudine, non secondo una strategia politica, ma proprio per il fatto che le forme del sacro celano in fondo un'unica sostanza...c'è chi questa sostanza la crede incarnata e rivelata definitivamente in Cristo, chi no, a livello popolare questo concetto intellettualemente così complesso è stato intuito ed applicato in modo semplice e spontaneo ed ancora oggi persiste,senza troppi problemi nel culti di certi santi, nelle feste solstiziali, nelle danze tradizionali, nei riti agricoli e guerrieri...senza che questo rappresenti una reale contraddizione.
    Specie a Roma, la religione tradizionale era di fatto tramonatata lasciando spazio ai più vari culti magico-misterici e la legittima linea sacerdotale era da tempo interrotta.
    quando viene a mancare il culto vivo, il "Sacro" diviene parola vuota e pomposa, percezione vaga, superstizione, leggenda, retorica...su questo ceppo secco si è innestato il cristianesimo, non reprimendo o soppiantando, ma ridando vita.
    il cristianesimo, non senza eccezioni e non senza errori, ha traghettato la "memoria atavica" attraverso la ghigliottina della modernità...(che davvero aveva ed ha il progetto sistematico di eliminazione del sacro).
    Può anche aver fatto presa dal basso, ma se fosse stato solo così, il cristianesimo sarebbe rimasto solo una delle tante dottrine sparse, mentre sicuramente già i primi 'evangelizzatori' cristiani avevano ben chiaro (e ciò è perfettamente logico in un'ottica di 'lotta evangelica') che senza la 'conquista' di Roma non avrebbero mai raggiunto il potere.
    "Il legame popolare ai cicli della natura ed alla percezione sacra che di essa si aveva" contraddice il cristianesimo, in quanto pone l'uomo in perfetta simbiosi con i ritmi dell'Ordine e del Tutto, e quindi rende perfettamente superfluo il concetto di un dio creatore e padrone. E infatti qui, nelle campagne, il cristianesimo è riuscito a far leva solo in parte sulla credulità umana, utilizzando la paura della morte, del giudizio divino e l'idea di un Cristo salvatore, ma non è riuscita ad annientare i riti e i culti popolari e tradizionali. Non è un caso che abbia riempito i calendari di santi e di feste per occultare e gettare nel dimenticatoio ciò che considerava 'immorale'. E tutto ciò non credo proprio che sia avvenuto con un tacito consenso o significativa accetazione. Altrimenti, oltretutto, non si spiegherebbe perchè il cristianesimo, secoli pià tardi, abbia reagito così furiosamente e violentemente contro streghe, eretici e quant'altro, fenomeni che molto spesso di quelle tradizioni pagane erano, in qualche modo, in minima parte, eredi. (E fidati, dalle mie parti qualcuno dice che in determinate notti, in determinati boschi, si sentono ancora urla e risa e canti di streghe danzanti, intorno ad alberi magici... )

 

 
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