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  1. #11
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Citazione Originariamente Scritto da Dodo88 Visualizza Messaggio
    perché in realtà "la UE" non è "contro la pena di morte".
    esistono i vari governi nazionali, fra i quali ce ne sarà qualcuno che ha chiesto di inserire quella clausola per non dover modificare le leggi nazionali.



    e ti stupisci? pensare diversamente sarebbe come aspettarsi che 27 interisti fondino un'associazione e ne nasca uno Juve Club...
    No, infatti non mi stupisco più di nulla.
    C'è da dire che questa UE sembra sempre di più una azienda.

  2. #12
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    Cioè si applica solo se la nazione interessata la prevede nei casi straordinari?
    si

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    Ma allora se la UE è contro la pena di morte, perchè concede alle singole nazioni che questa venga applicata nei casi straordinari sopra citati
    Come ha già spiegato Dodo88 in altri termini la "UE" non può "concedere" niente, perchè non è un'entità autonoma dagli stati, non ha un governo a sè stante che può dettar legge agli stati: il governo UE è un'assmblea dei capi di governo degli stati, che si dettano legge da soli concordandola in votazioni all'unanimità o maggioranza, insieme anche al Parlamento europeo.
    In questo caso hanno concordato nel trattato che là dov'è ancora rimasta si mantenga la possibilità di pena di morte negli ordinamenti militari, anche se de facto non viene più applicata da nessuno.

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    No, infatti non mi stupisco più di nulla.
    C'è veramente poco da stupirsi: l'UE è la somma dei suoi stati, che essendo tutti capitalisti di certo non vanno a cambiare sistema economico per il solo fatto di coordinarsi a livello sovranazionale.
    Ultima modifica di ART; 24-01-10 alle 04:56

  3. #13
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Citazione Originariamente Scritto da WalterA Visualizza Messaggio
    Nemmeno il regno unito?
    Neppure lui... l'abolizione TOTALE e' del 2003...
    Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".

    Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".

  4. #14
    Et placata sic ira divina
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    se nessun stato ce l'ha, che senso ha avuto allora inserire quella parte?

    per la Turchia forse?

  5. #15
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Citazione Originariamente Scritto da Indrid Cold Visualizza Messaggio
    se nessun stato ce l'ha, che senso ha avuto allora inserire quella parte?

    per la Turchia forse?
    repapelle:

    carlomartello

  6. #16
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Citazione Originariamente Scritto da Indrid Cold Visualizza Messaggio
    se nessun stato ce l'ha, che senso ha avuto allora inserire quella parte?

    per la Turchia forse?
    perchè come dicevo la lettonia ha ancora in vigore una legge che permette di comminare la pena di morte durante periodi di guerra o a rischio di guerra per crimini particolarmente efferati, anche in questo caso sono esclusi dalla possibilita di condanna alla pena capitale sia le donne che i minorenni

    Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".

    Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".

  7. #17
    ex unalei
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    ecco cosa recita il "TRATTATO" sul tema in questione :

    Articolo 2 - Pena di morte in tempo di guerra

    Uno Stato può prevedere nella sua legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra; tale pena sarà applicata solo nei casi previsti da questa legislazione e conformemente alle sue disposizioni.
    Lo Stato comunicherà al Segretario Generale del Consiglio d'Europa le disposizioni rilevanti della legislazione in questione.

    Articolo 2 - Diritto alla vita

    1. Il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge.
    Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il delitto è punito dalla legge con tale pena.

    2. La morte non si considera inflitta in violazione di questo articolo quando risulta da un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario:

    1. per assicurare la difesa di ogni persona dalla violenza illegale;

    2. per eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta;

    3. per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o una insurrezione.

  8. #18
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    ...scritto e pensato seguendo pari pari la legge lettone direi
    Matsudaira Izu no Kami disse al Maestro Mizuno Kenmotsu: "Voi siete un uomo di grande valore, peccato siate così basso".

    Kenmotsu gli rispose: "E' vero. A volte in questo mondo non tutto va come si desidera. Ora, se io vi tagliassi la testa e l'attaccassi sotto i miei piedi, sarei più alto. Ma è qualcosa che non si potrebbe fare".

  9. #19
    .
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Il Grande inganno: da Maastricht a Lisbona
    di Solange Manfredi – tratto da Paolo Franceschetti

    Premessa
    Nel corso di questi anni ho scritto diversi articoli sottolineando alcune sentenze o leggi che, a mio parere, presentavano diverse anomalie:
    violazioni costituzionali nell'esercizio della politica monetaria;
    attentato agli organi costituzionali;
    La costituzione inesistente, abbiamo perso tutto;
    Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l'Italia ha perso la tutela dei diritti umani.

    Non riuscivo a spiegarmi, allora, perché questi fatti non venissero segnalati, commentati e, soprattutto, perché i media tacessero la “pericolosità” di quanto stava accadendo.
    Oggi, probabilmente, ho capito il perché di quell’assordante silenzio.
    Quella che vi sto per raccontare è la storia di un grande inganno, un inganno che parte da lontano, sin dalla fine della seconda guerra mondiale.
    E’ la storia di un progetto (eversivo???) che vuole l’Europa governata da una oligarchia.
    Poiché il progetto subisce, nel 1992, un’importante accelerazione, è da tale anno che inizieremo a raccontare questa storia.

