IL FONDINO di Mauro Tosoni
LEGA KO
Sono autonomista dagli anni del dopo terremoto, praticamente una trentina, quindi ben prima che venisse fuori la Lega con le sue padanie e le sue xenofobie. In questi anni ho visto con rammarico molti che la pensavano come me simpatizzare prima, e addirittura aderire poi a un movimento che con l’autonomismo ha poco da spartire
di Mauro Tosoni
Gran fretta, a destra, di liquidare il risultato del referendum. Si può anche capire: cosa vuoi dire di una bastonata del genere? Si capisce meno che lo faccia il servizio pubblico. E non parlo della Rai nazionale, che seguo poco: parlo del Tgr di casa nostra che ha liquidato il referendum già nella serata di lunedì. Una fretta sorprendente, tanto più che nei giorni precedenti, in tutte le edizioni, si era enfatizzato sostenendo che era il primo referendum confermativo della storia della repubblica. E quello del 2001, ragazzi, come lo chiamate?
E sì che i motivi di interesse non mancherebbero. Ne dico uno: come spiegano lor signori il fatto che nel giro di poco più di due mesi il centrodestra abbia visto ridurre il proprio vantaggio di almeno 10 punti?
Certo, il caldo. Certo, il disinteresse. Certo, la stanchezza. Ma perchè, se uno ha idee di sinistra non soffre il caldo? Non sarebbe meglio riconoscere che quando gli elettori del Friuli Venezia Giulia devono dire la loro su delle idee, anzichè su delle facce ripassate con il fard, la nostra regione torna a essere quello che è sempre stata, una regione moderatamente riformista, alla adelante con juicio?
Secondo elemento, la bastonata presa dalla Lega. Bastava vedere il commento di Claudio Violino nell’edizione serale del Tgr di lunedì quando ha ripetuto la litania che la Costituzione italiana non si riesce a cambiare, “non pacificamente, almeno”: una cosa che solo un pugile suonato può dire. E se Violino pensa davvero a un’alternativa non pacifica, perchè non dice chiaramente quale?
E’ da tempo che l’infatuazione per la Lega nel Friuli Venezia Giulia è in caduta libera e il no detto dagli elettori alla sua concezione di federalismo autoritario potrebbe essere la mazzata definitiva. Personalmente, me lo auguro.
Sono autonomista dagli anni del dopo terremoto, praticamente una trentina, quindi ben prima che venisse fuori la Lega con le sue padanie e le sue xenofobie. In questi anni ho visto con rammarico molti che la pensavano come me simpatizzare prima, e addirittura aderire poi a un movimento che con l’autonomismo ha poco da spartire.
Non dico che a un certo punto - inizio anni 90 - la Lega non potesse rappresentare un riferimento, un autobus da prendere per portare la battaglia autonomista nei palazzi romani. Il guaio è che su quell’autobus, c’è anche salito più di qualcuno che a Roma voleva semplicemente portare le proprie chiappe per sistemarle in una bella poltroncina cremisi. In ogni caso, è arrivato il momento di scendere. Abbiamo visto dove ha portato il Friuli, il pulmino verde della Lega.
In teoria avremmo dovuto contare di più, ma nemmeno quando le condizioni erano l’ideale per far valere i nostri interessi - un governo di centro destra qui e uno di centro destra a Roma - sono riusciti a portare a casa qualcosa. Per non parlare dello squallido spettacolo offerto in occasione delle recenti elezioni politiche quando, per decidere chi candidare in Friuli, i leghisti nostrani hanno fatto su e giù da Milano con il cappello in mano non so quante volte.
Ma queste sono piccinerie imputabili al materiale umano non eccelso. In realtà, tra autonomismo e leghismo ci sono motivi di distanza ben più seri.
Dal punto di vista ideologico, l’autonomismo è fondamentalmente democratico e policentrico: non è certo un caso che i movimenti autonomisti di Val d’Aosta e Trentino Alto Adige siano schierati nel centrosinistra. Il leghismo è tendenzialmente autoritario e lombardocentrico, come dimostra non solo e non tanto la recente riforma costituzionale, ma soprattutto l’atteggiamento prevaricatore tenuto nei confronti delle minoranze. Dal punto di vista dell’autonomismo friulano, che vantaggio ci sarebbe nell’andare a leccare i piedi a Milano invece che a Roma? A riprova di questo centralismo di risulta, l’ultima proposta di Bossi e Berlusconi, che ipotizzano la fusione di Lombardia e Veneto: e noi che cosa dovremmo fare, aggregarci da parenti poveri?
Ma, si dice, la Lega è federalista e con il federalismo ogni regione è padrona a casa sua. Col cavolo. Dipende dal tipo di federalismo. Con il federalismo spezzatino proposto dalla Lega i più ricchi diventano più ricchi e i più poveri si grattano. Mi sapete dire che cosa succederebbe con un federalismo all’italiana fatto da due o tre gattoni e tanti piccoli topolini?
Purtroppo per loro, molti degli autonomisti friulani hanno commesso l’errore di identificare il mezzo con il fine. Il fine dell’autonomismo è la difesa e lo sviluppo di un’identità, il federalismo rappresenta soltanto uno dei mezzi. E non è detto che sia sempre quello giusto.