*Piccola storia ignobile*
Ieri sono andato dal mio medico della mutua. Avevo quattro persone
davanti e mi sono disposto a una discreta attesa. Poco dopo il mio
ingresso nell'ambulatorio è entrata una ragazza (nera) con al collo un
marsupio con un neonato (nero) di non più di tre mesi. La ragazza aveva
dei fogli in mano, si è guardata intorno un po' sconfortata dall'attesa
prevista, poi in un discreto italiano e con molta cortesia ha chiesto
alla signora più vicina alla porta dello studio: "signora, devo solo
mostrare questi fogli al dottore, non è che mi fa la cortesia... ci
vuole solo un minuto".
Non l'avesse mai fatto! Gli occhi della "signora", e delle altre tre
persone che ci precedono, ci hanno messo un secondo ad iniettarsi di
sangue... "ecco appena sei entrata t'ho visto dalla faccia...". Dal
colore della pelle, direi io. "Sì, sì, come tutti quelli come te -diceva
il tipo seduto al mio fianco- volete sempre qualcosa". "Ci marciano, ci
marciano, signora mia, questi ci marciano sempre". La prima, che si era
nel frattempo messa in piedi e fare scudo alla porta dello studio ancora
chiusa quasi inveiva: "Dice un minuto ma poi di sicuro ci mette mezz'ora
a spese nostre". La guardava con aria di sfida e letteralmente
digrignando i denti: "non ti faccio passare neanche morta".
La ragazza -che aveva dato del lei, mentre ovviamente i quattro le
davano del tu- li guardava a occhi spalancati senza avere il coraggio di
rispondere. Io all'inizio ero più stupito che indignato ma poi ha
cominciato a bollirmi il sangue ed ho esercitato la nobile arte,
ereditata da mia madre, di contare fino a 10. Mentre contavo i bravi
italiani continuavano ad accanirsi con la ragazza, il tipo al mio fianco
ce l'aveva con "questi, ai paesi loro c'hanno più soldi di noi (sic!) e
vengono a prendersi pure i nostri, VI-CO-NO-SCI-A-MO" grida quasi sulla
faccia della ragazza che stupita dalla vera esplosione di livore
xenofobo dei quattro, fa tre passi indietro fino a quasi sparire dalla
porta d'ingresso dell'ambulatorio e neanche osa insistere. I quattro,
intanto si spalleggiavano rincarando la dose, "ci marciano... li
conosciamo... non se ne può più...". Probabilmente i quattro non si
conoscevano neanche, ma si erano abbondantemente riconosciuti... e fatti
riconoscere.
A quel punto avevo già contato fino a 8 o a 9, poteva bastare, ho detto
poche parole, che il solo supporre che una madre con un bambino di tre
mesi potesse marciarci (marciarci sul bimbo, una delle donne ripeteva
come un disco rotto "ci marcia, questa ci marcia") per chiedere di
passare avanti era un pensiero vile ed un pregiudizio inaccettabile. Se
la ragazza in modi del tutto urbani stava chiedendo una cortesia, era
triste pensare che lo facesse con secondi fini. Evidentemente nel loro
cervello massacrato dagli "allarme immigrazione", pensavano a chi chiede
l'elemosina con i bambini. Altrettanto evidentemente, nel loro mondo,
una persona di pelle nera non può chiedere una cortesia, ma solo
l'elemosina. Se fosse stata bianca -ho concluso- si sarebbero
scappellati per farla passare avanti, lei e il suo bambino, e che quindi
erano dei razzisti e si dovevano vergognare. Punto.
La donnetta del "ci marcia, ci marcia", a quel punto scuoteva la testa e
si portava due dita alla tempia per dire che ero matto, il tipo al mio
fianco mi ha ringhiato che si capiva subito da che parte politica venivo
(sic!) e quelli come me dovevano stare solo zitti. Amen. Non ho risposto
più, mi sono scusato per loro con la ragazza -la donnetta rifaceva il
gesto del matto- e ho detto alla ragazza che l'unica cosa che potevo
fare era farla passare avanti a me. Ho fatto anche un complimento al
bellissimo bambino, il primo che gli venisse fatto in quel luogo. Poi mi
sono immerso per tutto il tempo delle quattro visite, un'oretta, nella
lettura del Corriere della Sera che, nell'edizione di ieri, cercava di
convincere i suoi lettori che il Messico fosse in sudamerica (sic!).
Quando è stato il mio turno ho dovuto insistere con la ragazza, che si
era sentita così a disagio da non sedersi nemmeno e restare sulla porta,
perché mi passasse avanti. Ci ha messo giusto 30 secondi.
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