    Maastricht
    Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici.
    Passano pochi giorni ed ecco un’altra data cruciale, il 7 febbraio 1992. In questa data avvengono due fatti estremamente importanti per la realizzazione del progetto:
    viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro;

    Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi.
    I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne subiscono le conseguenze e quando si domandano “perchè”, ogni volta viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo.

    I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il Decreto Ministeriale numero 561, pone il segreto su:
    “articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…;
    d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea;
    e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea…
    Articolo 3. a ) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”.

    Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica monetaria.

    Il 1 gennaio 2002 l’Italia ed altri Paesi europei (non tutti) adottano come moneta l’uro. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che, invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo.

    Il 4 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di partecipazione alla Banca d’Italia. Si scopre così, per la prima volta (le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano riservate) che l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione dell’articolo 3 del suo statuto (“In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo, Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS.

    Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione degli istituti di credito voluta con la legge numero 35/1992 Amato- Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito seguire la legge 82/1992, che dava facoltà alla Banca d’Italia di decidere autonomamente il costo del denaro.
    In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori.
    Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia.

    Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza 2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito monetario.
    Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in evidenza:

    Per quanto concerne la Banca d’Italia:
    come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato;
    come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare;
    come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro.

    Per quanto concerne la BCE:
    come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte;
    come, ex articolo 107 del Trattato di Maastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea.
    come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale;
    come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro.

    In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca d’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale).

    Così facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione:
    L’articolo 1 che recita: “... La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati;
    L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

    L’articolo 11 della Costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale.
    Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.
    Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli:
    241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.
    283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.

    I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE , anche esterno allo Stato. Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a giudizio per questi gravi reati dura poco. Per una strana coincidenza, a soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia, nell’ultima riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 numero 85 dal titolo “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati proprio gli articoli 241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del Paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno ben poco a che vedere.

    Cosa cambia con questa modifica? Nella sostanza le figure di attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti. Se invece si attenta alla Costituzione semplicemente abusando di un potere pubblico non si commette più reato. I politici, dunque, non solo sono salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno abusare del loro potere pubblico violando la Costituzione senza più rischiare assolutamente nulla. Certo, questa modifica priva la nostra repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga.

    Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16.751/2006 della Cassazione a Sezioni Unite, che accoglie il ricorso di Banca d’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle motivazioni si legge: “... al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”.

    In altri termini il giudice non può sindacare come lo Stato esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un danno al cittadino.

    Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto privo di difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua sovranità venga svenduta a soggetti privati. E allora che fare? Al cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla violazione dell’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia? Assolutamente no, anche l’articolo 3 dello Statuto, ovviamente, è stato modificato a dicembre del 2006. Ora non è più necessaria nessuna partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per Statuto.
    La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.

    Lisbona
    I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:

    evitare di far votare la popolazione;
    rendere il testo illeggibile.

    Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla Trattato. Poi, per non far capire al cittadino che nulla è cambiato, rendono il testo illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato:
    l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”;
    il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”;
    il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile... Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”.

    Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora manca solo la ratifica dei vari Stati.
    Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono.
    In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere.
    Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolo 1 e 11 della nostra Costituzione.
    L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.

    Inoltre ha violato l’articolo 11 perché, come abbiano visto: “L’Italia… consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità”.

    Lo Stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese Tony Blair. La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere, sopratutto in ordine alla cosiddetta Clausola di Solidarietà presente nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro “azioni terroristiche” in qualunque altra nazione. Il problema e che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche”. Chi deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra all’Iraq? A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la parola “terrorista” o “azione terroristica”?

    Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività criminale che potrà poi essere coperta con il segreto di Stato, come ha recentemente confermato con la sentenza 106/2009 anche la nostra Corte Costituzionale.

    Ma il dato più allarmante è che con il Trattato di Lisbona viene reintrodotta la pena di morte. Ovviamente tale dicitura non è chiaramente presente nel testo, ma in una noticina a piè pagina (si continua nell’inganno).
    Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).
    La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.

    Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia

    - con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati:
    - nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione;
    - nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce;
    - ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.

    Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare, perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.
    Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)

  10. #20
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    Predefinito Rif: Trattato di Lisbona e pena di morte

    Il classico ammasso di loops mentali paranoidi, ripetuto in continuazione dichiarando in parte il falso e in parte dando opinioni soggettive per realtà certe.
    Per confutare tutto questo basta semplicemente leggere, dedicare un po' di tempo a leggere gli stessi documenti a cui si fa riferimento, che purtroppo sono lunghi dovendo regolare organismi complessi come banche centrali o comunità di stati con tutti i loro organi di governo e coordinamento.
    E' proprio su questo che da sempre gioca principalmente la disinformazione: l'ignoranza. Più si discute di argomenti complessi più è facile cercare d'imbrogliare le carte per secondi fini o questioni ideologiche/elettorali. E' per questo che ripeto sempre che bisognerebbe dicutere pubblicamente MOLTO DI PIU' delle faccende europee... ma ai politici invece fa comodo così, fa comodo che la colpa di quello che non va se la prenda sempre l'indefinito "Bruxelles", i misteriosi "euroburocrati" o i protagonisti dei vari complotti della mitologia nazi-comu-complottista.
    Ultima modifica di ART; 29-01-10 alle 02:41

 

 
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