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  1. #11
    Bianca Zucchero
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    Beh ci vado per evitare di essere ammorbata da certi imbeciilli.
    Sentire Salvati, Lerner, la Sbarbati, Berselli, Bachelet (ovazionato perché applaudito a lungo per aver detto di rischiare, chi crede alla nascita del Partito Democratico, di far la fine dei fidanzati cornuti) che la pensano come me è un piacere....
    Grande Sbarbati, alla fine, applauditissima....
    Mica mi posso abrutire con gente come voi tutti i giorni.
    No, a proposito di palle, D'Alema non c'era, non ne avrebbe mai di sufficienti per presentarsi in una assemblea dove non gli dicono come sei grande come sei bello!
    Da quor di leone, insomma, si dà, in occasioni come queste....

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Bianca Zucchero
    Beh ci vado per evitare di essere ammorbata da certi imbeciilli.
    Sentire Salvati, Lerner, la Sbarbati, Berselli, Bachelet (ovazionato perché applaudito a lungo per aver detto di rischiare, chi crede alla nascita del Partito Democratico, di far la fine dei fidanzati cornuti) che la pensano come me è un piacere....
    Grande Sbarbati, alla fine, applauditissima....
    Mica mi posso abrutire con gente come voi tutti i giorni.
    No, a proposito di palle, D'Alema non c'era, non ne avrebbe mai di sufficienti per presentarsi in una assemblea dove non gli dicono come sei grande come sei bello!
    Da quor di leone, insomma, si dà, in occasioni come queste....
    Questo è un intervento apprezzabile, era ora...

  3. #13
    Bianca Zucchero
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    Citazione Originariamente Scritto da Zadig
    Questo è un intervento apprezzabile, era ora...

    Davvero significativo che riguardo ad un convegno di ci hanno parlato tutti e riempie pagine di giornali rispetto a qualcosa che come ha detto Veltroni sconvolgerà il panorama politico italiano questi siano i commenti.
    Che bello avere continue conferme...

  4. #14
    Bianca Zucchero
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    E meno male che c'è stato Giovanni bachelet di Giustizia Democrazia e giustizia perché se dovevo valutare da Gregorio Gitti, che si faceva istruire da Fassino su come doveva andare il convegno e sul cosa dire o meno e come dirlo (stavano discutendone proprio vicino a dove ero seduta io) ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Mi domandavo come mai qui fossero venuti tutti i leaders politici e al Quirino, al convegno organizzato da Santagata da "incontriamoci.romanoprodi.it" no. Facile, facile, da quor di leoni quali sono, ad un convegno di una organizzazione fondata da Lerner, Salvati ed altri intellettuali rischiavano pochissimo, anche perché ovviamente il pubblico non ha potuto prendere la parola.
    A quello organizzato dai PRODIANI, si. E la differenza è stata abissale non a caso!

