Dopo che il centro-sud ha affossato una riforma voluta solo dal Lombardo-Veneto, si pone un problema grosso come una casa (delle libertà).
E' evidente che il progetto di riforme e innovazione di Berlusconi e Bossi si è infranto contro l'aperta ostilità di una parte geografica (oltre che politica) del paese e contro la guerriglia dei settori più conservatori e meridionalisti della CDL (AN e UDC).
Se ha ancora un senso proporsi a livello nazionale per sostenere un cambiamento, Forza Italia deve superare la dicotomia interna che la paralizza, fra un gruppo di innovatori come Tremonti, Brunetta, Formigoni e Berlusconi stesso contro un gruppo di conservatori che tiene il sacco a Roma ladrona, all'Ulivo, alle clientele di AN-UDC.
Formare un Partito del Nord forte che rappresenti quel 60% che al Nord vuole le riforme, che mantiene il resto del paese e che si prende in cambio solo schiaffi è necessario perchè non venga cancellato dall'agenda politica il tema del federalismo, preludio alla rinascita del grande centro e della paludona italico-(e ormai)argentina.