Per Gibelli « non ci sono alternative a Berlusconi » , ma nel movimento azzurro alcuni parlamentari meridionali bocciano l'asse nordista. Sanza: « C'è un certo disagio » Dietrofront di Giorgetti: su ordine del segretario federale è costretto a smentire le dimissioni dalla guida della Lega Lombarda. Intanto Maroni tesse la tela con Fassino
ROMA
Il rapporto tra Lega e Forza Italia rimane saldo. La sconfitta al referendum per ora non ha minato l'asse del Nord, il legame che unisce Umberto Bossi a Silvio Berlusconi. I quali, insieme a Giulio Tremonti, nella prima parte della scorsa legislatura hanno dettato l'agenda del governo di centrodestra. Di più. Tra le varie ipotesi sul tappeto, per uscire dalle difficoltà che la sconfitta referendaria ha avuto solo la colpa di accelerare, ci sarebbe anche l'idea in futuro di federare o unire i due partiti. Insomma, il partito del Nord di cui tanto si parla sarebbe una sorta di soggetto unico tra Carroccio e Forza Italia. Anche di questo lunedì sera, a urne ancora calde, hanno parlato il Senatùr e il Cavaliere. Un cammino articolato in tre fasi: la prima prevede di riunire tutte le forze autonomiste d'Italia in un unico cartello guidato dal Carroccio; in un secondo tempo in questa nuova formazione farebbe il suo ingresso anche Forza Italia, dando così vita al tanto famigerato partito del Nord, che vedrebbe Bossi eBerlusconi comepadri nobili e nel posto di segretario operativo, si dice, Giulio Tremonti