Lunedí 03.07.2006 19:49
Ripartire dalle regioni. E’ questa la strategia della Lega Nord. Che prevede, fra le altre cose, un’apertura alle trattative con i Ds, i quali dal canto loro sembrano molto disponibili. Dopo il ritorno all’azione di Umberto Bossi, la situazione interna si sta normalizzando.
Le ambizioni di fronda dei vari colonnelli sono state ridimensionate, specie quelle tendenti a sinistra di Roberto Maroni. Il quale non ha trovato molti appoggi per condurre una battaglia decisa all’interno del partito e soprattutto ha dovuto arrendersi di fronte alla decisione di Bossi di rallentare. Proprio così, rallentare. Valutare bene che accordi si possono trovare con l’attuale esecutivo e che tipo di riforme si potranno fare con il Centrosinistra.
L’idea, come spiegano fonti vicine al Carroccio, è quella di concentrarsi sulle regioni, sulla Padania vera e propria. Là dove il referendum ha visto vincere o perdere di misura il Sì. Lì dove ci sono spiragli e non dove la battaglia è persa in partenza, come al centro-sud. In questo modo, la Lega si conferma sempre più Bossi centrica, e riflette sul da farsi in vista di Pontida. Da sinistra sono arrivate voci positive, specialmente dai Ds. In diverse regioni la disponibilità alla discussione c’è, esattamente come è avvenuto a livello nazionale con le aperture da parte di una fetta dei vertici del botteghino.
Insomma, il primo punto all’ordine del giorno è: riflettere, riflettere, riflettere. I dissidi interni rimangono, ovvio. Come quello che a Varese oppone Massimo Zanello ed Ettore Albertoni che concorrono per la successione al neo sindaco Fontana, il quale ha lasciato libero il posto da presidente del consiglio regionale della Lombardia. Il primo è vicino a Roberto Calderoli, il secondo è uomo di Giorgetti. Risolte queste magagne interne si potrà riprendere anche un discorso a livello esterno, che preveda trattative su più fronti (regionale e nazionale) in vista del raggiungimento dell’unico obiettivo che davvero interessa alla Lega: il federalismo.