Originariamente Scritto da
dimecan
Quante probabilità ci sono di essere soli nell'universo?
Al contrario di ciò che pensano in tanti, la mia personale opinione è che la probabilità di essere soli nell'Universo non è affatto bassa. La domanda di Fermi era : se l'Universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante? Se ci sono così tante civiltà evolute, perché non ne abbiamo ancora ricevuto le prove, come trasmissioni radio, sonde o navi spaziali?
basta solo accennare agli step biologici che un qualsiasi organismo unicellulare dovrebbe superare per evolvere fino a diventare un essere senziente. Cercherò quindi di far capire quanto improbabile e casuale sia stata la nostra evoluzione. Eucariogenesi : Se una (piccola) parte della vita sulla Terra è riuscita a superare il livello microscopico nel quale proliferano gli organismi unicellulari, ciò lo si deve ai mitocondri, le "centrali energetiche" delle cellule eucariotiche, grazie ai quali queste ultime hanno potuto diventare molto più grandi e raggiungere quindi il livello macroscopico. Ciò che davvero affascina quando si investiga sulle nostre origini è comprendere fino a che punto l'esistenza di ciascuno di noi (come di ogni altro essere vivente che non sia un microbo) fosse improbabile. La storia dei mitocondri rende molto bene questa idea. Sembra infatti che all'incirca due miliardi di anni fa, nell'oceano primordiale, un archèo (organismo procariota differente dai batteri) sia stato inglobato accidentalmente all'interno di un eubatterio; dall'unione dei loro metabolismi, e dopo milioni di replicazioni, quest'ultimo finì per trasformarsi nell'organello cellulare odierno - il mitocondrio, appunto - che produce e fornisce energia alla cellula eucariotica. Senza tale singolo evento, dalle probabilità infinitesimali, oggigiorno il nostro pianeta sarebbe popolato da nient'altro che "pellicole" batteriche. Basti pensare che, nonostante il numero incalcolabile di interazioni avvenute fra gli organismi unicellulari vissuti sulla Terra nel corso degli ultimi 3,7 miliardi di anni, solo una di queste ha creato di fatto la cellula primigenia da cui ha avuto origine il dominio degli eucarioti (animali, piante, funghi ecc.) e quindi la vita complessa.
Multicellularità. Anche la multicellularità non ha beneficiato di alcuna spinta evolutiva. In realtà non si conosce ancora la causa prima che ha portato alla formazione di organismi pluricellulari, ma si ritiene che degli improvvisi mutamenti climatici abbiano plasmato l'ambiente a tal punto da favorire la comparsa di organismi più grandi e più complessi. Una volta raggiunto questo stadio, la vita sulla Terra ha rischiato più volte di capitolare di fronte a ben 5 colossali estinzioni di massa, le più catastrofiche delle quali (nel Permiano 250 milioni di anni fa e nel Cretaceo 65 milioni di anni fa) hanno rischiato seriamente di mettere la parola FINE alla parabola della vita sul nostro pianeta.
Autoconsapevolezza e civiltà. La comparsa dell'uomo, con la sua capacità di pensare e di esprimersi tramite il linguaggio, è stata tutt'altro che inevitabile in quanto frutto anch'essa di cambiamenti legati ai mutamenti climatici; una volta apparsi sul pianeta, siamo stati a nostra volta sull'orlo dell'estinzione quando, 100.000 anni fa circa, un'epidemia infettiva ridusse la popolazione mondiale a poche migliaia di individui, che riuscirono a salvarsi e a perpetuare nuovamente la specie grazie ad una mutazione genetica che li rese immuni a determinati patogeni. L'intelligenza dell'Homo Sapiens, acquisita dopo milioni di anni di evoluzione, è stata plasmata in risposta ad una serie di eventi del tutto casuali; non era scritto da nessuna parte che le prime scimmie parlanti di 350.000 anni fa sarebbero un giorno arrivate nello Spazio… Di tutto ciò che è accaduto nella (breve) storia umana, nulla è da considerarsi scontato o ineluttabile. Siamo stati solo incredibilmente fortunati! Dovremmo ricordarcelo sempre, a maggior ragione quando si tratta di valutare i rischi derivanti da potenziali conflitti nucleari o dagli incalzanti mutamenti climatici in corso. Eventuali forme di vita complessa sviluppatesi su altri pianeti potrebbero infatti non essere state altrettanto fortunate ed essere state spazzate via da una qualsivoglia calamità naturale prima ancora di poter raggiungere una parvenza di civiltà; o potrebbero anche esistere da milioni di anni e non essersi mai evolute fino a sviluppare una vera e propria coscienza di sé, per via di contingenze climatiche e/o ambientali negative o semplicemente differenti da quelle che hanno contraddistinto l'evoluzione umana. Pensiamo a cosa (non) sarebbe successo se l'asteroide del Cretaceo non fosse mai caduto sulla Terra: i mammiferi non avrebbero mai potuto uscire allo scoperto e i dinosauri avrebbero continuato a dominare incontrastati per chissà quanto tempo ancora. Ovviamente non sapremo mai se i mammiferi sarebbero riusciti comunque ad emergere un giorno, ma in ogni caso l'evoluzione avrebbe seguito certamente un'altra strada. Gli esempi di storie alternative a quella che ha favorito la nostra evoluzione si sprecano. Nonostante l'immaginario collettivo sia stato perennemente nutrito di suggestioni circa la possibilità che esista vita extraterrestre e che gli alieni debbano essere viaggiatori interstellari in possesso di tecnologie futuristiche e astronavi gigantesche, tali suggestioni sarebbero in realtà da confinare nella categoria degli azzardi mentali. Buone solo per sviluppare trame di un racconto o film di fantascienza.
Se dovessi dare una risposta razionale, direi pertanto che molto probabilmente nella nostra galassia non vi sono altre civiltà. Allargando il discorso all'intero Universo e ponendo il caso che ci siano altre (ma non troppe) forme di vita intelligente disperse tra le centinaia di miliardi di galassie che popolano l'Universo osservabile, non riusciremmo comunque a sapere mai della loro esistenza (come loro della nostra) per via delle immani distanze che ci separano. È un po' triste, lo so, ma finché non capteremo un segnale radio inconfutabilmente alieno - e non penso accadrà mai - dovremo continuare a considerarci gli unici fortunati che hanno la possibilità di farsi domande sulle proprie origini e sul proprio ruolo nel cosmo.