La legge dell’assicurazione obbligatoria è una garanzia:


oggi guadagnamo noi , ma domani perdete voi!

Forse a qualcuno il famigerato secondo pilastro sta per cadere in testa. Questo marchingegno pensionistico è stato ideato per due motivi: per evitare di creare un pensione decente uguale per tutti e per ingrassare le assicurazioni.

E siccome il popolo è bue ma non sempre gonzo, il secondo pilastro di pastafrolla è stato reso obbligatorio. Diversamente i più svegli non avrebbero mai aderito.

Questa bidonata del secondo pilastro è uno degli esempi migliori di cos’è oggi la società statalplutocratica: una società in cui il cittadino ormai è in qualche modo obbligato ad arricchire i capitalisti. Il lettore non creda con questo che questa osservazione preluda alla solita tirata contro il capitalismo: il capitalismo è a nostro avviso un male necessario, ci deve essere e c’è sempre stato salvo nei paesi comunisti con risultati catastrofici, ma va limitato in nome dei superiori interessi nazionali. In Svizzera tuttavia ci sono casi, purtroppo sempre più numerosi, in cui capitalismo significa prelevar soldi dallo stato o dalla comunità, pagare stipendi da nababbi a manager inefficienti e scaricare i costi degli eventuali fallimenti sui cittadini.

Ricordate la Swissair? E la SSR, la RTSI? Capitalismo misto: voi pagate noi spendiamo. Giochino non molto diverso, anche se più astuto , negli appalti.

Ma torniamo al secondo pilastro.

Il Consiglio federale ha infatti annunciato l'intenzione di portare il tasso di conversione, che ora è al 7,1% per gli uomini e 7,2% per le donne, al 6,4% dal 2011





Ciò significa che per un capitale accumulato di 100'000 franchi la rendita passerebbe da 7100 franchi (o 7200 per le donne) a 6400. Nel contempo il tasso di interesse minimo sugli averi vecchiaia è ancora solo del 2,5%. Per 18 anni fino al 2003 era rimasto invariato al 4%. Così per effetto della combinazione dei due fattori risulta una forte contrazione delle rendite per i futuri pensionati, rispetto alla situazione antecedente il 2003. Un 55enne con un capitale nella previdenza professionale di 250'000 franchi e un salario assicurato di 120'000 franchi, uscendo dall'attività professionale a 65 anni si vedrebbe ridotta la pensione di un quarto, a situazione invariata per il resto del tempo lavorativo.





Per un 25enne a inzio della sua attività professionale e con un salario assicurato di 51'600 franchi, i due fattori si tradurrebbero, a condizioni invariate nella vita professionale, in una rendita tagliata di un terzo rispetto alla situazione che regnava prima del 2003.

L'impatto sulle pensioni della diminuzione del tasso di interesse sul capitale vecchiaia è molto più forte rispetto al taglio del tasso di conversione. Quest'ultimo provoca una decurtazione di quasi il 10%.

Queste le ultime notizie, poco allegre per chi puntava sul secondo pilastro.

Il punto dolente della questione è però un altro. E’ l’obbligatorietà del secondo pilastro ad essere una vera truffa.

Che si riassume così: i benefici promessi dalle casse pensioni sono decurtati quando il mercato azionario va male e il rendimento minimo non è conseguito, ma non sono ristabiliti quando il mercato migliora. La totale mancanza di trasparenza delle casse pensioni fa sì che questa periodica erosione del secondo pilastro passi quasi inosservata

In altre parole se le cose vanno bene gli assicuratori incamerano somme gigantesche, se vanno male piangono miseria e non vogliono mantenere i patti, magari perché quei delinquenti degli assicurati hanno la faccia tosta di continuare a vivere e quindi pretendere la loro principesca pensione.

Cosa fanno allora i nostri eroi? Vanno al Consiglio federale e chiedono di potere diminuire le rendite. Ci riescono sempre e ci sono riusciti anche stavolta. Perché, come ha scritto Werner Hug, esperto in materia di assicurazioni, la lobby degli assicuratori presso il governo è forte mentre i pensionati non contano niente.

Questa la morale della favola: con il secondo pilastro i lavoratori sono obbligati ad ingrassare gli assicuratori. Questo si chiama secondo loro “liberismo”, se non avevate capito. Per noi ha un altro nome.