http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/
Articolo di Bradley Burston su Haaretz di oggi.
Segue il testo inglese originale.
LEGHIAMO UN NASTRO BLU PER GILAD SHALIT
C'e' una calma inspiegabile attorno a Gilad Shalit.
Deve essere il modo in cui funziona il mondo.
Quando il missile ha colpito il suo carro armato, Gilad stava facendo la guardia ai nostri confini di prima del 67.
I confini di cui Hamas ha parlato per mesi. Proprio quel confine sul quale, se noi ci ritirassimo, loro farebbero la pace con noi per le prossime generazioni.
Oppure solo sino a domenica mattina, qualunque venga prima.
Quando il missile ha colpito il suo carro armato, Hanan Barak e Pavel Slutzker, sono stati uccisi nell'esplosione. Un terzo è stato gravemente ferito. E poi è rimasto Gilad, questo ragazzino, sanguinante, solo, trascinato fuori nella striscia di Gaza da Individui che l'avrebbero piuttosto assassinato che guardato.
C'e' questa foto che spezza il cuore di un ragazzino che non ha ancora vent'anni.
L'ampio, innocente sorriso, senza dubbio non ancora cambiato da quando era piccolo.
C'e' questa famiglia adorata, che aveva abbassato la guardia perchè credeva che lui, facendo il servizio militare nel nord, fosse lontano dai pericoli. Un padre, che nel profondo del suo incubo, riesce a dire ai rapitori :" Noi crediamo che quelli che lo tengono prigioniero abbiano anche loro famiglie e figli, e sappiano cosa stiamo provando".
Il mondo non può fare finta di niente.
Quando il missile ha colpito, c'era questo ragazzino, in servizio in un punto dell'esercito tranquillo, non nei territori, in alcun modo vicino ai Palesinesi.
E c'e' questo rapimento di un soldato in un esercito che si è ritirato da tutta la striscia di Gaza una volta occupata sino a confini internazionalmente riconosciuti.
Al mondo non importa niente.
Forse dovremmo occuparcene di più. Forse è arrivato il momento che le persone facciano una piccola dichiarazione nel maggior numero di posti possibile.
Così che non sia lasciato solo, non sia lasciata sola la sua famiglia.
Ignorate le voci - si possono già sentire - che dicono che se l'è meritata come membro di un esercito che attacca i Palestinesi - i Palestinesi che lanciano razzi Qassam contro case, scuole ed ospedali, i Palestinesi che scagliano razzi Qassam tutti i giorni, talora sino a sette volte al giorno.
Il mondo se ne infischia.
Il mondo se ne è lavate le mani dei Palesinesi. Il mondo si è lavate le mani di Hamas. Il mondo è del pari stufo dei nostri problemi.
C'e' la sensazione che si tratti di un rapimento a cui anche Hamas non vorrebbe pensare.
La risposta potrebbe trovarsi da qualche parte tra le Twin Towers e Falluja. Notizie di assassini di massa in nome di Dio, decapitazioni in nome di Dio, bombe dopo bombe dopo bombe dopo bombe in nome di Dio, ci raggiungono una dopo l'altra. La nostra capacità di farci carico, la nostra possibilità profonda di comprendere sono state compromesse da un regno del terrore di tale enormità, di tale orrore, di tale durata, che la soglia della nostra capacità di risposta emotiva sta diventando irraggiungibile.
Ma solo per questa volta....
Noi dovremmo legare un nastro blu per Gilad. Per i suoi genitori, per il suo fratello maggiore, per la sua sorellina più piccola.