  5. #15
    Bianca Zucchero
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    Dal Corriere di oggi:
    ROMA - Mentre gli stati maggiori dell’Ulivo sono impegnati fin dalla prima mattinata a discutere di Partito democratico in un elegante albergo romano, in Parlamento - tra una mancanza del numero legale al Senato e una serie di votazioni alla Camera - gli eletti dei Ds e della Margherita si affannano tra Aula e commissioni. «Il convegno? Ma quale convegno», prende fiato il rutelliano Ermete Realacci: «Noi siamo qui a lavorare, oberati di problemi e di fatica. E sarebbe ora di smetterla con questi giochini di società. È vero che i nostri elettori ci chiedono il Partito democratico, ma quelli che vengono a dirci di rappresentare la società civile sono diecimila, e tutti con l’obiettivo di occupare un piccolo spazio di potere». Al pari di Realacci la pensano molti altri parlamentari e dirigenti dell’Ulivo, ed è attraverso i loro ragionamenti che si può misurare la distanza tra i progetti politici sul futuro, e i problemi del presente, legati al duro mestiere di governare. In Transatlantico è facile constatare che attorno alla nascita della nuova forza politica c’è per il momento solo tatticismo. E quando dalla convention giunge notizia dell’accelerazione di Rutelli, intenzionato a chiedere il varo del Pd alle assise della Margherita, si avverte agitazione tra le fronde della Quercia, «perché così - sostiene il ds Caldarola - non solo si destabilizzano i rapporti tra alleati, ma si destabilizza anche il governo. La verità è che il Pd non vedrà mai la luce perché non lo vuole nessuno». Ecco qual è lo stato delle relazioni tra i due alleati, in un gioco di improvvise sollecitazioni e repentine frenate. E il fatto che il vice premier dei Dl abbia impresso fretta al progetto, è un indizio a sostegno della tesi di Caldarola. Ed è una mossa che preoccupa Fassino, al quale pochi giorni fa i capi del Correntone hanno spiegato che «se si va avanti con il Partito democratico, la scissione è nelle cose».
    A provocare poi l’indignazione dei Ds, è stata la battuta pronunciata al convegno da Gad Lerner, che ha attaccato Mussi - leader della sinistra della Quercia - ricordandogli di essere ministro grazie alla candidatura con l’Ulivo. Raccontano che ascoltando quel passaggio, Fassino si sia risentito, «perché a prendermi gli insulti dei tassisti c’ero io, mica Lerner». Come a dire che, al solito, il conto viene lasciato pagare sempre ai Ds. Quanto a Mussi, lui si è schermito, «mi appello al quinto emendamento», ma ai suoi ha ricordato che «Lerner è quello che da sempre vuole sciogliere i Ds». Ecco il nervo scoperto nella Quercia, quel sospetto che prende corpo di «un’operazione architettata per distruggerci», secondo la teoria di Angius.
    Ma i sospetti albergano anche nella Margherita, soprattutto dopo l’apertura di credito diessina al Carroccio. A rendere manifesti i cattivi pensieri è il neo responsabile per le Riforme dei Dl, che collega il nodo del Partito democratico al tema della revisione costituzionale, e mette sotto accusa «le spericolate operazioni di D’Alema con la Lega»: «Siccome lui pensa che Rutelli voglia provocare la scissione del suo partito - spiega Riccardo Villari - si è mosso con Bossi per pararsi il fianco e tentare di rafforzarsi. Ora, a parte il fatto che invece di aprire alla Lega sarebbe meglio aprire ai centristi dell’Udc, ho trovato davvero imbarazzante che il capo dello Stato sia andato a Milano a incontrare il Senatùr». Se nella Margherita si arriva a chiamare in causa il Quirinale nella disputa interna al Pd, significa che la tensione è molto più alta di quanto già non si veda. E Villari spiega il motivo per cui coinvolge Napolitano nella vicenda: «Con quel suo incontro ha dato la sensazione di voler offrire una sponda all’operazione di D’Alema. Ma Bossi non è il capo di una forza a cui fanno schifo gli italiani? Oppure, siccome ora servono alla causa, sono diventati dei patrioti?».
    Dovrebbero fondare un partito, Quercia e Dl, per il momento invece si marcano e si temono, e vista la fase di stallo «le tensioni si scaricano - come dice Villari - sulle riforme. Ma anche lì, sulla legge elettorale, nell’Unione non c’è intesa, perché Mastella e la sinistra radicale non ne vogliono sapere di lasciare il proporzionale per il doppio turno», che è il punto di equilibrio tra Rutelli e Fassino. Così continuano le schermaglie tra alleati-avversari. E se al Botteghino studiano le sortite di Rutelli, nella Margherita l’attenzione è concentrata sul ministro degli Esteri e suoi uomini, posti in ogni punto strategico dello scacchiere: con Angius che ha chiesto le assise dei Ds denunciando una deriva «oligarchica» del Pd, con Cuperlo che insieme a Reichlin ha partecipato alla recente iniziativa del Correntone, con Latorre che svolge un ruolo di pontiere, e con il braccio destro del vice premier Orfini che è ispiratore di un nuovo comitato per la nascita del Partito democratico. «Per rassicurarci reciprocamente - sostiene Realacci - noi e i Ds dobbiamo sapere che insieme abbiamo la golden share della futura forza politica. Così supereremo i problemi». «Supereremo», appunto, tempo futuro.

    il Retroscena
    Francesco Verderami

  6. #16
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    Ne ho sentito parlare molto bene oggi a Vicenza Riformista oggi, associazione per il partito democratico di vicenza...

