Bush ha voluto visitare il posto dove migliaia di ungheresi si ribellarono alla dittatura comunista. un monito per una possibile instaurazione di un comunismo capitalista in europa e in asia e come per dire: nessuno questa volta vi salverà!
Bush ha voluto visitare il posto dove migliaia di ungheresi si ribellarono alla dittatura comunista. un monito per una possibile instaurazione di un comunismo capitalista in europa e in asia e come per dire: nessuno questa volta vi salverà!
Non credo che questo sia il problema maggiore per gli stati dell'Europa Centrale, quanto il ritorno a certe form,e di laicismo che noi tutti credevamo sconfitte all'indomani della caduta del Comunismo; questo sì che ci riporta indietro agli anni della divisione dell'Europa in due blocchi.Originariamente Scritto da landen
George W. loda la fede democratica ungherese
«La libertà può essere ritardata ma non negata». Parlando dal castello di Buda che guarda dall’alto la capitale ungherese il presidente americano, George W. Bush, rende omaggio alla rivolta anti-sovietica del 1956 tracciando un parallelo con l’Iraq di oggi al fine di puntellare la partnership strategica con le giovani democrazie dell’Est.
Bush inizia la visita a Budapest rendendo omaggio, assieme alla moglie Laura, al Memoriale lungo il Danubio che ricorda le migliaia di caduti nella rivoluzione finita sotto i cingoli delle divisioni corrazzate dell’Armata Rossa. Poco dopo sale sul monte Gellert, a Buda, per paragonare la genesi delle democrazie nell’Est e quanto sta avvenendo nel Grande Medio Oriente. «I carri armati sovietici schiacciarono la rivolta ma non la sete degli ungheresi nella libertà che li portò poi a diventare la prima nazione che fece cadere la Cortina di Ferro nel 1989». La determinazione e la pazienza con cui i magiari si sono liberati dal giogo sovietico dimostra per Bush che «il viaggio verso la democrazia non è semplice ma continua se le decisioni necessarie vengono adottate». Da qui il parallelo con l’Iraq del dopo-Saddam: «Il primo ministro Maliki crede negli ideali democratici che ispirarono i patrioti ungheresi nel 1956 e 1989, per sconfiggere i nemici che la sua nazione ha di fronte avrà bisogno di sacrifici simili ai vostri nell lotta vittoriosacontro i nemici della libertà, il fascismo ed il comunismo».
Il parallelo storico e morale fra le rivoluzioni democratiche a Budapest e Baghdad cela un obiettivo politico: motivare l’Ungheria - e tutte le democrazie ex comuniste - a recitare un ruolo di primo piano nel sostegno alla «libertà in marcia in Medio Oriente». La Casa Bianca vede in questi Paesi degli alleati più motivati rispetto ad alcune scettiche capitali dell’Europa Occidentale e punta a consolidare con loro una partnership privilegiata. L’Ungheria sotto questo aspetto è esemplare: in prima fila nella pacificazione dei Balcani, ha inviato i soldati in Kosovo, ospita la sede del Centro per la Transizione verso la Democrazia, costruisce scuole ed ospedali in Afghanistan ed addestra in Iraq gli ufficiali. Insomma, oltre a condividere l’approccio di Bush alla rivoluzione democratica gli ungheresi fanno seguire alle parole i fatti. Il presidente magiaro Laszlo Solyom avvalora questo impegno con un brindisi nel Palazzo Sandor in cui sottolinea come «i valori di libertà, democrazia e diritti umani ci uniscono, per questi valori ci battemmo nel 1956, li abbiamo conservati nel cuore per 35 anni ed ora dobbiamo farli valere in tutto il mondo, anche nella lotta al terrore».
Chi si aspettava dal capo della Casa Bianca affondi polemici sul dossier della democrazia nei confronti del Cremlino è rimasto invece deluso. Ad un mese di distanza dal summit del G-8 a San Pietroburgo - ed in considerazione del difficile negoziato sull’Iran - la scelta è stata di evitare riferimenti espliciti che avrebbero irritato Mosca, come avvenuto in maggio in occasione del discorso del vicepresidente Dick Cheney a Riga, in Lettonia. Anche l’agenda del 15° viaggio europeo di Bush ha contribuito a scongiurare tensioni con la Russia grazie al rinvio della progettata visita in Ucraina - a causa dei problemi di governo a Kiev - per sostituirla con Budapest, anticipando di quattro mesi esatti le celebrazioni della rivolta del 23 ottobre 1956. Ma il basso profilo della Casa Bianca è una scelta tattica. Come dimostra il segnale inviato senza troppo fragore a Mosca da Vienna dove il summit Usa-Ue si è espresso contro l’uso dell’energia a fini politici, facendo proprie le proteste dei Paesi dell’Est. Senza contare che a Budapest Bush ha parlato a poche centinaia di metri dalla statua che ricorda il Soldato Russo.
La stampa Web
non credo! l'europa è unita su sutta la linea politica e abbraccia un comunismo di tendenza capitalista simile a quello cinese. i poveri sono quelli che soffrirannoOriginariamente Scritto da tigermen
Il principale obiettiovo che dobbiamo avere è quello di svilupparci, facenmdo anche da traino per i paesi poveri, ma questo non può e non deve avvenire senza tener conto del nostro stato sociale, deve essere preservato per noi e per le generazioni futureOriginariamente Scritto da landen
Vallo a chiedere al tuo amico Bush o a Berlusconi cosa ne pensano riguardo all'utilità dello stato sociale...Originariamente Scritto da tigermen
1) Bush parla male del comunismo e poi collabora con il governo comunista italiano (vedi Afghanistan, vedi ammiccamenti Bush-D'Alema e ritorno) in quanto entrambi sono accomunati e ossessionati da un odio islamofobico. E' un pagliaccio incoerente !Originariamente Scritto da landen
2) Per le strade di Budapest gli insorti cantavano l'Internazionale: che fossero stati socialisti libertari, comunisti "dal volto umano" o quant'altro, sicuramente poco avevano a spartire con le idee neo-cons del pagliaccio incoerente bush.