Buonasera a tutti i convitati,
vi ricordate di quando Fausto Bertinotti diceva no alla guerra senza "se" e senza "ma"? E vi ricordate di quando ruppe definitivamente con gli ulivisti in occasione della missione in Kosovo?
A quei tempi il compagno Fausto era convinto che non si potesse portare la pace con gli eserciti, era convinto che non esistessero "guerre umanitarie".
Poi si è accorto, bontà sua, che governare è cosa assai diversa dall'opporsi, ha rivendicato la presidenza della Camera e c'ha preso gusto, forse non pensava che lo scranno gli sarebbe piaciuto così tanto, perché quando il potere non lo si è mai assaggiato è difficile capire che nessuno è davvero al sicuro dalla sua fascinazione.
Una volta un monsignore, mi pare si trattasse del brasiliano Helder Camara, il cosiddetto Vescovo delle favelas, disse che chi dà del pane a chi non ne ha viene acclamato come santo, mentre chi chiedeva le ragioni per cui ci sono tante persone senza pane veniva chiamato comunista.
Quel monsignore aveva in mente il comunismo nel senso etimologico del termine, quello che piaceva anche a Gesù: il vivere al servizio della comunità. Per Bertinotti, invece, ben vengano le persone che non hanno il pane: sono potenziali elettori di Rifondazione Comunista, ben vengano i poveri, purché votino PRC.