SCHLIERSEE (Baviera) - «JJ1» era diventato un clandestino ingombrante, imprevedibile, un elemento di disturbo nella quiete verde di queste valli del Sud tedesco.
E siccome gli esperti cacciatori chiamati nelle scorse settimane addirittura dalla Finlandia per catturare Bruno (come lo avevano affettuosamente battezzato gli animalisti di qui) avevano fallito ed erano ripartiti esausti per il grande Nord, i pragmatici bavaresi hanno deciso di fare da soli, risolvendo il problema alla radice.
Pum pum. E ciao Bruno.
Dalla libertà dei boschi all'ordinata, morta prigionia in un museo di scienze. L'avevano scorto, il nostro «JJ1», domenica sera verso le 22 a circa 1.500 metri nella zona dello Rotwand, un piccolo paradiso per gli appassionati del trekking e dell'arrampicata.
Un territorio abbastanza isolato, ad un paio d'ore di camminata dai laghi di Spitzigen e Schlier. Lassù solo un rifugio del club alpino tedesco che può ospitare fino ad un'ottantina di persone, e un paio di baite.
Eppure, dopo che Bruno si era sbafato una quarantina di pecore tra Baviera e Tirolo e aveva preso d'assalto qualche casetta di api per il miele, i tedeschi hanno ritenuto che la sua presenza fosse troppo pericolosa.
"Il rischio che JJ1 attaccasse le persone negli ultimi giorni era notevolmente cresciuto" si giustifica il segretario di Stato all'ambiente Otmar Bernhard durante la conferenza stampa organizzata in fretta e furia all'hotel Post di Schliersee.
Il piazzale dell'hotel è invaso dalle macchine dei giornalisti e dai furgoni delle televisioni, compresa la BBC. Inutile chiedere chi è stato a uccidere Bruno. Si sa solo che l'orso è stato colpito da 150 metri e non ha sofferto. Nessuna indicazione sull'arma, il calibro, il numero di colpi necessari.
L'impressione è che il Land Bayern cerchi il profilo basso. Bernhard sostiene che i nomi degli esecutori di JJ1 non vengono resi noti per questioni di sicurezza: il ministero avrebbe già ricevuto e-mail con minacce di morte nei confronti dei cacciatori da parte degli ambientalisti.
Che, tanto per infierire, nelle interviste vengono definiti "radicali" e "fanatici". E che riempiono i siti di messaggi di «condoglianze» per Bruno, e di deprecazione per i cacciatori protetti dai politi tedeschi che della protezione dell'orso viceversa se ne infischiano.
Questa, comunque, la ricostruzione più probabile dell'assassinio. Domenica, dopo l'avvistamento da parte del gestore del rifugio e la comunicazione alla polizia, sulle tracce dell'orso si è messo del personale autorizzato sotto la guida delle autorità di Miesbach, il capoluogo della zona.
Nelle prime ore dopo l'abbattimento era circolata la voce che mancasse il permesso per cacciare l'animale. Durante la conferenza stampa, però, è stato chiarito che l'autorizzazione era stata data sabato sera e che essa era in vigore già da domenica.
Il corpo di Bruno è stato subito recuperato e "fatto sparire". Fonti ufficiali dicono che verrà sottoposto ad una serie di analisi per stabilire stato di salute, peso, grandezza e per cercare di capire come mai, a differenza degli altri orsi nati negli ultimi anni in Trentino, Bruno avesse un carattere così "esuberante".
Tra i giornalisti presenti qui a Schliersee circola la voce che le autorità abbiano dato l'autorizzazione a fare a pezzi il corpo dell'orso, in quanto intero sarebbe difficilmente trasportabile. È quasi certo sicuro che una volta analizzato e imbalsamato l'orso trentino verrà esposto al museo della natura di Monaco.