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  1. #1
    14/05/48 Schiavi di Sion
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    Predefinito 700.000 uomini, donne e bambini abbandonati

    da Avvenire

    LO SCONTRO IN MEDIORIENTE
    Si aggrava la situazione nei territori: dopo i bombardamenti dell’altra notte, 700mila persone sono senza elettricità, necessaria anche a fare funzionare le pompe dell’acqua
    Truppe israeliane a Gaza
    «Rapito un terzo colono»
    I blindati rioccupano una parte della Striscia. Hamas: pronti a uno scambio di prigionieriCaccia con la stella di David sulla casa del presidente siriano Assad: spari della contraerea. Nel mirino Meshaal, in esilio a Damasco e ritenuto l’ideatore dei sequestri
    Di Barbara Uglietti
    L'operazione è iniziata nella notte con il bombardamento di una centrale elettrica. Buio pressoché totale a Gaza. Poi altri raid aerei hanno colpito tre ponti nella Striscia. Poi i tank si sono messi in marcia sul confine Sud, nella zona di Rafah e Khan Yunis. Si sono fatti strada per circa due chilometri dentro il territorio palestinese, sono arrivati all'aeroporto in disuso di Dahaniyeh. E si sono fermati. «Non abbiamo nessuna intenzione di rioccupare Gaza», ha detto il premier israeliano Ehud Olmert. L'obiettivo dell'operazione "Pioggia d'estate", la prima dal ritiro da Gaza dell'agosto 2005, è solo uno: liberare il soldato Ghilad Shalit, 19 anni, rapito domenica dai miliziani e tenuto in ostaggio da qualche parte nella Striscia. A sud, pensano gli israeliani, che per questo hanno preso il controllo di tutta l'area di Rafah: per evitare che il giovane venga portato fuori da Gaza. Ma una vasta incursione è imminente anche a Nord, nelle cittadine di Beit Lahya e di Beit Hanun: l'esercito ha invitato la popolazione a lasciare le proprie case. L'operazione durerà a lungo, ha avvertito Olmert: «È molto vasta, rivogliamo il soldato vivo, sano e integro. E non esiteremo a compiere mosse estreme pur di raggiungere questo obiettivo». La Casa Bianca ha dato il suo appoggio: «Israele ha il diritto di difendersi», ha detto il portavoce Tony Snow. «Ma non devono colpire i civili», ha aggiunto. In realtà, il governo israeliano sembra intenzionato a lasciare ancora qualche margine di trattativa. La Francia (il soldato ha anche cittadinanza francese), gli Stati Uniti e l'Egitto stanno lavorando in questo senso. «Il soldato è vivo e sta bene», ha detto il rappresentante della Palestina in Francia Hind Khury. E i carri armati, per ora, non hanno provocato vittime a Gaza. I raid nemmeno: diversi missili sono stati lanciati dagli F16 israeliani contro postazioni di addestramento dei miliziani di Hamas nel Sud della Striscia, ma non ci sarebbero né morti né feriti. Mentre è stato su bito precisato che sono state causate da un incidente le due vittime registrate a Khan Yunis: un giovane di 23 anni e una bimba di un anno uccisi dall'esplosione accidentale di un ordigno. Il presidente palestinese Abu Mazen ha severamente criticato l'«aggressione israeliana», definendola «un crimine contro l'umanità e una punizione collettiva» per tutta la popolazione. Bloccata nella Striscia, ha sottolineato, senza elettricità proprio in questi giorni di grande caldo. La gente è esasperata: 700mila persone sono senza luce, e quindi senza acqua, perché l'interruzione della corrente ha bloccato le pompe con le quali a Gaza sono soliti riempire i serbatoi sopra i tetti delle case. Il governo di Hamas ha parlato di «follia militare ingiustificata» e avvertito che l'offensiva potrebbe avere «conseguenze pesanti». Ma i dirigenti palestinesi sanno di doversi muovere con grande cautela. Ogni passo falso potrebbe costare loro moltissimo. Nasser Addin el-Shaer, vice-premier del governo dell'Anp, ed esponente di Hamas, ha rivolto un appello al Vaticano perché intervenga «per fermare l'aggressione israeliana contro civili palestinesi». Il governo di Hamas è tornato a negare ogni coinvolgimento con il rapimento del soldato. Ma per la prima volta si è inserito nella trattativa, proponendo uno scambio di prigionieri. Forse con Marwan Barghouti, il leader di al-Fatah in carcere in Israele, dicono nella Striscia. «È naturale e logico fare uno scambio: è già stato fatto dal governo israeliano con gli Hezbollah e con l'Olp», si legge in un comunicato del ministero dell'Informazione. Ma intanto si complicano le cose su altri due "fronti". La Cisgiordania innanzitutto. I Comitati di resistenza popolare (Crp), uno dei tre gruppi che hanno rivendicato il sequestro del militare, hanno confermato l'altro rapimento, quello di un giovane colono preso tre giorni fa vicino a Ramallah. Si chiama Eliahu Pinchas Asheri, ha 18 anni. A Gaza, un miliziano del Crp ha mostrato la fotocopia della sua carta di identità, minacciando di uccidere il ragazzo se non verrà fermata l'offensiva nella Striscia. I militari israeliani sono entrati a Ramallah e in alcuni villaggi vicini per cercare il giovane. Mentre si diffondeva la notizia di un terzo sequestro, rivendicato dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa (Fatah): quello di un uomo di 60 anni, di Rishon le Zion, a Sud di Tel Aviv. Infine la questione Siria. La più sensibile. Per gli israeliani Khaled Meshaal, il leader di Hamas in esilio a Damasco, è il primo responsabile dell'agguato di domenica al valico di Kerem Shalom, dove i miliziani hanno rapito il soldato. «È nel nostro mirino. È un bersaglio», ha ripetuto ieri il ministro della Giustizia Haim Ramon. Mentre il ministro della Sicurezza pubblica Avi Dichter lanciava un "messaggio" alle autorità siriane: «Conoscono molto bene i luoghi a Damasco dove si trovano i leader e i quartieri generali i Hamas e Jihad», ha detto. Per "precisare" meglio il concetto, quattro aerei da combattimento dell'aviazione israeliana hanno sorvolato la residenza del presidente siriano Bashar el-Assad, infrangendo la barriera del suono. La contraerea siriana ha risposto aprendo il fuoco contro i caccia. Uno scambio di avvertimenti piuttosto chiaro. E anche molto pericoloso.

  2. #2
    14/05/48 Schiavi di Sion
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    E non e' la penna di Blondet...

    Peraltro di fronte a questa aggressione si e' parlato di... "sequestri".

    Che nostalgia abbiamo gia' di Sodano, tanta nostalgia per il Sodano che di petto gestiva queste situazioni.


    Sul fronte italiano almeno non abbiamo piu' certi ministri degli esteri visti fino a poco tempo fa, per fortuna in Italia si torna a somigliare alle posizioni francesi.

  3. #3
    14/05/48 Schiavi di Sion
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    Non credo sia difficile aprire una discussione sugli avvenimenti.

    Ma basata non sul silenzio pilotato dalla censura.

 

 

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