    Cmq leggerò gli interventi e poi vi dirò ke penso

  7. #17
    Bianca Zucchero
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    Citazione Originariamente Scritto da Enrico1987
    Ne ho sentito parlare molto bene oggi a Vicenza Riformista oggi, associazione per il partito democratico di vicenza...

    Cmq leggerò gli interventi e poi vi dirò ke penso

    Molto elitaria....
    Nulla a che vedere con l'incontro con Santagata al Quirino dove il pubblico l'hanno fatto parlare. E se si perora democrazia a tutti i livelli questo è un parametro ESSENZIALE....
    Ieri c'era molta "disponibilità" verso i partiti. Mica per nulla ci sono andati tutti i leaders...

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da Bianca Zucchero
    Molto elitaria....
    Nulla a che vedere con l'incontro con Santagata al Quirino dove il pubblico l'hanno fatto parlare. E se si perora democrazia a tutti i livelli questo è un parametro ESSENZIALE....
    Ieri c'era molta "disponibilità" verso i partiti. Mica per nulla ci sono andati tutti i leaders...
    Cara bianca io credo servano 2 spinte x il PD, una dal basso, che nasce dal dibattito tra la gente e per la gente e una dei partiti, xke senza loro non si farà mai questo PD, volenti o nolenti.
    Un mio articolo a proposito(vedemo se nemo d'acordo almeno na volta!)

