PECHINO -- In un momento estremamente delicato dei rapporti tra Cina e Stati uniti sulla vendita di armi americane a Taiwan, un giornale taiwanese ha tentato ieri di alzare il tono delle polemiche annunciando che un battello militare cinese si è avvicinato a un porto dell’isola.
Lo United Evening News, un giornale vicino all’opposizione, ha scritto che il 27 gennaio un sottomarino è stato scoperto a circa 24 miglia marine dal porto meridionale di Kaohsiung. Questo si è poi subito allontanato con l’intervento delle navi taiwanesi.
Il ministero della difesa di Taiwan, isola indipendente di fatto ma formalmente parte di un’unica Cina, non ha voluto commentare la notizia e Pechino l’ha smentita.
Forze cinesi, taiwanesi e americane compiono ogni anno centinaia di missioni di controllo e sorveglianza l’uno verso l’altro, quindi la presenza di un sottomarino cinese al largo di Kaohsiung è certo possibile. Più importante è però che l’episodio sia stato rivelato proprio all’indomani della dura reazione di Pechino.
L’opinione pubblica dell’isola è estremamente divisa rispetto ai rapporti con la Cina. Una parte, vicina al partito democratico progressista (Dpp), vorrebbe legami più tenui con il continente cinese; un’altra, vicina al partito nazionalista (Kmt) al potere con il presidente Ma Ying-jiu, sta conducendo un dialogo sempre più intenso con Pechino.
In realtà il Kmt pur volendo acquistare le armi americane non vuole fare esplodere la tensione con la Cina, e da questo viene il silenzio del ministero della difesa, peraltro uno dei gruppi di potere più favorevoli ai colloqui con Pechino.
Dall’altra parte dello stretto poi ieri i giornali cinesi sono apparsi molto attenti.
Il giornale Tempi Globali, di solito molto nazionalista, ieri aveva organizzato un blog in inglese in cui chiedeva il parere di stranieri sul tema: “la Cina dovrebbe vendicarsi per la vendita di armi a Taiwan?” La creazione stessa di un blog internazionale su un preblema così delicato indica la volontà del quotidiano di non infuocare troppo gli animi.
L’ufficialissimo Quotidiano del popolo invece riportava la notizia ma non dava commenti. Inoltre accanto alla storia della vendita di armi metteva un articolo in cui il dirigente di una banca americana sosteneva che la Cina dà ora il maggiore contributo alla crescita economica degli Usa.
Al quotidiano in inglese China Daily era affidato il compito di fare il duro. Un commento firmato prometteva che “da oggi in poi gli Usa non potranno più aspettarsi la cooperazione cinese su un ampio spettro di questioni regionali e internazionali. Se tu non ti curi dei nostri interessi, perché noi dovremmo curarci dei tuoi?”
Ma un commento dell’agenzia ufficiale Nuova Cina pur ribadendo l’offesa per la vendita di armi era molto più attento a non bruciare i ponti.
“Nonostante tutto negli ultimi 30 anni i rapporti tra Cina e Usa hanno continuato a migliorare, gli interessi comuni e la cooperazione tra i due paesi si sono sempre allargati – scriveva l’agenzia – Questo non ha portato solo benefici ai due popoli ma ha anche contribuito alla pace e lo sviluppo mondiale. Ovviamente l’attuale buona situazione nelle relazioni tra Cina e Usa è il risultato di uno sforzo non facile ed entrambe le nazioni hanno bisogno di prestarci una cura speciale.”
In altre parole Pechino manda a dire che non è certo successo l’irreparabile ma la palla è adesso nel campo americano per riportare le cose in ordine altrimenti in una serie di partite in Asia, da quella iraniana, a quella afghana, a quella nordcoreana la Cina si tirerà indietro.
In questo ritiro cinese sperano forze ora di opposizione a Taiwan che soffiano sul fuoco della tensione per smentire la politica conciliatoria dell’attuale presidente Ma e vincere le prossime elezioni fra un anno.
"Sub cinese a Taipei!" - LASTAMPA.it