In Gran Bretagna, nonostante la l'apertura ai musulmani, si ottiene un atteggiamento di ostilità diffusa. Lo rivela uno studio. Dì la tua
di Orpheus
È il Londonistan il centro dell'odio anti- Occidente
Come amare, non riamati. L'Inghilterra è uno dei paesi più tolleranti nei confronti degli immigrati di religione e cultura islamica, ma a quanto pare non riesce a suscitare verso i suoi ospiti gli stessi sentimenti. La circostanza si ripete anche in altri stati europei: nonostante la tolleranza e l'apertura ai musulmani, si ottiene un atteggiamento di ostilità diffusa. Considerazioni di questo tipo non nascono da una lettura ideologica, ma dai dati - resi pubblici ieri - riportati da uno studio del Pew Global Attitude Project, un'organizzazione non profit indipendente con sede a Washington. L'Ong ha realizzato un sondaggio tra il 31 marzo ed il 14 maggio scorsi su un campione di quattordicimila persone in tredici diversi paesi, ( Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna, Turchia, Russia, Egitto, Nigeria, Giordania, Pakistan, India e Indonesia). Dal rapporto emergono una serie di dati inquietanti.
Intanto, che le opinioni pubbliche occidentali e quelle dei paesi di cultura islamica si pronunciano in modo pressoché opposto riguardo a fatti di attualità. Di conseguenza, le relazioni fra i due mondi sono a dir poco pessime.
Gli occidentali interpellati in merito hanno dimostrato di considerare i musulmani fanatici e intolleranti. Non solo, ma risultano molto più scettici dei cittadini di paesi a maggioranza islamica sulla possibilità di instaurare regimi democratici inquesti stati. I musulmani, dal canto loro, hanno fatto sapere di vedere gli occidentali come dei veri e propri abitanti di Babilonia: corrotti, responsabili del malessere e del sottosviluppo di tante delle loro nazioni, irrispettosi nei confronti delle donne e via di questo passo. I segnali incoraggianti riguardano la flebile apertura che arriva da alcuni immigrati praticanti rispetto alle regole di convivenza democratica. Alcuni degli intervistati hanno rivelato di considerarle come sovraordinate alla morale religiosa. Inoltre, c'è di buono che in diversi paesi islamici il supporto alle azioni violente e al terrorismo è in calo. Specie nei territori più a contatto con la morale e i costumi propri dell'Occidente, come la Giordania.
I dati preoccupanti, tuttavia, lo sono in maniera davvero considerevole. Tanti musulmani che risiedono in territorio europeo sembrano covare rancore nei confronti dei loro vicini infedeli. In paesi come l'Inghilterra, per dirne una, gli attacchi kamikaze vengono considerati ammissibili " in certi casi" dal il 15% dei musulmani. In Francia e Spagna la stessa cosa avviene per il 16% degli islamici. In Germania " solo" per il 7%. Della situazione s'è accorto perfino il quotidiano progressista Guardian, che ha dedicato un'apertura allarmata alla notizia riportando i risultati del sondaggio. Meno lungimirante è apparso invece il solito Economist, che nell'ultimo numero sfoggia una copertina dedicata ai musulmani d'Europa con tanto di mezzaluna svettante sulla tour Eiffel. E dire che di avvisaglie in terra britannica ce n'erano state. Come se non bastassero gli attenti alla metropolitana di Londra, l'anno scorso un altro sondaggio, realizzato questa volta dal Daily Telegraph, ha rivelato che il 40% dei musulmani inglesi gradirebbe vivere in uno stato teocratico, con tanto di Sharia vigente. Da qui si potrebbe sviluppare una seria riflessione su temi come l'immigrazione o il tanto declamato ( e poco affrontato) " scontro di civiltà". Considerata però la consueta lungimiranza liberal di certe amministrazioni, c'è da credere che anche questa volta studi e dati verranno presi sottogamba. Si concentrerà l'attenzione su quell'area di cultura islamica che rimane disponibile - a parole - al dialogo e al confronto ( come ha fatto parte della stampa anglofona), dimenticando che resistono grosse fette intolleranti. Le quali, guarda caso, risiedono tutte nei paesi europei.
FRANCESCO BORGONOVO-Libero
Le grosse fette d'intolleranti che risiedono nei paesi europei sono dovute al fatto che questi musulmani sono a diretto contatto con noi, con le nostre abitudini da "Sodoma e Gomorra" assolutamente inaccettabili per il loro credo.
Noi ci diamo tanto da fare per favorire un' integrazione che loro NON vogliono perchè siamo corrotti, responsabili di tutti i mali dei loro paesi, irrispettosi nei confronti delle donne, e al tempo stesso inetti senza spina dorsale ecc.
La loro religione non concede nessuna apertura ad un vero e proficuo dialogo fra culture.
Possiamo accettare di considerare la nostra LIBERTA' acquisita nei secoli come CORRUZIONE?
Possiamo interpretere come RISPETTO, le angherie, le violenze e la totale sottomissione alle quali sono assoggettate le donne islamiche?
Lo chiamano "rispetto" loro, e gli uomini occidentali sono visti come inetti perché non impongono questo "rispetto" alle loro donne con botte e frustate. Infine i paesi islamici galleggiano sull'oro nero, le loro popolazioni però sono in balia di regimi dittatatoriali e teocratici, sono tenute nell'ignoranza e nella povertà, sono perseguitate e ogni anelito di libertà viene soffocato nel sangue. Ahmadinejad é un buon esempio, ma anche Saddam lo era. E' più facile scaricare le proprie colpe sugli altri che far un bell'esame di coscienza: non ci potrà mai essere benessere per il popolo se non c'è democrazia e la democrazia é una lotta che va intrapresa dai popoli stessi, ma il primo passo é liberarsi del fanatismo religioso che rende schiavi più di qualsiasi regime.
Orpheus
tratto da: Orpheus.ilcannocchiale.it
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Per certi versi...come dare torto ai maomettani londinesi?