    Partito Democratico: un’opportunità da non sprecare

    Semplice somma di apparati oppure Partito della Gente e della Dialettica


    Nel sistema politico italiano della Seconda Repubblica esistono due grandi problemi: la mancanza di rinnovamento della classe dirigente(a sinistra come a destra) e la mancanza di grandi partiti(intesi numericamente). A prova di ciò basta guardare, in merito al primo problema, i 2 candidati Premier alle elezioni politiche 2006, Prodi e Berlusconi: gli stessi di 10 anni prima. Per quel che riguarda i grandi partiti è lampante che nessuno ha superato quota 30% dal 1994 ad oggi. Questo provoca sicuramente problemi di governabilità, in quanto si devono mettere d’accordo mille piccoli partiti ed accontentare molte persone. In un grande partito unitario ciò non accadrebbe.
    Per questo, ma non solo, il Partito Democratico, nello schieramento progressista(termine che preferisco ai più scialbi riformista o centro-sinistra), è la risposta a molti dei problemi della nostra Repubblica.
    La questione centrale,è, però, come arrivare a questo partito Democratico. Ci sono per lo meno due strade. La prima, facile, conservativa, quasi ovvia è quella di unire i ceti dirigenti. Basta mettere intorno ad un tavolo 5 diessini e 5 margheritini e decidere uno statuto, un sistema-partito, le cariche sia a livello nazionale che a livello locale. Poi per l’ingresso di socialisti, radicali, repubblicani, dipietristi basterà fargli firmare lo Statuto di base e fare un paio di richiami nello stesso alla loro storia. Ottimo, si dirà, così si fa presto, il centrosinistra si unisce e tutti sono felici e contenti.
    Tralascio gli aspetti negativi della Prima Via, che spero si possano comprendere mentre descriverò la Seconda Via al Partito Democratico.
    Si tratterebbe, in questo caso, di un progetto difficile, complesso, lungo, imprevedibile. Ciò che immagino è un Partito che nasce da e per la gente, un partito che costruisca il proprio progetto culturale e la propria idea di società dalla discussione tra le persone, un partito che per tutte le sue grandi scelte(dall’approvazione dello Statuto, alla scelta del candidato Premier alla scelta di tutti i candidati alle elezioni di ogni genere) passi per Elezioni Primarie interne, un partito costruito sulla dialettica e non sull’imposizione dal nazionale, un partito nuovo e moderno(indicando con moderno non il Partito moderno del Novecento, ma quello del Duemila).
    Il partito che si immagina è un partito pesante, in quanto fonda le sue radici sulla discussione tra la gente e non sulla discussione nel palazzo; un partito democratico in quanto le decisioni verrebbero prese dal confronto (e anche dallo scontro) tra le persone, vero sale di un partito partecipato; un partito popolare perché le idee dovrebbero nascere, come il partito moderno del 2000 dovrebbe prevedere, dal popolo e dalla discussione e non dalle decisioni dei dirigenti politici imparate e ripetute dagli iscritti.
    Questo modello di partito non sarebbe il cosiddetto partito leggero(i partiti leggeri lasciamoli alla destra, lasciamo che il modello Forza Italia abiti da un’altra parte) che qualcuno auspica, e che non è altro che una via ancora più semplice per unire gli apparati senza un progetto culturale.
    In sostanza la seconda via prevede che si verrebbe a creare un partito partecipato, in cui i problemi di contenuto sarebbero risolti dal confronto e da tavole rotonde, discussioni, incontri tra tutte le persone che vi vorranno partecipare. In questo modo i problemi che Ds e Margherita hanno nel trovare sintesi su temi quali la laicità o la scuola verrebbero risolti a priori, dalle scelte della gente.
    Inoltre potrebbero partecipare a questo progetto anche gli iscritti e chi si sente vicino agli altri partiti dell’area progressista del centrosinistra(Rosa nel Pugno, Italia dei Valori, Socialisti, Movimento Repubblicani Europei).
    Questo partito non sarebbe un partito senza dirigenti. I dirigenti dovrebbero nascere dalla discussione, dal confronto e non venire direttamente, come scelta obbligata, dai partiti che formeranno questo nuova formazione politica.
    In questo modo si rinnoverebbe anche la classe dirigente e si aprirebbero, con il confronto, le porte ai giovani che sono stufi di non avere possibilità di pesare e soprattutto di esprimere i propri contenuti e ideali in partiti che chiudono gli spazi per lasciare al governo interno ed esterno i ragazzini del 68(perché gli attuali dirigenti sia a destra che a sinistra erano tutti giovani negli anni 60, quindi senza girarci tanto intorno ora sono vecchi!). Con la possibilità di esprimersi e di candidarsi a svolgere un ruolo diverso i giovani potranno riformare una società vecchia e gerontocratica che appesantisce questo paese da 30 anni e che vogliamo e dobbiamo riformare, partendo anche da questo asse progressista e riformatore nato dalla dialettica e dal confronto che potrebbe essere il Partito Democratico.

  9. #19
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    il pd non partirà mai dal basso, alla base non lo vuole nessuno ne quelli del correntone ne quelli della "maggioranza"

  10. #20
    Bianca Zucchero
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    Citazione Originariamente Scritto da Gianlu
    il pd non partirà mai dal basso, alla base non lo vuole nessuno ne quelli del correntone ne quelli della "maggioranza"
    Si da il caso che militanti ed attivisti (minoranza di una minoranza) di un partito al 17% non costituiscano "la base" di chi vota per il centrosinistra e di cui i quasi 4 milioni che hanno votato Prodi alle primarie costiituiscono già una legittimazione assoluta sulla volontà invece di volerlo eccome il Partito Democratico anche tra la vostra base che ritengo fosse presente alle primarie ed abbia votato Prodi dato lo scarsissimo coraggio di mettersi in gioco dei leaders diessini!

 

 
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